LA VERITÀ SULLA LEGGE LORENZIN: l’obbligo che impone la legge non è la vaccinazione.

Viste le continue e numerose richieste di informazioni, da parte di genitori, riguardo il perfezionamento delle iscrizioni dei propri figli, sia agli asili nido, sia alla scuola materna, sia alle scuole primarie e secondarie, da fare entro e non oltre il 10 luglio 2024, secondo la Legge Lorenzin art. 3 bis, pena decadenza della pre-iscrizione, abbiamo organizzato vari incontri, in presenza ed on line, nel corso dei quali abbiamo fornito istruzioni e risposto alle varie domande a riguardo.

Questa nostra opera di informazione ed istruzione sta avendo molti riscontri positivi.
Ne è un esempio l’ultimo fatto accaduto nelle Marche.

Subito dopo aver partecipato ad una delle nostre serate informative, alcuni genitori nostri associati, muniti della legge, opportunamente preparati come da noi istruiti per non incorrere nelle sanzioni amministrative, in forza dei propri diritti, si sono recati presso l’hub vaccinale e dopo una accesa discussione con il medico vaccinatore, hanno chiamato i carabinieri, i quali sono intervenuti ed avendo accertato l’illeceità hanno dovuto sollecitare il medico, nonostante le sue opposizioni e resistenze, ad eseguire quanto richiedevano… poiche’ un pubblico ufficiale non può rifiutarsi di adempiere ad un obbligo di legge!!
Questi risultati ci riempiono di soddisfazione, poiché scopo della nostra associazione è istruire i nostri associati per renderli consapevoli dei propri diritti e fornire loro gli strumenti per farli valere!!

Coloro che volessero ricevere informazioni o assistenza, riguardo alla possibilità delle frequenza scolastica senza la vaccinazione, possono inviare una richiesta a:

segreteria.trilly@gmail.com

indicando in oggetto “L. Lorenzin” chiedendo il materiale ed il video esplicativo, che verrà prontamente inviato via mail, solo dopo essersi iscritti, compilando l’apposito modulo qui sotto

e versando la quota associativa indicata più 10 euro per il materiale, a mezzo bonifico o pay pal, clicca qui

LE MINACCE DELLA DITTATURA PANDEMICA OMS: Italia e UE restano Sovrane sul Nuovo Regolamento dopo il Flop del Trattato

LE MINACCE DELLA DITTATURA PANDEMICA OMS: Italia e UE restano Sovrane sul Nuovo Regolamento dopo il Flop del Trattato

Indice dei contenuti

di Paola Persichetti

Sfatiamo le fake news: gli accordi internazionali OMS non legittimano cessioni di potere in ambito sanitario

La 77esima Assemblea mondiale della sanità ha  concordato un pacchetto di emendamenti al regolamento sanitario internazionale (2005) (IHR) ed ha assunto impegni concreti per completare i negoziati per un accordo globale sulla pandemia entro un anno. Le nuove modifiche, richiedevano solo l’approvazione di una maggioranza semplice dei paesi.

Le basi legali per il regolamento sanitario internazionale poggiano sull’articolo 21 e l’articolo 22 della costituzione dell’OMS:

  • Articolo 21 l’assemblea mondiale della sanità ha l’autorità di adottare regolamenti concernenti:Richieste sanitarie o quarantenarie ed altre procedure studiate allo scopo di prevenire la diffusione internazionale delle malattie
  • Articolo 22 i regolamenti adottati sulla base dell’articolo 21 entrano in vigore per tutti gli Stati membri dopo debita comunicazione della loro adozione da parte dell’assemblea mondiale della sanità, con l’eccezione di coloro che presentano, nei tempi dovuti, riserve o respingimenti

Finalità storiche e il supporto ad interessi privati

L’OMS è stata istituita dopo la seconda guerra mondiale come braccio sanitario delle Nazioni unite, per sostenere gli sforzi, per migliorare la salute della popolazione a livello globale, comprendendo il benessere fisico, mentale e sociale..

Nel 1946 l’OMS aveva come obiettivi far raggiungere ai popoli della terra il maggior livello di salute possibile ed evitare abusi e sperimentazioni non etiche sul corpo umano, nel principio che tutte le persone sono uguali e nate con diritti fondamentali inviolabili. Le priorità si sono spostate dall’assistenza incentrata sulla comunità ad un approccio più verticale e gerarchico che segue gli interessi personali dei finanziatori. In Italia, il nostro ordinamento non consente l’entrata in vigore automatica dei protocolli OMS, i quali, quindi, devono forzatamente essere recepiti con atto interno.

Modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale e poteri dell’OMS

 Il regolamento sanitario internazionale 2005 IHR fornisce un quadro giuridico generale che definisce i diritti e gli obblighi dei paesi nella gestione degli eventi e delle emergenze di sanità pubblica che hanno avuto conseguenze gravi, la possibilità di oltrepassare i confini.

 Il regolamento sanitario internazionale è uno strumento di diritto internazionale giuridicamente vincolante per i 196 paesi, compresi i 194 Stati membri dell’OMS.

Tale strumento si applica a questioni che rientrano nella competenza concorrente dei governi nazionali e della comunità europea (CE) . [La CE costituisce il primo pilastro dell’UE con personalità giuridica. Il secondo e il terzo pilastro sono quelli relativi alla cooperazione politica in materia di politica estera e di giustizia]

Numerosi articoli del RSI riguardano questioni regolate dal diritto comunitario. Secondo il diritto applicabile, tali questioni rientrano nella competenza esclusiva della comunità, ovvero nella competenza concorrente dei governi nazionali e della comunità. Ad esempio, l’articolo 45 del RSI riguarda il trattamento dei dati di carattere personale che, nell’UE, è regolato da una normativa facente riferimento alla base giuridica del mercato unico (Direttiva 95 / 46/ CE del PE E del consiglio relativa alla protezione dei dati) rientrando quindi nella competenza esclusiva della comunità.

Altri articoli del RSI rientrano nella competenza specifica dei governi nazionali in caso di assenza di diritto comunitario. Lo stesso vale per l’articolo 41 del RSI che regolamenta i diritti per l’applicazione di misure sanitarie ad alcuni tipi di trasporto (navale e aereo)  nei casi in cui questa materia non sia regolata specificamente dal diritto comunitario e non rientri nella competenza della comunità.

Occorre aggiungere una riflessione critica rispetto all’obbligo che tali strumenti – i quali hanno il potenziale di incidere sui mezzi di sussistenza, la vita, la salute e i diritti fondamentali dei cittadini dell’Unione – siano conformi, proprio al rispetto dei diritti fondamenti sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (CDFUE) e allo Stato di diritto, quale principio cardine dei valori di cui all’art. 2 TUE .

L’IHR è nato per dare risposta alle epidemie mortali che un tempo colpivano l’Europa con lo scopo di determinare diritti e pronunciare raccomandazioni per i paesi, compreso la segnalazione di eventi di sanità pubblica.  I  regolamenti delineano inoltre i criteri per determinare se un particolare evento costituisca o meno una emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale.

Allo stesso tempo, il regolamento sanitario internazionale RSI richiede ai paesi di designarne un punto focale nazionale per comunicare con l’OMS, al fine di stabilire e mantenere le capacità fondamentali di sorveglianza e risposta, anche nei punti di ingresso designati.  Ulteriori disposizioni riguardano i settori dei viaggi e dei trasporti internazionali, come i documenti sanitari richiesti per il traffico internazionale.

Infine, L’IHR Introduce importanti garanzie per tutelare i diritti dei viaggiatori e di altre persone in relazione al trattamento dei dati personali, al consenso informato ed alla non discriminazione nell’applicazione delle misure sanitarie previste dal regolamento.

 Qual è la storia dell’ RSI?

 Nel 1951, Gli Stati membri della OMS adottarono la prima serie di regolamenti sanitari internazionali che comprendevano principalmente disposizioni di notifica e quarantena per i focolai di sei malattie: colera, peste, febbre ricorrente, vaiolo, tifo e febbre gialla.

Questi regolamenti vennero rivisti nel 1969 e adottati come regolamenti sanitari internazionali  1969.

Il  loro scopo era garantire la massima sicurezza contro la diffusione internazionale di malattie interferendo il minimo possibile con il traffico mondiale.  Vennero ulteriormente modificati nel 1973 per includere solo quattro malattie colera, peste, vaiolo e febbre gialla. Successivamente, dopo l’eradicazione del vaiolo nel 1980, i regolamenti includevano solo tre malattie colera, peste e febbre gialla.

Con l’aumento dei viaggi, del commercio internazionale e l’emergenza, la riemersione e la diffusione internazionale di malattie e altre minacce, l’Assemblea mondiale della sanità chiese una revisione sostanziale dell’RSI nel 1995.

Questa revisione ha esteso la portata dell’RSI oltre qualsiasi malattia specifica o modalità di trasmissione per coprire “malattia o condizione medica, indipendentemente dall’origine o dalla fonte che presenta o potrebbe presentare, un danno significativo per gli esseri umani”.

Altre aggiunte inclusero gli obblighi agli Stati membri di sviluppare e mantenere le capacità fondamentali di sanità pubblica, di notificare all’OMS eventi che potrebbero costituire un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale (PHEIC) e procedure attraverso le quali il Direttore generale dell’OMS potrebbe determinare un PHEIC ed emettere raccomandazioni temporanee o permanenti (non vincolanti)

L’RSI rivisto è stato adottato nel 2005 ed è entrato in vigore nel giugno 2007.

 La verità sulle modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale

Gli Stati membri dell’OMS, alla luce dell’esperienza della pandemia di COVID-19,  hanno concordato nel 2022, attraverso la decisione EB150(3), di prendere in considerazione potenziali emendamenti all’RSI. Tali emendamenti avrebbero  dovuto avere una portata limitata e affrontare specifiche questioni, sfide chiaramente identificate, comprendenti equità, sviluppi tecnologici o di altro tipo, o lacune che non avrebbero potuto  essere affrontate altrimenti ma fondamentali per sostenere un’efficace attuazione e conformità dei regolamenti sanitari internazionali (2005) e la loro applicazione universale atte alla equa protezione di ogni essere umano dalla diffusione internazionale delle malattie.

Nel maggio 2022, l’Assemblea Mondiale della Sanità decise di proseguire in questa direzione attraverso il Gruppo di lavoro sugli emendamenti ai regolamenti sanitari internazionali (2005) (WGIHR) e invitò gli Stati membri a proporre emendamenti  all’IHR.

Gli Stati membri dell’OMS chiesero inoltre al Direttore Generale di convocare un comitato di revisione per fornire raccomandazioni tecniche sugli emendamenti proposti. Il Comitato di revisione tenne diverse riunioni e presentò il suo rapporto al Direttore generale nel gennaio 2023, che lo condivise con il WGIHR.

Chi decide le modifiche del RSI?

Ci sono 196 Stati parte del RSI: tutti i 194 Stati membri dell’OMS più Liechtenstein e Santa Sede. Sono i 196 Stati parte che negoziano le proposte di emendamento al RSI, attraverso il WGHIR. Il WGIHR opera come una suddivisione dell’Assemblea Mondiale della Sanità. I negoziati sono facilitati dall’Ufficio del WGIHR, che comprende rappresentanti di ciascuna regione dell’OMS, inclusi due copresidenti.

Come richiesto dagli Stati membri, il Segretariato dell’OMS sostiene il WGIHR, compreso l’Ufficio di presidenza, convoca le sue riunioni e fornisce al WGIHR i servizi e le strutture necessarie per il suo lavoro, nonché informazioni e consulenza.

 Le proposte di modifica del RSI pubblicati online erano giuridicamente vincolanti? 

No, le proposte di emendamento al RSI presentate dagli Stati parte, distribuite agli Stati membri e pubblicate online erano proposte all’esame del WGIHR e, pertanto, non avevano alcun peso giuridico internazionale. In conformità con la decisione WHA75)  il WGIHR ha presentato il ​​pacchetto di proposte degli emendamenti negoziati alla settantasettesima Assemblea mondiale della sanità tenutasi nel maggio 2024 affinché fosse  esaminato.

L’ultima bozza di lavoro delle modifiche proposte al Regolamento sanitario internazionale la si può essere trovata qui:

Gruppo di lavoro sulle modifiche al regolamento sanitario internazionale (2005)

Testo proposto dall’Ufficio di presidenza per l’ottavo incontro del WGIHR, 22-26 aprile 2024

Il pacchetto di emendamenti negoziati proposti è stato sottoposto all’esame della settantasettesima Assemblea mondiale della sanità nel maggio 2024, in conformità con l’articolo 55 dell’IHR.  Moltissime delle preoccupazioni allarmistiche lanciate dal falso dissenso si sono rivelate infondate.  Molti emendamenti  che venivano dati  già per certi  nella loro approvazione  sono stati  rimossi  e modificati  lasciando (art. 3   comma 1)  il rispetto della dignità, dei diritti umani  e delle libertà fondamentali delle persone  promuovendo  l’equità e la solidarietà .

Pur se qualunque potere può essere esercitato solo se conferito dalla legge, e se rispettoso dei presupposti e dei limiti previsti dalla stessa, soprattutto quando si tratta di poteri che incidono sensibilmente sulle libertà fondamentali, non si deve assolutamente abbassare la guardia.

Più precisamente, l’applicazione dello Stato di diritto mira a promuovere la trasparenza e la responsabilità nel processo decisionale in materia di salute pubblica, ad eliminare l’arbitrarietà nell’applicazione delle misure di emergenza, a consentire un migliore accesso alla giustizia ed a fornire un quadro legittimo, efficace e agile per l’applicazione di misure di salute pubblica in tempi critici. Solamente la consapevolezza e la conoscenza  dei diritti e della legge  può  impedire  la deriva  autoritaria  verso la quale  ci vogliono  spingere sotto il ricatto della paura, e quindi non dobbiamo riporre la fiducia  nell’interpretazione  della legge  esposta dalla narrazione mainstream o dal giornalismo spazzatura, dobbiamo sempre andare alle fonti, leggere i documenti, verificare le notizie e solo allora potremmo avere una visione oggettiva e realistica. La conoscenza neutralizza la paura.  Questo è ciò che intendiamo fare con il presente lavoro, rendendo cioè consapevole il lettore dei diritti fondamentali e dei principi dello Stato di diritto, conformemente a quanto prescritto, rispettivamente, dagli artt. 6 e 2 TUE.

L’RSI Modificato darà all’OMS la capacità di imporre con la forza misure sanitarie a qualsiasi paese?

No. L’OMS non avrà la capacità di imporre alcuna misura sanitaria, inclusi blocchi o altre restrizioni, alle popolazioni di qualsiasi Paese. Tra le disposizioni dell’IHR figurano la funzione di allarme sanitario pubblico globale, il quadro e le raccomandazioni per supportare gli Stati parte e la comunità internazionale nella risposta agli eventi di sanità pubblica, comprese epidemie e pandemie.

L’accordo trovato alla settantasettesima assemblea sulle modifiche al RSI sono entrate in vigore a partire dal 31 maggio 2024.

Secondo la Costituzione dell’OMS, i regolamenti adottati ai sensi dell’articolo 21 entrano in vigore per tutti i Membri dopo che l’Assemblea Mondiale della Sanità ne ha dato debita comunicazione, ad eccezione dei Membri che notificano al Direttore Generale un rifiuto o delle riserve all’interno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Periodo indicato nell’avviso.

Inoltre, in conformità con l’articolo 59, paragrafo 2, dell’RSI (che è entrato in vigore  il 31 maggio 2024), le modifiche al RSI entreranno in vigore 24 mesi dopo la data di notifica da parte del Direttore Generale dell’adozione degli emendamenti. (non dopo 12 mesi come voleva la modifica del 2022)

Quali criteri vengono utilizzati dal Direttore Generale dell’OMS nel determinare un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale?

L’articolo 1 dell’IHR definisce attualmente un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale (PHEIC) come “un evento straordinario che è determinato a costituire un rischio per la salute pubblica per altri Stati parte attraverso la diffusione internazionale di malattie, la quale richiede potenzialmente una risposta internazionale coordinata.“

Ai sensi dell’articolo 12, paragrafo 4, del RSI, nel determinare se un evento costituisce un PHEIC, il Direttore generale, tra le altre questioni, considera inoltre quanto segue:

  • informazioni fornite dallo Stato Parte;
  • il parere del comitato di emergenza;
  • principi scientifici, prove scientifiche disponibili e altre informazioni pertinenti; E
  • una valutazione dei rischi per la salute umana, della diffusione internazionale delle malattie e delle interferenze con il traffico internazionale.

 Quali sono le implicazioni del direttore generale dell’OMS che determina un’emergenza sanitaria mondiale?

La determinazione di una PHEIC funge da allarme globale e, soprattutto, implica l’emissione di raccomandazioni temporanee agli Stati parte – che, per definizione, non sono giuridicamente vincolanti – per guidarli nella preparazione e nella risposta alla PHEIC.

Secondo il RSI, le Raccomandazioni Temporanee scadono automaticamente tre mesi dopo la loro emissione. I comitati di emergenza vengono, pertanto, riuniti nuovamente almeno ogni tre mesi per consigliare il Direttore generale dell’OMS sulla possibilità che l’evento continui a costituire un PHEIC, nonché sulle raccomandazioni temporanee agli Stati parte che il Direttore generale può continuare ad emettere.

Un resoconto della riunione del Comitato di Emergenza viene pubblicato sul sito web dell’OMS dopo ogni riunione del Comitato.

Quali sono le modifiche all’articolo 59?

L’articolo 59 del RSI, come modificato, specifica il periodo di tempo previsto in esecuzione dell’articolo 22 della costituzione dell’OMS per il rifiuto o la riserva del presente regolamento o di  un suo emendamento che sarà di 18 mesi dalla data di notifica da parte del direttore generale dell’adozione del presente regolamento.  Qualsiasi rifiuto o riserva ricevuta dal direttore generale dopo la scadenza di tale termine non avrà alcun effetto.  Il presente regolamento entra in vigore 24 mesi dopo la data di notifica di cui al comma 1 del presente articolo.

L’Articolo 55 dell’IHR è stato applicato al processo WGIHR?

SÌ. Le disposizioni dell’articolo 55 dell’IHR, che stabiliscono chi può proporre emendamenti all’IHR, e quando e come tali proposte devono essere comunicate agli Stati parte, sono state rispettate dal Segretariato dell’OMS.

L’articolo 55, paragrafo 1, dell’IHR consente a qualsiasi Stato parte o al Direttore generale dell’OMS di proporre emendamenti all’IHR affinché vengano esaminati dall’Assemblea mondiale della sanità. Questo è stato applicato al processo WGIHR.

L’articolo 55, paragrafo 2, dell’IHR prevede inoltre che il Direttore generale dell’OMS comunichi qualsiasi proposta di emendamento a tutti gli Stati parte almeno quattro mesi prima dell’esame dell’Assemblea mondiale della sanità. Ciò si applica a qualsiasi proposta di emendamento al RSI presentata da uno Stato parte o dal Direttore generale dell’OMS ai sensi dell’articolo 55, paragrafo 1. Nel soddisfare il requisito dell’Articolo 55,  il Segretariato dell’OMS ha diffuso tutte le proposte di emendamento al RSI il 16 novembre 2022, circa 17 mesi prima della Settantasettesima Assemblea Mondiale della Sanità, che è iniziata il 27 maggio 2024, quando le  proposte sono state prese in considerazione.

Il Fallimento dell’Operazione di Potere OMS

L’Assemblea Mondiale della Sanità ha istituito il WGIHR, che opera come una suddivisione dell’Assemblea e comprende tutti i 196 Stati Parte. Pertanto, il Segretariato dell’OMS ha ulteriormente superato i requisiti tecnici dell’Articolo 55 comunicando non solo i 308 emendamenti originali, ma anche comunicando tutte le modifiche proposte a questi emendamenti sviluppate dal gruppo di redazione del WGIHR, a tutti i 196 Stati Parte, dopo ogni riunione del WGIHR.

Queste comunicazioni a tutti gli Stati Parte sono avvenute al termine di ciascuna riunione del WGHIR.

In sintesi, sia la lettera che lo spirito dell’articolo 55, paragrafo 2, sono stati rispettati.

La lettera del provvedimento è stata soddisfatta  dalla comunicazione del 16 novembre 2022. Questa con largo anticipo rispetto ai quattro mesi richiesti. Questo avviso ha massimizzato il tempo a disposizione di tutti gli Stati parte per l’esame e il coordinamento a livello nazionale e internazionale.

Lo spirito della disposizione,  quello di garantire che tutti gli Stati parte avessero avuto il tempo adeguato per considerare e coordinarsi a livello nazionale e internazionale sugli emendamenti proposti in vista dell’Assemblea, è stato rispettato.  La maggior parte delle modifiche che erano state proposte non sono state accolte e questo soprattutto grazie ai paesi  Africani, che si sono dimostrati sin da subito molto scettici, grazie alla Slovacchia, all’Ungheria, ad alcuni paesi UE.

 Dietro le quinte c’è stata dunque una certa mobilitazione, completamente ignorata o oscurata dai media internazionali che hanno dedicato alla questione una scarsissima copertura.

 Possiamo dire che l’operazione è fallita, è fallita l’ennesima soluzione tecnica che l’élite al potere sta cercando di attuare.

Come è noto, essa sta progressivamente cercando di monopolizzare le ricchezze e i poteri, cercando di sottrarli agli Stati, sia a livello di governi che di singoli cittadini.  A livello istituzionale lo fa sovente attraverso organizzazioni private che vengono spacciate per pubbliche come l’OMS, l’ONU di cui è emanazione.  Questo presunto potere senza un contraddittorio siamo noi cittadini  a cederlo perché rinchiusi in un mondo dove la paura della morte e della malattia ci porta ad assumere comportamenti irrazionali e financo autolesionistici.

Come si collega il lavoro del WGIHR a quello del gruppo che guida i negoziati su un accordo pandemico?

Durante una sessione speciale dell’Assemblea sanitaria nel dicembre 2021,  i governi hanno concordato di redigere e negoziare una convenzione, un accordo o altro strumento internazionale ai sensi della Costituzione dell’OMS per rafforzare la prevenzione, la preparazione e la risposta alla pandemia . Questi negoziati sono stati fatti, guidati dall’organismo negoziale intergovernativo (INB), e un progetto di accordo sarebbe dovuto essere stato presentato all’Assemblea mondiale della sanità nel 2024 ma ciò non è stato.

Con il trattato pandemico si volevano sottomettere ufficialmente gli Stati all’OMS instaurando di fatto un governo mondiale facente capo ad un organismo apparentemente tecnico: l’operazione non è riuscita.

Importanza dell’articolo 57 del RSI

L’articolo 57 del RSI comprende disposizioni riguardanti i rapporti con altri accordi internazionali, inclusa la possibilità per gli Stati parte di concludere trattati o accordi speciali per facilitare l’attuazione del RSI.

Nell’istituire l’INB, l’Assemblea Mondiale della Sanità ha  sottolineato  la “necessità di coerenza e complementarità tra il processo di sviluppo del nuovo strumento e il lavoro in corso. . . per quanto riguarda l’attuazione e il rafforzamento del RSI (2005).”

L’Assemblea Mondiale della Sanità ha inoltre richiesto al WGIHR “di coordinarsi con il processo dell’[INB], attraverso mezzi che includano un coordinamento regolare tra i due.

Ruolo UE e Regolamento Sanitario Internazionale

L’unione europea non fa parte del RSI e i vincoli degli Stati membri prevalgono sui consigli OMS.  Un regolamento Ue, contrariamente ai consigli OMS è legge.  L’unione europea è vincolata ai trattati internazionali e non può legiferare contro i diritti umani.  Sarà difficile quindi ipotizzare che obblighi gli Stati membri a limitare le libertà inviolabili.

L’unione europea con le sue istituzioni e le sue reti, si è impegnata a ricoprire un ruolo positivo nell’applicazione dell’RSI , fornendo valore aggiunto ed evitando ogni inutile duplicazione degli sforzi a livello nazionale.

L’OMS ha sufficiente legittimità per coordinare la risposta degli Stati ad una emergenza pandemica in assenza di poteri coercitivi?

È necessario far chiarezza cosa implica sotto il profilo della governance sanitaria globale la dichiarazione di pandemia.

  1. Le fasi di gestione di una pandemia globale da parte dell’OMS

La gestione di una potenziale pandemia globale da parte dell’OMS è prevista da un documento tecnico, il WHO Pandemic Influenza Risk Management (2017) che individua – in una logica di gradualità – due fasi (Alert Phase e Pandemic Phase), in cui il Direttore generale è l’organo deputato a coordinare le misure che gli Stati debbono adottare per rispondere alla crisi sanitaria. (Pandemic Influenza Risk Management. A WHO guide to inform & harmonize national & international pandemic preparedness and response, May 2017.)

2.1. La fase di allerta

La prima fase è quella di allerta (Alert Phase). Il Direttore generale dell’OMS, in presenza di un focolaio grave di una malattia infettiva può dichiarare una PHEIC – il che non implica necessariamente che seguirà una dichiarazione di pandemia, che potrà essere evitata qualora il contagio venga circoscritto.

Ai sensi dell’art. 12 dei Regolamenti Sanitari Internazionali (RSI – 2005), “the WHO’s Director General has the power to declare a public health emergency of international concern (PHEIC). S/he can only do so after receiving the views of an Emergency Committee, as established by Article 48 IHR”.

Una PHEIC viene definita dai RSI come “an event which …constitute[s] a public health risk to other States through the international spread of disease and potentially require[s] a coordinated international response” (art. 1)

Unico limite al potere discrezionale del Direttore generale è rappresentato dal parere (non vincolante) che gli viene fornito dall’Emergency Committee, organismo tecnico che sulla base dei dati epidemiologici forniti dagli Stati valuta se si è in presenza o meno di una potenziale epidemia o pandemia (la MERS, ad esempio, non venne considerata una PHEIC).

Tuttavia, nella prassi, il Direttore generale ha sempre cercato di conformarsi ai pareri tecnici dell’Emergency Committee, motivo per cui in un primo momento non è stata dichiarata un’emergenza sanitaria con riferimento al COVID-19.

Dall’entrata in vigore dei Regolamenti Sanitari sono state dichiarate 6 PHEICs: influenza suina (2009); Ebola (2014); Polio (2014); Zika (2016); Ebola (2019), e COVID-19 (2020) (per approfondimenti sulla prassi del Direttore generale, v. Villareal, The World Health Organization’s Governance Framework in Diseases Outbreaks: A Legal Perspective, in The Governance of Diseases Outbreaks. International Health Law: Lessons from the Ebola Crisis and Beyond, a cura di L. Vierck, P.A. Villareal, A. Katarina Weilert, Baden Baden, 2017, 262). Si tratta in sostanza di epidemie che possono eventualmente trasformarsi in pandemia.

Un’epidemia è definita dall’OMS come “the occurrence in a community or region of cases of an illness […] clearly in excess of normal expectancy”. Secondo il Pandemic Influenza Preparedness and Response: A WHO Guidance Document: “an influenza pandemic occurs when an influenza A virus… acquires the ability to cause sustained human-to-human transmission leading to community-wide outbreaks. Such a virus has the potential to spread rapidly worldwide, causing a pandemic”. Il Center for Disease Control statunitense, invece, definisce un’epidemia come “an increase, often sudden, in the number of cases of a disease above what is normally expected” in a region.

L’HIV/AIDS è classificato come epidemia (e non come pandemia) con circa 40 milioni di sieropositivi al mondo (37.9 milioni), 770,000 morti e 1,7 milioni di infettati al 2018, dato che esistono terapie valide che hanno trasformato l’infezione da HIV da malattia mortale a malattia cronica nei Paesi industrializzati.

Il 5 marzo 2020, lo stesso Direttore Generale dell’OMS aveva espressamente qualificato il COVID-19 come un’epidemia, affermando che “this epidemic is a threat for every country, rich and poor” (WHO, Director-General’s opening remarks at the media briefing on COVID-19, 5 March 2020).

La fase della pandemia

La seconda fase è quella della pandemia (Pandemic Phase): qualora la malattia dilaghi tra gli altri Stati Membri, viene adottata la Declaration of Pandemic basata su una attenta valutazione del rischio.

La pandemia segnala il passaggio da misure di contenimento (che hanno pertanto fallito) a misure di mitigazione per diluire nel tempo la diffusione del virus e permettere ai sistemi sanitari di prepararsi all’ondata di casi.

Il potere del Direttore generale di dichiarare una pandemia non è previsto né dalla Costituzione dell’OMS né dai Regolamenti Sanitari, bensì dalle già citate linee guida per la gestione delle pandemie di influenza, le quali stabiliscono che “the designation of the global pandemic phase will be made by the Director-General of WHO” (p. 20).

Si tratta, pertanto, di una funzione politica delegata, dato che la Costituzione dell’OMS si limita a stabilire che “the Director-General […] shall be the chief technical and administrative officer of the Organization” (Art. 31). Quindi, il Direttore generale viene investito dalla Costituzione dell’OMS principalmente di funzioni amministrative (competenze tecniche, organizzative e di rappresentanza).

La pandemia viene generalmente considerata come un’epidemia che si è estesa fino a coprire un’ampia area ben oltre i confini nazionali e che ha colpito gran parte della popolazione mondiale. Il criterio principale preso a riferimento dall’OMS è, pertanto, quello del grado di diffusione di un determinato virus su scala globale e non del livello di mortalità, sebbene la soglia specifica per determinare un ‘elevato’ grado di diffusione non sia indicata in alcun documento ufficiale.

L’unico parametro è quello previsto dalle linee guida dell’OMS sulle pandemie influenzali che stabiliscono che, per dichiarare la presenza di una pandemia in fase 6, è necessaria la diffusione del virus influenzale in più di una delle sei regioni nelle quali sono raggruppati gli Stati Membri dell’OMS (regione Africana, regione delle Americhe, regione del Sud-Est Asiatico, regione

Europea, Regione del Mediterraneo dell’Est e regione del Pacifico Occidentale).

Classificare una determinata malattia infettiva come una pandemia, indica quindi che si è ufficialmente sparsa nel mondo ed è anche il riflesso della preoccupazione dell’OMS che il numero di casi, deceduti, e Paesi colpiti continueranno a crescere.

La Dichiarazione di Pandemia dell’OMS: conseguenze sotto il profilo della health governance

Tale dichiarazione rappresenta il massimo livello di allarme sanitario possibile mediante cui si informa la comunità internazionale della presenza di una pandemia, ed ha una serie di conseguenze politiche e giuridiche. Una simile dichiarazione è veritiera nella misura in cui l’ organismo tecnico come l’OMS opererà   con l’obiettivo di perseguire un fine comune, che è quello della tutela della sanità pubblica internazionale.

Tali  dichiarazioni devono essere adottate non sulla base di considerazioni politiche e di un’ampia partecipazione democratica (infatti non vengono discusse e votate in seno alla World Health Assembly), ma sulla base esclusivamente di considerazioni scientifiche; di fatto è la comunità scientifica, rappresentata dal Comitato di esperti che decide (anche se formalmente l’atto viene adottato dal Direttore generale), mediante un processo decisionale di natura puramente tecnica. Tali dichiarazioni sono prive di effetti giuridici vincolanti ed hanno solo una notevole ‘legittimità morale’.

Conclusioni

Diversi Stati nel mondo hanno poi adottato misure simili nel tentativo di contenere e mitigare la diffusione della pandemia e molti hanno dichiarato lo stato di emergenza sulla base di quanto previsto dalle proprie costituzioni e leggi nazionali.

L’Italia è stato il primo Paese in Europa ad imporre un lockdown esteso a tutto il territorio il 9 marzo 2020, seguita poi dagli altri Stati.  Coloro che ci hanno rinchiuso, vessato, privato dei diritti inalienabili sono  stati i  nostri  governanti e non l’OMS.

Il  nostro governo  ha applicato misure inadeguate e sproporzionate rispetto alle  valutazioni fatte dal primo comitato tecnico scientifico: i verbali che solo ora sono stati desecretati  rivelano l’assenza di dati necessari per dichiarare una emergenza sanitaria.

Le decisioni sul lockdown  vennero prese  per motivi politici  e non scientifici, dai lockdown files  apprendiamo  anche  che alcune decisioni vennero prese  pur sapendo che fossero discutibili  o del tutto sbagliate, dal punto di vista scientifico .

Non  preoccupiamoci, dunque, dei “ presunti “ poteri dell’OMS perché il vero problema è all’interno della nostra governance italiana che ha adottato una strategia scelta per motivi politici, per gestire il panico dilagante che loro stessi avevano generato. Non fidiamoci e non  affidiamoci ad organizzazioni il cui compito è di costruire un consenso apparente per le decisioni elaborate dai moderni padroni del vapore.

Dopo la 77esima Assemblea la parola  è rimasta ai singoli stati, che ad oggi conservano ancora, non si sa fino a quando, l’autorità e la propria sovranità nazionle.

L’OMS può e deve svolgere solo un ruolo di coordinamento in virtù della legittimità che le deriva dall’essere un organismo tecnico, le sue raccomandazioni non sono vincolanti. Pertanto, possiamo considerare la dichiarazione di pandemia come uno strumento di governance multilaterale di un’emergenza sanitaria globale, mediante cui il Direttore generale ha esercitato, e può esercitare, la propria autorità internazionale pubblica in virtù delle competenze tecniche dell’OMS.

Il governo nazionale rimane il leader naturale per il coordinamento generale agli sforzi di comunicazione. Gli emendamenti approvati nel regolamento sanitario internazionale non hanno cambiato il ruolo del direttore generale, il quale soltanto dopo che si sarà  consultato con un comitato di esperti, determinerà e pubblicherà specifiche raccomandazioni temporanee  o permanenti  ai governi sulle azioni appropriate per prevenire o ridurre la diffusione internazionale e ridurre al minimo le interferenze non necessarie con il traffico internazionale e commercio. Tali raccomandazioni non saranno mai vincolanti e non è prevista nessuna cessione di sovranità.

prof. ssa Paola Persichetti
presidente dell’Associazione Trilly  APS La Gente come Noi Terni 

Paola Persichetti, oltre ad essere Associazione Trilly APS  La Gente come Noi Terni e già leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con  110/110, bacio accademico e menzione d’onore.  Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.

L’ABORTO LEGALIZZATO E FINANZIATO GRIDA VENDETTA DAVANTI A DIO. La Protesta delle Femministe chiamate “Assassine” e l’Assolutismo Massonico di Stato

L’ABORTO LEGALIZZATO E FINANZIATO GRIDA VENDETTA DAVANTI A DIO. La Protesta delle Femministe chiamate “Assassine” e l’Assolutismo Massonico di Stato

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di prof. ssa Paola Persichetti

Vorrei porre l’attenzione su alcune affermazioni espresse da donne, che hanno praticato l’interruzione  volontaria della gravidanza,  raccontate da “Non Una  di Meno Rimini”. Vengono riportate le storie di 8 donne, con nomi di fantasia, che hanno abortito in Italia negli ultimi tre anni.

Il tono che si percepisce sin dall’inizio non nasconde una forte critica sulla modalità con cui sono state gestite ed accompagnate nella scelta di interrompere la gravidanza . Personalmente ritengo riduttivo relegare il dolore di una madre solo al fatto di dover percorrere 75 km per trovare un ospedale disposto a praticare l’interruzione di gravidanza volontaria.

Le stesse riportano che sono state offese e chiamate assassine, e che ancora oggi ricordano con rabbia quei momenti. Queste donne contestano l’ingresso degli antiabortisti nei consultori poiché minerebbero la  rappresentazione che queste strutture dovrebbero avere per legge e rimanda anche a una indiretta e mascherata delegittimazione strategica di un governo volto a svuotare il diritto di aborto .

Vorrei partire da una frase che una di queste donne, ha proninciato durante l’intervista “Difenderemo i nostri consultori e il nostro diritto alla salute, sempre”. Ma anche la ministra Roccella si è espressa sul caso che ha visto alcune donne obbligate a sentire il battito del feto all’interno di presidi sanitari pubblici a cui si erano rivolte per abortire: “Cattiva prassi medica ”.

Cercheremo di capire  da dove nasce questa polemica con tutta la discussione su se sia lecito o no avere un pro Life presso i centri (di fatto) abortivi, se sia lecito fare incontrare questi operatori pro Life a donne che hanno intenzione di abortire. La polemica che ne è nata  è interessante perché ha risvolti giuridici morali ed è meritevole di essere approfondita.

Aborto legalizzato e sovvenzionato

Dobbiamo tenere presente due canoni che devono guidare il nostro ragionamento al di là dei valori che poi chiaramente declineremo.

Il primo canone è che l’aborto legalizzato non è solo legalizzato, è l’aborto sovvenzionato. Cioè nel termine aborto legale in realtà non si dice qualcosa che è semplicemente legale, si dice qualcosa che viene somministrato dallo STATO in cui lo STATO ha una parte attiva. Molte volte parliamo di legalizzare la cannabis o legalizzare la prostituzione, ma in questi casi lo STATO  si limiterebbe a non punire più o limitatamente a disciplinare condotte che prima venivano ritenute, e che sono oggettivamente, moralmente condannabili.

Nel caso dell’aborto noi non abbiamo solo lo STATO che lo consente ma abbiamo lo STATO che lo compie, che paga del personale perché venga praticato l’aborto. Questo è il primo termine del nostro orizzonte, il secondo termine è che parliamo della scelta dello Stato di assecondare questa possibilità, questo atteggiamento della donna, la scelta dello Stato di sovvenzionare questo tipo di atteggiamento.

Questo atteggiamento, che è poi quello di tutti i paesi occidentali, praticamente è un aspetto che non è in realtà neutro. Già gravissimo di per sé, se fosse neutro, perché uno STATO che non si occupa dei concepiti, dei traumi provocati alle madri dall’aborto, dei traumi provocati ai padri di essere stati impotenti mentre il figlio veniva distrutto, è uno STATO che si macchia di indifferenza. Ma lo STATO non è indifferente perché lo STATO sovvenziona l’aborto, si rende parte attiva. Questi sono i due binari sui quali dobbiamo far correre il treno delle nostre riflessioni.

Il caso francese

Il povero Macron che ormai sta con l’acqua alla gola, nel senso che il suo partito è in crollo di consensi, ormai si è capito che Macron è una longa manus della commissione europea che a sua volta è una longa manus di altri poteri. Perché mettere l’aborto in costituzione? Perché metterlo nella carta fondativa se l’aborto è sostanzialmente libero, nel senso che non ci sono posti in EUROPA in cui se una donna vuole abortire non possa farlo. Perché si é voluto inserire nella costituzione francese e ancor più nella costituzione europea questa possibilità?

Ci sono due fronti : uno pro aborto e uno indifferente all’aborto (Essere indifferenti all’aborto vuol dire essere a favore dell’aborto).

Cosa ha spinto questi due fronti a voler mettere l’aborto in costituzione?

L’aborto è un diritto ma non una libertà. In quasi tutti gli ordinamenti l’aborto non è a richiesta, cioè è un diritto ma non è una libertà. L’aborto è stato contrabbandato per decenni come uno strumento non di tutela della libertà della donna ma della salute della donna. Nei cortei e nelle manifestazioni veniva richiamata l’attenzione ma in realtà non c’è  nulla di più falso. Questo perché l’aborto come libertà, come fenomeno autodeterminate significa voler dire che un soggetto di diritto, qual è la madre, ha diritto di vita e di morte su un’altro soggetto, quale è il figlio. Anzi il medico è colui che materialmente attua l’intervento soppressivo su richiesta di un soggetto, che è la madre, che avrebbe responsabilità verso l’altro soggetto debole, di sopprimerlo. Questa cosa giuridicamente non può stare in piedi perché l’aborto è stato introdotto in termini giuridici; l’aborto è stato fatto passare come strumento di tutela della salute. Questo è tanto vero che anche la nostra Corte Costituzionale ha ritenuto che l’aborto nel nostro ordinamento si regga solo e soltanto sulla base dello Stato di necessità che sarebbe” La legittima difesa”.

Cioè, io madre ho la mia salute in pericolo e per difendere la mia salute dalla gravidanza non ho altro modo che sopprimere l’altro soggetto di diritto che ho in me.

Questo può sembrare aberrante e di fatto lo è portando in sé delle conseguenze in termini dell’aborto come libertà. L’aborto è solo un diritto è una terapia per cui se non ci sono le condizioni non si può abortire. Questo è un costrutto teorico perché nella pratica tutte le legislazioni che hanno introdotto l’aborto come strumento di tutela della salute, la famosa salute riproduttiva, lo hanno sempre introdotto come condizioni talmente ampie, talmente larghe che alla fine non c’è  un caso di una donna che abbia voluto abortire e il sanitario, il consultorio a cui si è rivolta, le abbia detto no.

Non esiste quindi una libertà di aborto e questo scivolamento verso il diritto costituzionale all’aborto in sé per sé, non solo nell’ambito della salute riproduttiva, serve ad emancipare l’aborto dall’area della salute e a portarlo sic et simpliciter nell’area della libertà. Non più quindi un trattamento medico ma è una cosa che la donna vuole fare e siccome la sa fare solo un medico solo lui può farla ma non è una terapia. Siamo di fronte ad una sovversione non solo dell’arte medica che ormai è in auge da tanto tempo, di una  medicina dei desideri” Io voglio fare questo, tu lo sai fare, pertanto lo devi fare”, ma anche ad un’altra sovversione del concetto di STATO, il fatto che lo STATO viene così costretto a sovvenzionare non più bisogni di salute ma scelte personali e  individuali.

Io voglio che mio figlio sia distrutto” allora lo STATO deve pagare un medico e un’attrezzatura perché ciò avvenga.

Questo è il vero dramma della democrazia moderna.

La deriva dal concetto di diritto al concetto di libertà tutelata giuridicamente che vede proliferare i diritti o presunti tali che non conoscono più il limite. Questo è il dramma della democrazia moderna: non c’è più la legge naturale a fare da retroterra.

Il vero dramma è quando il politico moderno si sgancia dalla legge di natura. Se  passa in Europa quello che è passato in Francia e poi, se passa anche in altri Stati, si arriverà a comprimere inevitabilmente il diritto all’obiezione di coscienza, primo problema soprattutto del corpo medico. Ciò non significa che potrebbero esserci anche grandi ferite a livello di libertà di manifestazione del proprio pensiero o della propria fede. Potremmo avere il paradosso di sacerdoti, vescovi, cristiani che se si esprimono contro l’aborto diventano rei di operare contro un diritto garantito costituzionalmente.

La guerra all’obiezione di coscienza

Il medico ha da sempre diritto all’obiezione di coscienza ma se invece ci troviamo dinanzi a una semplice libertà è chiaro che non c’è più tutto questo. Il fine non è quello di costringere i medici cattolici o comunque pro vita ha fare gli aborti, lo scopo è quello che certi settori siano fuori dalla portata professionale dei medici pro vita.

È proprio il caso della denuncia fatta da quelle otto donne dalla quale siamo partiti . Succederà che in un primo periodo ci saranno medici cattolici che si troveranno costretti a fare queste procedure, a meno che non si dimettano, e si  dimetteranno probabilmente. Ma nel medio e lungo termine succederà che certe aree saranno beneficio soltanto dei medici favorevoli all’aborto.

Questa è una trappola che nel nostro ordinamento per paradosso, ad un certo livello, è già scattata perché uno dei motivi per cui non vengono mai riscontrate le condizioni per abortire in Italia è che grazie alla norma sull’obiezione di coscienza i medici obiettori sono tagliati fuori da tutte le fasi della procedura abortiva. Per cui anche dalla fase relativa al colloquio in cui si prende atto delle cause che portano all’aborto. Quindi le donne che vogliono abortire, le madri che vogliono abortire parlano soltanto con le persone favorevoli all’aborto: per molti versi è stato già ottenuto il condizionamento della persona.

La legge 194 annulla la figura del padre, annulla la figura del figlio e anche la madre perché nella legge che si chiama tutela sociale della maternità, la parola “madre” compare una volta sola e per il resto si parla di donne e prodotto del concepimento. La 194 serve solo e soltanto a consentire alla donna di abortire e al medico di fare gli aborti senza essere punito, anzi prendendoci lo stipendio.  L’aborto è sempre stato introdotto nei vari ordinamenti come causa di non punibilità dei medici. Apparentemente parla di un trattamento socio sanitario ma nella realtà accorda una facoltà praticamente indiscriminata di aborti. La legge 194 non la vuole toccare nessuno perché sta bene agli ipocriti che dicono che la legge non  funziona perché andrebbe applicata in modo migliore, sta bene anche ai liberali che, nella sostanza, hanno una legge che gli fa fare quello che  vogliono. Quello degli obiettori è un falso problema perché, ovunque, gli ospedali sono organizzati  per avere delle equipe che vengono da fuori  a  praticare gli aborti.

Il significato dell’aborto in costituzione

L’aborto in costituzione significa aprire una prospettiva non  al pieno diritto della madre, ma dello Stato perché  è  lo  Stato che fa l’aborto e ha diritto di vita e di morte sul concepito,  non solo,  ma anche dopo perché l’utero in affitto, la fecondazione eterologa sono la commercializzazione del nato.  Se in costituzione il diritto di abortire, come libertà, postula la Signoria assoluta fittiziamente della madre, ma in realtà dello Stato, perché è lo Stato che fa l’aborto sulla vita del concepito, nulla potrà vietare, un domani di commercializzare, anche i nati.

Lo stato, in base alla teoria generale dei diritti umani, visto come l’ultimo barlume di “diritto naturale”  che è rimasto nelle nostre costituzioni,  non può negare la soggettività del concepito. Ma  se dall’altro lato ammette la libertà della donna di decidere sul concepito, per quella coerenza spietata che abbiamo tratteggiato prima, arriverà a stabilire il diritto della donna, della madre, anche sul nato. Tanto è vero che ci sono già bioeticisti laici come  Maurizio Mori e Peter Singer che sono favorevoli al cosiddetto aborto post nascita.

Che cosa è l’aborto post nascita? È un infanticidio ma non lo chiamiamo così, perché troppo forte, chiamiamolo aborto post nascita.  L’aborto post nascita significa che il bambino portatore di una menomazione non diagnosticata possa essere tenuto in osservazione ed entro 30 giorni dalla nascita può essere soppresso.

Un’altro portato dell’aborto in costituzione è la codificazione della prevalenza del soggetto forte su un’altro soggetto debole che è la sovversione del diritto.  Qui arriviamo all’antigiuridicità dell’aborto cioè il fatto che la legislazione abortiva postula apertamente o implicitamente, ma postula necessariamente, che il forte sia ancora più forte e che il debole sia ancora più debole, che è l’opposto di ciò a cui dovrebbe servire il diritto.  A questo punto è doveroso accennare  su quale terreno affondano le radici di queste leggi abortiste.

Non parlerò della 194 ma di alcune premesse storiche culturali e filosofiche che in qualche modo illuminano e spiegano il senso in generale dell’introduzione di queste leggi, non solo in Italia ma in tutto il mondo a favore dell’aborto.

Voglio fare un discorso che sia di premessa partendo con una citazione dal testo, che ha fondato la medicina occidentale, il giuramento di Ippocrate.

Molti secoli fa, più di 2000 anni fa, Ippocrate scrive: “ non accetterò come medico alcuna richiesta di somministrare veleno a qualcuno ne darò mai consigli di tal genere. Inoltre similmente non opererò sulle donne allo scopo di procurare l’aborto“.

Siamo in un’epoca in cui ancora Cristo non aveva portato il suo messaggio di liberazione dal peccato e di salvezza. Ippocrate è un pagano e pure già obbliga moralmente i medici che a lui si ispirano a giurare che mai daranno l’aborto a nessuno. Dopo questa premessa cerchiamo di capire perché l’aborto pone un grave problema morale contro la neo lingua che i rivoluzionari hanno sempre usato; in particolare i partiti degli attivisti che hanno promosso l’aborto in Italia.

In questa neolingua o new Speech nel linguaggio di Orwell l’aborto è stato definito in legge con il titolo” Norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria della gravidanza”. Notiamo che la legge che introduce l’aborto inizia dicendo “norme per la tutela sociale della maternità“. Pensiamo il livello di carità pelosa, di falsità che sta dietro questa intitolazione della legge. Neolingua perché appunto non chiamano aborto dove l’aborto sarebbe l’unico termine legittimo, ma lo chiamano interruzione volontaria della gravidanza. Questo è un eufemismo, come minimo è una circonlocuzione che non è stata scelta a caso ma è stata scelta per attenuare negli elettori la consapevolezza della gravità di ciò che si apprestavano a votare. Ebbene l’aborto va chiamato aborto e va definito, lo definiamo con la chiesa, come l’espulsione volontaria, violenta e prematura del frutto del concepimento, attraverso mezzi chirurgici o farmacologici. Quindi è un atto volontario in cui una donna e il medico che interviene, espellono violentemente in modo prematuro e innaturale il frutto del concepimento, cioè il feto.

Dal punto di vista morale, della teologia morale e della filosofia morale, rileva l’aborto, ovviamente volontario o provocato. L’aborto spontaneo non riguarda assolutamente il nostro tema.

L’aborto volontario è sempre gravemente peccaminoso in termini morali   è sempre stato penale. Praticamente per un tempo lunghissimo fino al 1978 lo è , sia che il motivo che spinge all’aborto la donna sia lo sbarazzarsi del nuovo figlio per qualunque motivo di infermità, grave malformazione genetica, timore di morte o danni alla salute della madre ed infine anche le ragioni socio economiche, per qualunque ragione l’aborto non  può essere giustificato sul piano morale. Vediamo perché è ingiustificabile. È ingiustificabile anche laddove compiere l’aborto significa salvare la madre. Nemmeno in questo caso l’aborto è legittimo. L’aborto per la teologia morale è considerato un omicidio corporale in quanto offende la vita del corpo del nascituro e di fatto consiste in azioni chirurgiche volte a straziare, spezzare e distruggere questa vita per poi estrarla dall’utero materno. Ma l’aborto è considerato anche un omicidio spirituale, dal punto di vista cristiano, perché il feto viene ucciso prima che questi nascendo possa ricevere il battesimo.

Quindi un bambino non battezzato, non ha colpe personali essendo morto prima dell’età della ragione ed è destinato al limbo.

L’aborto è un peccato gravissimo che grida vendetta al cospetto di Dio.

L’aborto non è mai lecito.

Oggi nella nostra società moderna e complessa non c’è più la mammana o la strega ostetrica che compie l’aborto (l’aborto era un’azione tipicamente compiuta dalle streghe durante il medioevo ed era un’azione rivolta essenzialmente contro la fecondità e a favore dell’impotenza maschile e a favore dell’aborto: emerge da uno studio approfondito delle azioni sataniche o stregoneria durante il medioevo) Oggi abbiamo gli ospedali di Stato che finanziano l’aborto, un intero apparato tecnocratico. Vi è una cooperazione diretta e indiretta al male dell’aborto, coopera chi consiglia l’aborto; è praticamente come chi lo compie, come i governanti che non compiono tutto ciò che potrebbero per estirpare questa piaga terribile e terrificante peggiore di qualsiasi altra piaga.

Il cattolico liberale che dice “io sono cattolico e pertanto non abortisco, ma chi non crede, chi non ha la fede è giusto che possa anche abortire“ commette un errore clamoroso perché l’aborto non è interdetto solo ai cattolici o solo ai credenti. La legge naturale essendo immanente alla coscienza, alla ragione di ogni uomo è un articolo che vale universalmente: anche il non credente è tenuto a rispettare la legge di natura. L’aborto non riguarda i cristiani riguarda l’uomo perché ripugna la ragione insita nella legge naturale che vieta appunto di uccidere l’innocente: l’aborto si può qualificare come un caso particolare di omicidio. Il feto è un essere umano, una creatura intellettuale, distinta dalla madre e perciò anche prima di nascere è soggetto dei diritti naturali primo fra tutti il diritto ad esistere, a vivere e a non essere soppresso.

 Prima che l’aborto fosse introdotto in Italia

Prima  che l’aborto fosse introdotto in Italia l’articolo 553 e l’articolo 546 del codice penale prevedevano l’arresto e il carcere per chi  abortiva. Pratica usata pochissimo ma comunque esistente che prevedeva una punizione poiché la persona era penalmente responsabile. Sia chiaro che l’aborto è sempre esistito anche prima della legge 194, c’era per esempio nel mondo pagano come c’era anche l’infanticidio, ma non era approvato dalla legge, era tollerato,  era una prassi.  Le leggi condannavano comunque l’aborto e nel medioevo l’aborto venne debellato come venne debellato l’infanticidio che nel mondo pagano era una prassi abituale che si riaffaccia prepotentemente sulla scena coperto dalla legge nel 1919 con la rivoluzione comunista in Russia.  Il bolscevismo vara la legge che permette l’aborto e l’aborto dilaga e ben presto diventa di fatto uno strumento contraccettivo: l’aborto era una sorta di contraccezione dei poveri per cui negli anni 50- 60 nei paesi dell’est europeo, sotto il comunismo, si stimava che mediamente ogni donna adulta avesse avuto 5 o 6 aborti nella sua vita matrimoniale.  Negli anni 50 dilaga nei paesi ex comunisti oltre che in Giappone dopo la conquista americana. Il Giappone riceve l’obbligo di leggi pro aborto.  In Giappone l’aborto dilaga già negli anni 40, nel 67 l’Inghilterra vara la legge per l’aborto, nel 73 gli Stati Uniti, nel 75 la Francia e nel 78 l’Italia.

È importantissimo ed interessantissimo capire il cammino che porta l’aborto in Italia come in tutti gli altri paesi occidentali.  Perché è importante questo cammino ?

Perché se noi togliamo l’aborto dal cammino che ha compiuto, noi non capiamo il dramma dell’aborto.  Il dramma dell’aborto non è una mostruosità isolata nel tempo, nella storia che irrompe sulla scena sociale, imprevisto e inaspettato, ma è l’ultimo atto o meglio il penultimo di una deriva gravissima che si apre a partire dagli anni 60.

Nel 68 si ha  la rivoluzione attentamente pianificata dalle centrali di potere finanziario e di potere occulto che in quegli anni controllano il mondo della grande finanza.  Subito dopo nel 70, in Italia, si ha la legalizzazione del divorzio, nel 71 la legalizzazione della contraccezione e della pubblicità di materiale contraccettivo, della libera esposizione di materiale contraccettivo (prima vietata dal codice penale che puniva con il carcere fino ad un anno.  Ogni induzione all’utilizzo di strumenti contraccettivi era punito col carcere). Abbiamo poi la depenalizzazione della pornografia negli anni 70, elemento decisivo per capire l’aborto: c’è un nesso profondo dell’aborto con la contraccezione, con il divorzio e con la pornografia.  La pornografia viene depenalizzata con sentenze delle varie magistrature italiane che lentamente allargano il concetto di atto osceno rendendolo praticamente nullo, perché alla fine nulla più è tale da escludere la sua rappresentazione grafica.  Infine nel 75 c’è l’abrogazione della patria potestà con la famosa legge sulla famiglia che cancella il concetto di patria potestà.  Una svolta fondamentale carica di significati simbolici metafisici molto profondi.

Che cosa c’è in comune tra queste norme che ho citato?

 Perché l’aborto è l’esito inevitabile di esse?

  • 1) perché queste leggi instaurano le quattro grandi fratture, le quattro grandi separazioni: separazione fra amore e matrimonio con la legge sul libero amore fra giovani non sposati. La normalizzazione, dopo il 68 dei rapporti prematrimoniali prima severamente interdetti sia dai costumi che dal sentire etico diffuso.  L’adulterio viene celebrato da ogni romanzo e film degli anni 60 e 70.  Divorzio, adulterio e libero amore fra i giovani significano separare l’amore e il matrimonio.
  • 2) Separazione fra sessualità e amore attraverso la pornografia.  La pornografia  rappresenta l’atto sessuale al di fuori di qualunque comunione sponsale, al di fuori di qualunque senso o significato morale profondo o spirituale più profondo e dunque la frattura drammatica che la pornografia produce a livello etnico, al livello di psicosi collettiva.
  • 3) La separazione di sessualità e generazione di figli.  Con la contraccezione e con l’aborto passa l’idea che il fine primario del matrimonio non è più la procreazione dei figli, come la chiesa ha sempre insegnato (Il fine primario del matrimonio è procreare figli, il fine secondario è il mutuo aiuto fra i coniugi).  Separare l’aspetto unitivo dall’aspetto procreativo ci porta alla quarta frattura.
  • 4)  La separazione fra differenza sessuale, complementarietà fra uomo e donna e sfera affettiva sessuale con omosessualismo, ideologia del gender, cultura lgbt dove si dà l’assalto finale al concetto stesso di natura creata dell’uomo creato come uomo e donna: maschio e femmina li creò.  Questo è l’ultimo assalto all’ordine creaturale divino stesso.

L’uomo a questo punto non ha più una natura, l’uomo diventa una cosa umana fluida e indifferente la cui essenza, per così dire, mobile e cangiante e quindi si presta a qualunque prassi di potere su di essa voglia esercitarsi.

L’aborto oggi è ancora di una gravità crescente perché gli aborti chirurgici sono passati da 60 milioni all’anno nel mondo a circa 44 milioni di aborti chirurgici senza considerare gli aborti farmacologici.

Sommando gli aborti farmacologici (attraverso pillole abortive del giorno dopo, dei 5 giorni dopo, o pillole anticoncezionali che impediscono l’annidamento dell’embrione già concepito e quindi pillole segretamente abortive) che vengono stimati tra i 700 milioni è un miliardo di aborti l’anno, arriviamo alla cifra spaventosa di un miliardo e 44 milioni di aborti.  Questo è il più grande, l’unico vero grande genocidio della storia al cui confronto qualunque altro genocidio storicamente prodotto su uomini già nati e magari battezzati è una bazzecola.

Ma i poteri forti ci vogliono far credere il contrario come Simone Veil, ebrea francese, membra della comunità ebraica francese, ministro della sanità che ha introdotto l’aborto in Francia dirà questa frase incredibile  “ La padronanza totale della fecondità, il suo controllo assoluto da parte dello Stato, costituisce in effetti il criterio più perfetto dell’organizzazione sociale.  Uno stato che vuole veramente controllare il suo popolo deve controllare la sessualità, la natalità e ogni altro sviluppo della popolazione attraverso l’aborto”.

Anche un’altro importantissimo uomo politico francese Pierre Simon, un ebreo francese che era stato capo della massoneria per molti anni e ricoprì importantissimi ruoli a livello sanitario disse: ”La statalizzazione della procreazione della sessualità e della morte è un obiettivo essenziale del governo.  Un governo non ha veramente potere se non controlla la nascita e la morte, se non controlla i rapporti sessuali fra le persone”.

E in tutto questo c’entra la massoneria perché essa è a favore dell’aborto, a favore del gender e a favore dell’omosessualità.  È lapalissiano la sovrapposizione tra massoneria e i centri a favore del neo Malthusianesimo – depopolamento.

La sezione francese della International plan and parenthood Federation, la più grande Federazione pro aborto del mondo, nel 73 disse: “Quello che noi vogliamo è distruggere la civiltà cristiana. Come? Con l’aborto”.

L’aborto è un colpo al cuore, per così dire, alla stessa idea di civiltà cristiana, cioè non interessava tanto l’aborto, ma sradicare, cancellare dalla faccia della terra il cristianesimo attraverso l’aborto e la pornografia.

Leone XIII nel 1884, nell’enciclica HUMANUM GENUS, la famosa enciclica contro la massoneria, disse“ L’ultimo e il principale degli intenti della massoneria è distruggere dalle fondamenta tutto l’ordine religioso e sociale uscito dalle istituzioni cristiane”.

 Lo stesso disse San Giovanni Bosco, che nell’ottocento testimone dell’assalto massonico all’Italia cristiana disse”  Esiste una sola vera guerra la guerra a favore o contro la Chiesa di Cristo“.

 Conseguenze.  Cos’altro non sarà possibile?

Le conseguenze dell’aborto sono il crollo del matrimonio, il crollo della natalità, il crollo della fiducia nell’uomo. Se una madre è spinta dallo STATO e convinta a sradicare fisicamente dal suo grembo quel figlio per il quale è progettata da Dio con la sua dolcezza femminile, la dolcezza della sua corporeità, la tenerezza dei suoi gesti dove tutta la sua psicologia è ordinata a generare e custodire la vita nascente e la prima infanzia del bambino, se una madre viene convinta a strappare dal proprio grembo, proprio fisicamente frantumando quel feto che dovrebbe diventare il suo bambino, che cos’altro non sarà possibile?

Non c’è niente di peggio di questo gesto contro natura.  È la fine dell’idea che l’uomo è al mondo essenzialmente per amare, per sacrificarsi (Sacrum facere), per uno scopo che è più grande della propria persona. Crolla così il senso del bene comune come trascendente i limiti della persona, della sua soggettività. L’uomo è ridotto a macchina desiderante.  È un automa libidico pulsionale che è vero solo se soddisfa e quanto più soddisfa ciò che lui in fondo è.

Augusto Del Noce sviluppò vedendo l’abisso dell’aborto, la categoria di totalitarismo della dissoluzione che fu ripresa in un certo senso da Michael Jones, il grande filosofo americano vivente che ha scritto un libro stupendo “libido dominandi” sull’essenza politica e metafisica della pornografia Jones e Del Noce spiegano il senso di tutto quello che abbiamo descritto.

 Il potere vero, che purtroppo non sono i politici che vediamo in televisione, il vero potere più occulto risiede in poche grandi famiglie di finanzieri che controllano il mondo da molti secoli.   Il potere vero lo si ha solo su uomini e in particolare su giovani moralmente corrotti e viziosi.  Solo costoro possono essere interamente dominati.  Solo la persona casta sa morire in battaglia.

Cosa possiamo fare?

In questo attuale contesto culturale e politico toccare la legge sull’aborto probabilmente porterebbe a peggiorarla però non dobbiamo dimenticare che, per esempio in America, le tante norme pessime sull’aborto sono state spazzate via come le strutture dei planned parenthood che stanno chiudendo; quando ha governato Trump i fondi statali a planned parenthood sono stati chiusi. È stata l’Europa a mandare i fondi in  America per sostenere e sovvenzionare le organizzazioni abortive americane. Non dobbiamo pertanto avere paura, quello che si può fare sicuramente è superare un certo rapporto con la genitorialità. Da un lato c’è il rifiuto della genitorialità intesa come una limitazione della libertà personale, quando invece, la genitorialità è uno sviluppo della libertà personale.

La  genitorialità alla fine è amore e l’amore rende sempre migliori.  La bellezza della genitorialità  ridimensiona di dignità tutti i surrogati come l’animalismo, l’ambiente…  Ogni cosa torna ad occupare il posto giusto nella scala dei valori.  Un’altro aspetto che va considerato su un orizzonte più ampio è un fatto molto semplice: noi siamo nella società del controllo.

Noi vogliamo che sia tutto controllabile e prevedibile ma l’uomo, possiamo dire con molta approssimazione, fino agli anni 50, non era così.  L’uomo non era in una società del controllo, l’uomo sapeva che il domani era di per sé incerto, non aveva paura del domani.

Nel momento in cui l’uomo perde la fiducia nell’incertezza del futuro ecco che non genera più figli.  L’individualismo combinato con la paura porta alla disperazione.

La realizzazione e la felicità passa attraverso una vita donata per amore, donare la propria vita è gioia, sviluppo di sé, non è una palla al piede. Un figlio non è una palla al piede, non è un impoverimento, non è un fardello da portare che limita la propria libertà è al contrario un dono per la vita.

L’aborto è il frutto di una miscela letale apparentemente benefica di individualismo quindi di una libertà senza responsabilità e paura.

Perché si ha paura del futuro??

Perché si è abituati a dover pensare che il futuro debba essere previsto, prevedibile. Non è così, il futuro non è mai prevedibile quello che possiamo fare è attrezzarci per fronteggiare l’imprevisto, l’imprevisto è imprevisto in quanto tale.

 Individualismo più paura portano alla disperazione.  Ecco perché questo Occidente è un Occidente sazio e disperato.

 Non dobbiamo scoraggiarci, dobbiamo credere nella ragione, credere nel fatto che le persone, se capiscono le cose, possano avere anche il coraggio di agire di conseguenza.  Dobbiamo diffondere più possibile elementi di una cultura nemica dell’aborto e amica della vita, del futuro e della paternità.

Dal primo istante della sua esistenza, fin dal momento del concepimento, l’essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita.

Questo è un insegnamento costante della chiesa e mai mutato, dal I secolo sino ad oggi, infallibile.

Chiaramente, dati questi presupposti, il diritto inalienabile alla vita di ogni individuo umano innocente rappresenta un elemento costitutivo della società civile e della sua legislazione. Infatti questo è il primo di tutti i diritti, un diritto fondamentale che le costituzioni e le leggi degli Stati devono semplicemente riconoscere, perché esso le precede.

Quando una normativa attacca la vita, allora non si può più parlare di Stato di diritto. Inoltre, con la soppressione di un essere umano innocente e indifeso, si nega l’uguaglianza di tutti di fronte alla legge. E se la democrazia non tutela il diritto naturale e anzi, vi legifera contro, perde ogni legittimità.

Pertanto di fronte a leggi come la 194 del 1978, il buon cittadino di qualunque confessione sia, è tenuto a non obbedire, perché esse, non essendo conformi alla ragione, sono inique e cessano pertanto di essere leggi, diventando atti di violenza, come da sempre insegna la Chiesa.

Se l’ordinamento giuridico, in tali casi, non riconoscesse il diritto all’obiezione di coscienza, ci troveremo senz’altro dinanzi a uno stato totalitario, uno “Stato etico“, cioè un ente che pretende di decidere da sé cosa è bene e cosa è male.

In tal caso il potere dello Stato risulterebbe alla fine illimitato e i cittadini diverrebbero sudditi, come ai tempi dell’assolutismo.

prof. ssa Paola Persichetti

Paola Persichetti, oltre ad essere leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con  110/110, bacio accademico e menzione d’onore.  Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.

MAXI-MULTE PER I BIMBI SENZA VACCINI OBBLIGATORI: Ecco come Difendersi Legalmente dal Decreto Lorenzin e dalla Dittatura Sanitaria

MAXI-MULTE PER I BIMBI SENZA VACCINI OBBLIGATORI: Ecco come Difendersi Legalmente dal Decreto Lorenzin e dalla Dittatura Sanitaria

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Nell’immagine di copertina l’ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin che emise il Decreto sui 10 vaccini obbligatori in ossequio al piano di Immunizzazione di Bill Gates, Barack Obama e Matteo Renzi approvato dal Governo Gentiloni


Multa Lorenzin arriva alla  regione UMBRIA

di prof. ssa Paola Persichetti

Mi è stata inviata da un genitore, nostro associato, associazione TRILLY APS, M.T. le sue iniziali, un verbale di accertamento e contestazione di illecito amministrativo da parte della Usl Umbria 2. Questo non è l’unico caso che stiamo seguendo: ce ne sono altri in corso da parte sia della Usl Umbria 2 che della Usl Umbria 1

Dopo il Trentino e l’Emilia-Romagna si accoda anche l’Umbria nel comminare la multa da Decreto Lorenzin ai genitori che decidono di  inadempiere “all’obbligo vaccinale”.

Qui addirittura hanno deciso di comminare una multa sull’esavalente ed una sul quadrivalente di  177 euro l’una. I genitori non intendono pagare questa multa perché vorrebbe dire ammettere di sbagliare e subire passivamente degli abusi.

Intendono riprendersi il loro status naturale di tutori legali dei propri figli, non lasciando decidere al governo. I genitori avranno sempre l’ultima parola.

Sono state pertanto depositate le memorie difensive sul verbale di accertamento sperando di non dover arrivare al GdP. Ad altri genitori, di due minori della Usl Umbria 1, sempre nostri soci, hanno deciso di comminare 7800 € Ca.

Come è potuto accadere?

Ottobre 2018, si era appena entrati nella legge Lorenzin, e tutti avevano creduto che un DL seppure convertito in legge 119/2017 potesse interferire nel diritto all’istruzione. Tutti hanno creduto alla balla del requisito d’accesso, che i bambini che non fossero stati in regola con i vaccini, non potevano frequentare; alla balla delle sospensioni che non esistono e non si possono comminare; della balla che le scuole possono far tutto e che la legge Lorenzin esclude e discrimina, e coloro che non sono in regola con  lo status vaccinale facendolo con dei fogli di carta che non hanno nessun valore.

Vogliamo pertanto affrontare la problematica che affligge molti genitori che non si sentono tutelati né si sentono liberi di dissentire riguardo ad una terapia vaccinale.

A tal riguardo oserei parlare di “psicosi collettiva e manipolazione delle menti“.

Come presidente di una associazione TRILLY APS, molto spesso vengo interpellata riguardo a questa problematica che affligge e getta nella disperazione molte famiglie, e quello che ho constatato è che nessuno ha mai denunciato, i tribunali sono rimasti vuoti, nessuno ha protestato anzi tutti, e dico tutti, hanno consegnato dati sensibili sanitari come se fossero “ un nulla”. Ancora oggi, per molti genitori, è  così, come se un minore da 0-6 anni non avesse lo stesso diritto di istruzione-educazione, socializzazione ed inclusione come uno da 6-16 anni.

Quello che è iniziato con la Lorenzin non è stato che un piccolo antipasto di quello che abbiamo vissuto in questi ultimi quattro anni: se erano stati esclusi minori da 0-6 anni privandoli della frequenza e del diritto all’educazione, alla socializzazione e all’inclusione, ora lo si poteva fare anche con il Covid 19.

C’è stata una vera e propria  MANIPOLAZIONE DI MASSA portata avanti dal Governo ma che non corrisponde alla realtà oggettiva. Da sempre sentiamo dire che il Governo non può obbligare a nessun farmaco TRANNE i vaccini, oppure che un cittadino può rifiutare ogni cosa nel suo corpo ma il vaccino no.

È solo propaganda! Partiamo dal presupposto che un TSO è un fermo amministrativo, tramite sedazione, dove la persona che sta violando la Legge non è trattabile, quindi dichiarata momentaneamente interdetta ed al trattamento farmacologico non viene richiesto il suo CONSENSO INFORMATO. Il TSO è un caso di PUBBLICA SICUREZZA.

Il sindaco, su emergenza epidemica, quindi tutela della salute pubblica, può fare ordinanza per la quarantena domiciliare ad una persona che ha certificazione di malattia ma non imporgli esami/cure/vaccini.

Ma cos’è un vaccino?

No non è un siero ma un “farmaco iniettabile esclusivamente da personale medico” e segue all’acquisizione del CONSENSO/DISSENSO del paziente o di chi ne fa le veci.  Nessun obbligo, nessuna punizione, nessuna imposizione,  una Legge non può obbligare ad un farmaco e i vaccini sono farmaci e non sono  a regime “speciale”.

Data la situazione è fondamentale distinguere il vero dal falso e acquisire gli strumenti per comprendere quando si è di fronte ad una propaganda o quando si è di fronte a dei veri obblighi come cittadini.

E la vaccinazione, TUTTI I VACCINI, non rientrano più in quegli obblighi dal 2001 grazie alle disposizioni di Legge (145/2001 – 219/2017) legate all’art. 32 della Costituzione. Acquisendo tale consapevolezza nessuno potrà più mistificare la comprensione della legge e manipolarci. La consapevolezza e la conoscenza di un uomo fa paura al sistema. La conoscenza è la vera libertà degli individui.

La modalità in cui ci comunica “l’obbligatorietà del vaccino avviene sempre nello stesso modo,una semplice lettera inviata da una scuola pubblica che dichiara che agli studenti  viene  impedita la frequenza o l’iscrizione alla scuola materna perché non è in regola con lo stato vaccinale “obbligatorio“. In Italia, non è un segreto, la sanità sta cercando di entrare nelle scuole ne è l’esempio recente che anche in Sicilia si sospendono o meglio, si vorrebbero sospendere, tutti gli alunni che non abbiano completato la vaccinazione MPRV, come il personale scolastico, direttamente dalla dirigenza scolastica.

Con nota n. 7146 del 23 febbraio 2024 si comunica che, a causa di casi di morbillo, a TUTTI i minori da 0-16 non correttamente vaccinati DEVONO ESSERE SOSPESI DALLA FREQUENZA SCOLASTICA FINO A VACCINAZIONE (due dosi di Morbillo-Parotite-Rosolia [MPR] e per i nati nel 2017 anche +Varicella [MPRV]). Coinvolto anche tutto il PERSONALE SCOLASTICO. La questione è gravissima perchè assolutamente FUORI LEGGE. Cerchiamo di capire i fatti per trovare le giuste contestazioni che ci portano a dire che siamo difronte ad un vero e proprio abuso.

La Situazione dei Minori 0-16

L’art.3-bis della Legge 119/2017 NON impedisce ai minori NON in regola con le vaccinazioni l’iscrizione, l’accesso e la frequenza per nidi, materne, elementari, medie e superiori. Per la fascia 0-6 è OBBLIGATORIO il deposito della documentazione entro il 10 luglio dall’iscrizione (libretto vaccinale in regola, esonero/differimento, formale richiesta di vaccinazione ed omissione), NON solo l’adempimento vaccinale, per evitare la DECADENZA DELL’ISCRIZIONE con giusta causa per negligenza dei genitori. Per la fascia 6-16 c’è comunque la richiesta entro il 10 luglio ma se non viene effettuato il deposito NON è prevista la decadenza dell’iscrizione.

Mentre l’art.1-2 della Legge 199/2017 prevede UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA da 500 euro, da parte dell’ASL competente, per l’inadempienza vaccinale. NON ESISTE SOSPENSIONE DA NESSUNA PARTE, LEGGE LORENZIN COMPRESA. In più ricordiamo che se fossimo, anche,  davanti ad un’emergenza epidemica, dove il Sindaco con ordinanza potrebbe CHIUDERE LE SCUOLE A TUTTI (personale scolastico compreso) non si può impedirne l’accesso ad alcuni. Invece richiamano in maniera scorretta la Legge 119/2017 ignorando che, con Decisione  del 22/11/2017 – Deposito del 18/01/2018 e Pubblicazione in G.U. 24/01/2018  n. 4, la Corte Costituzionale, con sentenza di rigetto 5/2018, discuteva proprio le competenze Stato-Regioni sul DL 73/2017, convertito in Legge 119/2017.

La Regione Veneto, ricorrente, voleva differenziarsi dalla normativa vigente sull’obbligo vaccinale, ma la Corte Costituzionale ha affermarmato chiaramente che ciò non è possibile.

Al punto 7.2.5. della sentenza menzionata leggiamo: “Dinanzi a un intervento fondato su tali e tanti titoli di competenza legislativa dello Stato, le attribuzioni regionali recedono, dovendosi peraltro rilevare che esse continuano a trovare spazi non indifferenti di espressione, ad esempio con riguardo all’organizzazione dei servizi sanitari e all’identificazione degli organi competenti a verificare e sanzionare le violazioni”. Sembra chiaro che la regione Sicilia abbia volontariamente ignorato una sentenza della CC sulla stessa questione ed abbia emesso la circolare attuativa, palesemente non conforme alle indicazioni statali: la stessa cosa che avrebbe voluto fare il Veneto, ma che è stata impedita.

La Corte Costituzionale è chiara, ogni Regione DEVE attenersi alla normativa vigente sull’obbligo vaccinale senza modificarne termini e modi. Non esiste “interpretazione personale”, che potrebbe portare a giustizia sommaria e differenziata, neanche a livello di pubbliche amministrazioni, ma una lettura della Legge in base all’ordinamento legislativo, partendo dai Diritti del Fanciullo, fino ad arrivare alla normativa vigente nazionale.

Ritornando in Sicilia abbiamo visto che  i dirigenti scolastici siciliani invitano studenti e personale scolastico a vaccinarsi il prima possibile ventilando l’ipotesi di sospensione riportata dalla circolare dell’assessorato alla salute del 23 febbraio di cui si allega copia.

La nota non è un fake ma è stata inviata a tutte le scuole e recepita da un solo istituto. Non  è la prima volta che fanno azioni a piccole dosi per studiarne le reazioni.

L’obiettivo è subito chiaro, un altro giro di boa per coloro che avessero schivato i nidi e le materne.

Sono state sovvertite leggi e competenze ma spetta noi rimettere al loro posto ognuno di loro

Non possiamo non vedere dove ci sta portando la strada da loro disegnata, dopo tutto quello che è accaduto in questi quattro anni. Noi non possiamo far altro che unire i puntini e restare  vigili ma non spaventati, perché ci si vuole muovere per studiare e risolvere i fatti.   Il nostro motto è “ Non ci avranno mai come vogliono loro“.

Le Regole per il Personale Scolastico

La richiesta di vaccinazione MPR non rientra nel contratto ed è una modifica unilaterale non conforme, in violazione della privacy, non solo non accettata dal firmatario ma neanche più vantaggiosa per il dipendente: è altresì noto che, se le medesime parti contraenti si determinano ad apportare modifiche e/o integrazioni al contratto concluso, devono utilizzare la medesima forma scritta e firmata da entrambi le parti.

Comunque anche se fosse un’integrazione degli iniziali accordi in merito a una o più circostanze inizialmente non previste, il precedente contratto non viene meno ma ad esso, si aggiunge solo qualcosa in più. Questo vuol dire che davanti al rifiuto di una modifica contrattuale, la condizione lavorativa non cambia.

Dato che il datore di lavoro ha la responsabilità della sicurezza sui luoghi di lavoro, regolamentata da D.gls. 81/08, potrebbe reclamarla per subentrare nei rapporti lavorativi già consolidati ma lo status vaccinale, quindi dati sanitari o di salute, DEVONO passare eclusivamente dal Medico Competente INAIL.

Le vaccinazioni NON sono più obbligatorie nel D.lgs 81/08 ma, in base al titolo X del D.lgs. 81/08, che prevede, all’art. 279 c. 2 lettera a) l’obbligatorietà, per il datore di lavoro, della “messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico presente nella lavorazione, da somministrare a cura del Medico Competente” e c. 5 “Il medico Competente fornisce ai lavoratori adeguate informazioni sul controllo sanitario cui sono sottoposti e sulla necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione dell’attività che comporta rischio di esposizione a particolari agenti biologici, individuati nell’allegato XLVI, nonché sui vantaggi ed inconvenienti della vaccinazione e della non vaccinazione”. Quindi il MC NON può dare “non idoneità” al rifiuto sulle vaccinazioni.

IL RIFIUTO A QUALSIASI TRATTAMENTO FARMACOLOGICO come lo sono le vaccinazioni, che porta ad un DISSENSO INFORMATO E’ UN DIRITTO (riferimenti normativi in coda all’articolo).

Basta soprusi e finti obblighi! Sul nostro corpo e su quello dei nostri figli, cosa inserire rimane una nostra scelta ed il rifiuto al consiglio del medico non può subire pressioni, minacce, multe o nessun genere di violenza.

Soltanto i cittadini che non presentandosi alla convocazione da parte dell’Asl per dare un consenso o dissenso alla vaccinazione, sono sanzionabili (con una sanzione amministrativa pecuniaria) perché hanno ignorato la normativa in essere compiendo  un illecito amministrativo.

Non possiamo più delegare qualcun altro ad esercitare i nostri diritti, è imperante e indispensabile colmare la nostra ignoranza affinché edotti possiamo esercitare i nostri diritti. È vero che la normativa italiana vigente non è sempre facile da interpretare, e su questo si gioca  la partita. Se invece , un cittadino riesce ad interpretarla, a conoscere le competenze ed i limiti degli esecutori, gli strumenti a sua disposizione, riesce tranquillamente a combattere abusi e consuetudine contro la sua libera scelta.

Essere non in regola con i vaccini, ma in regola con la legge permette ai bambini di nidi, materne e primarie la frequenza come tutti gli altri senza dover incorrere in nessuna sanzione amministrativa.

Smettiamola quindi di dire che esiste un obbligo vaccinale per la frequenza di nidi e materne perché se c’è obbligo non può esserci consenso informato ma se c’è consenso informato non può esserci obbligo. La conferma è che anche per le vaccinazioni contro il COVID-19 era prevista la firma del consenso informato.

Le disposizioni di legge hanno tolto le vaccinazioni coatte di Stato. C’è stato l’obbligo di Stato, in Italia, ma dal 2001 non può più esserci. Grazie alla legge 219/2017 i cittadini (anche tutori di minori) possono rifiutare qualsiasi trattamento/esame/protocollo medico senza pressioni, minacce, sanzioni e senza intaccare la responsabilità genitoriale. Questo vale per tutti non solo per i bambini. Entriamo in un futuro che garantisce i diritti a chi li esercita, è solo studiando che ci fa dire basta ai soprusi governativi.

La nostra associazione TRILLY  APS ringrazia I nostri soci, genitori di M.T, Per aver condiviso il loro caso volto ad  incoraggiare altri genitori a fare altrettanto. Ringraziamo anche “ Tutela del diritto soggettivo“ con il quale collaboriamo a tutela e difesa dei cittadini.

Il nostro sito www.trillyapslagentecomenoi.it  sul quale potrete trovare tutte le informazioni a riguardo.

prof. ssa Paola Persichetti

Paola Persichetti, oltre ad essere leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con  110/110, bacio accademico e menzione d’onore.  Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.

DOSSIER SCUOLA – 2. L’Istruzione Parentale per una Vera Educazione Umana e Cattolica dei Bambini. Il Manifesto Cardinale Van Thuan

DOSSIER SCUOLA – 2. L’Istruzione Parentale per una Vera Educazione Umana e Cattolica dei Bambini. Il Manifesto Cardinale Van Thuan

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Sabato 23 marzo 2024 si terrà a Lonigo (Vicenza) la terza edizione della giornata nazionale per la vera scuola cattolica. L’Umbria sarà rappresentata dalla prof.ssa Paola Persichetti – presidente dell’associazione di promozione sociale “TRILLY La Gente Come Noi” – in veste di referente regionale di alleanza parentale in adesione al manifesto dell’osservatorio cardinale Van Thuân,  insieme ad alcuni genitori e insegnanti

Nell’immagine di copertina il grande maestro e sacerdote San Giovanni Bosco con il suo Santo allievo Domenico Savio


di prof. ssa Paola Persichetti

Per comprendere al meglio la situazione scolastica nazionale si consiglia di leggere anche DOSSIER SCUOLA – 1: CRONACA DI UNA CATASTROFE EDUCATIVA ANNUNCIATA. Gli Istituti Cattolici come risposta al Totalitarismo di Stato

L’osservatorio Van Thuân, per fronteggiare la grave crisi educativa che ha travolto la nostra società e l’intero settore dell’istruzione ha creato un coordinamento specifico che raccoglie già molte realtà, specialmente di scuola parentale cattolica e Homeschooling, ma anche di scuole cattoliche paritarie e insegnanti cattolici che operano nella scuola statale.

È un’iniziativa di grande valore in un paese dove sempre meno si parla di libertà di educazione, e la Chiesa sembra dare precedenza ad altri temi, avendo delegato allo Stato l’educazione delle nuove generazioni.

A proposito del monopolio di Stato dell’istruzione è importante considerare la sentenza n. 1491 del 2024 che prevede nuove restrizioni per l’istruzione parentale.

Nuove restrizioni per l’istruzione parentale

Le testate giornalistiche continuano a pubblicare titoli che condannano e penalizzano la scuola parentale, per suscitare nelle famiglie sentimenti di ansia, paura, preoccupazione e un senso di sfiducia in un futuro dove si vuole cancellare la libertà di scelta educativa. Con la sentenza del Consiglio di Stato numero 1491 / 2024 i media hanno voluto calcare la mano  sull’aspetto educativo tanto a cuore alle famiglie:  “ nessuna norma autorizza a ritenere che l’adempimento dell’obbligo scolastico possa essere rimesso all’autonomia privata familiare”. Il Consiglio di Stato ha volutamente sottolineato che “l’istruzione scolastica è materia di “pubblico interesse”, e le famiglie che scelgono l’opzione parentale devono dimostrare di avere la capacità tecnica o economica di “fornire un’istruzione equivalente a quella impartita nelle scuole statali“.

Le stesse istituzioni scolastiche, continua la sentenza, “non possono disinteressarsi dell’istruzione parentale, ma devono, periodicamente, effettuare controlli e verifiche per accertare che l’istruzione impartita a domicilio sia conforme ai requisiti minimi previsti dalla legge”.

La famiglia si vede desovranizzata, deresponsabilizzata, inadeguata, impreparata e incosciente in confronto all’ istituzione scolastica statale che si definisce la più adeguata e la più attenta all’educazione dei figli.

Aldilà delle interpretazioni  la responsabilità educativa resta comunque in capo alle famiglie: il ruolo delle famiglie è fondamentale nell’educazione dei figli e nessuna sentenza può sminuire tale ruolo né cancellarlo.  Le famiglie hanno il diritto, per legge, di scegliere il percorso formativo più adatto ai propri figli.

Il “Perché”le restrizioni non possono cancellare il ruolo della famiglia

Nella scuola e nell’educazione avviene qualcosa di molto più profondo e fondamentale che non soltanto l’apprendimento di alcuni rudimenti e comportamenti. In essa il bambino mette in rapporto la sua più profonda intimità con la verità e, facendo così, si mette alla ricerca dell’assoluto perché niente di relativo potrà soddisfarlo. Questo rapporto dell’educazione con l’assoluto necessita una sorveglianza e custodia da parte dei genitori, che sono gli unici a possedere le chiavi dell’intimità dei propri figli non in assoluto ma secondo il progetto di Dio su di loro.

Al contrario il tipo di educazione proposto dalla nostra società è assolutamente deprecabile: non so se sia mai esistita una società che intenzionalmente abbia cresciuto i propri bambini nell’ignoranza della metafisica, del fatto che esista qualcosa oltre la materia. L’unico imperativo che la nostra società impone ai bambini  è: divertiti, riempi la tua vita di piaceri di ogni tipo, dimentica le responsabilità, il sacrificio, le conseguenze del tuo godimento perpetuo. Questo è il risultato di  genitori che vivono senza una profondità metafisica.

Ecco perché la scuola non deve essere dello Stato, ma della Chiesa

I genitori cristiani hanno una sapienza del cuore rispetto alla vita dei loro figli che deriva loro dall’averli concepiti nella luce di Dio. Ma c’è anche una sapienza naturale che conferisce ai genitori questa capacità, anche se senza la fede rischia di non essere sufficientemente sostenuta nella vita concreta.

Alla luce di ciò sopra detto la responsabilità dei genitori nell’educazione dei figli coincide in fondo con la responsabilità della Chiesa.  In virtù del primato dei Genitori sullo Stato, la Chiesa non si limita a rivendicare un elemento di diritto naturale, ma vi aggiunge anche un elemento religioso: i figli sono di Dio e i genitori sono suoi vicari che li educano nel progetto di Dio.

Per mezzo della centralità della famiglia, la Chiesa rimette Dio al centro dell’educazione. Lo Stato non può sostituirsi alla famiglia nei compiti che le sono propri per natura e per disegno divino, anzi deve sostenerla nel perseguirli.

Entriamo nel mondo delle scuole parentali

La prima via d’uscita dal sistema pervasivo che ci attanaglia è l’educazione. Valori e comportamenti oggi vengono largamente imposti. Nella scuola statale i nostri figli devono condividere i principi repubblicani, anche quando vanno contro la legge naturale dove il buon cittadino prevale sempre sull’uomo buono. Ci sono narrazioni di regime che riguardano tutti gli obiettivi dell’agenda 2030: l’ambiente, la procreazione, la salute, l’identità maschile femminile, la storia…

Non è più possibile  ignorare “l’emergenza educativa”, ormai esplosa.

Chi si pone seriamente questo problema sono perlopiù genitori e insegnanti cattolici nella scuola di Stato, sono genitori e insegnanti cattolici nelle scuole paritarie cattoliche, sono genitori e insegnanti che stanno dando vita a scuole parentali e ad esperienze di homeschooling. I primi si sentono abbandonati e fanno un enorme fatica ad andare avanti in un contesto sistematicamente ostile e che percorre altre strade. I secondi resistono, ma si rendono conto che la scuola cattolica paritaria deve pagare un certo “obolo“ al sistema imperante.

I terzi sono più motivati e scaltri, sono più alternativi al sistema rappresentando una chance positiva che va incoraggiata.

I genitori, gli insegnanti, le scuole cattoliche, soprattutto parentali intendono valorizzare una visione del mondo, visto come germe di una società cristiana, che non si riduce solamente e semplicemente ad un fenomeno esclusivamente educativo.

Abbiamo già accennato nel precedente articolo che  la scuola “Di Stato“ in Italia fu un’invenzione liberal-piemontese, e rimase anche nella Repubblica. In mani DC fino al 68, fu poi devastata dai comunisti. Ogni ministro che si susseguì introdusse “riforme“ che non facevano che peggiorare la situazione. Fino al disastro attuale, di fronte al quale occorrerebbe fare come fecero i tedeschi con l’est dopo la riunificazione: è irreparabile, meglio rifare di sana pianta.

Istruzioni per aprire una scuola parentale

È molto semplice  poter aprire una scuola parentale in cui più famiglie si mettono d’accordo per creare un ambiente educativo e di apprendimento comunitario per i loro figli. Le “regole“ per la scuola parentale o familiare valgono comunque anche per chi intende fare vero e proprio homeschooling.

Che cos’è una scuola parentale? Chi può aprirla? Elemento indispensabile è l’esistenza di una  comunità educante all’educazione e all’istruzione dei figli.

I genitori si accordano tra loro, fissano gli obiettivi educativi prioritari, le finalità, gli strumenti e le metodologie da utilizzare.

Gli ingredienti sono pochi e molto semplici: è sufficiente che ci siano alcuni bambini e un insegnante, che può essere anche un genitore, aiutato dalle diverse professionalità degli altri genitori. […]

È necessaria una forma associativa?

Quando due o più persone si mettono insieme per uno scopo e per svolgere un’attività, di solito si organizzano in una qualche forma associativa sia essa una associazione riconosciuta, con personalità giuridica, oppure non riconosciuta, senza personalità giuridica. È importante scegliere la forma più idonea allo scopo, all’organizzazione e al servizio che si intende erogare e che tuteli maggiormente i soggetti coinvolti.[…]

Nello specifico, in Umbria (Terni) abbiamo optato per la forma associativa riconosciuta: TRILLY APS (associazione promozione sociale) che gestisce la scuola.

La comunicazione di istruzione parentale della famiglia al dirigente scolastico: tempi e modalità

La comunicazione che i genitori intendono provvedere direttamente all’istruzione dei loro figli […] oppure appoggiandosi ad un’associazione (di cui sopra), deve avvenire entro la data di chiusura delle iscrizioni. Questo termine è specificato ogni anno da un apposita circolare del MIUR sulle iscrizioni per l’anno scolastico successivo; generalmente va consegnata dai primi di gennaio fino alla fine di gennaio/primi giorni di febbraio.

Può essere consegnata anche nei mesi successivi o in corso dell’anno scolastico, ma l’alunno alla chiusura delle iscrizioni, se non è già stata depositata la comunicazione di istruzione parentale, deve essere iscritto alla scuola statale o paritaria. Per tutti i genitori che non avessero avuto modo di iscriverli entro questi termini possono comunque regolarizzare l’iscrizione prima dell’inizio dell’anno scolastico: perfezionando l’iscrizione. Non vi preoccupate pertanto se qualcuno di voi nel dubbio su come procedere nel percorso formativo sia in difetto riguardo ai tempi: c’è sempre la possibilità di regolarizzare.

Detto ciò, la comunicazione deve essere firmata da entrambi i genitori che devono dichiarare di avere i mezzi tecnici, economici e culturali per istruire personalmente i propri figli. Per quanto riguarda, invece, l’iscrizione alla scuola parentale, ogni associazione di genitori decide liberamente come regolare l’accesso e le forme di iscrizione.

L’esame annuale di idoneità alla classe successiva o all’esame di licenza è obbligatorio?

L’esame annuale è obbligatorio dal 2008 e può essere sostenuto presso una scuola statale o paritaria del territorio. Solitamente viene sostenuto dagli alunni al termine delle lezioni presso la scuola scelta dei genitori e che ha accolto la domanda d’esame. Tale domanda deve essere consegnata entro il 30 aprile per gli esami di idoneità, mentre per l’esame di licenza, dello scorso anno scolastico, bisogna presentarla almeno entro la fine di marzo per poter sostenere le prove INVALSI.

In cosa consiste l’esame?

Gli esami di idoneità alla classe successiva prevedono per la scuola primaria:

  • Due prove scritte: italiano e matematica, a cui si può aggiungere anche una prova di seconda lingua, solitamente inglese;
  • Colloquio pluridisciplinare su tutte le altre discipline.

Gli esami di idoneità alla classe successiva prevedono per la scuola secondaria di primo grado:

  • Tre prove scritte: italiano, matematica, inglese: a quest’ultima prova si può aggiungere una parte dedicata della seconda lingua comunitaria, se prevista nel piano di studi;
  • Colloquio pluridisciplinare su tutte le altre discipline

L’esame di licenza ( classe terza) ha le stesse prove, per numero e tipologia, della scuola statale. Dall’anno scolastico 2018-2019 gli alunni che si avvalgono dell’istruzione parentale devono sostenere, entro la metà-fine di aprile, anche le prove INVALSI (Italiano, matematica e inglese) presso la scuola in cui sosterranno l’esame di licenza.

Quali programmi svolgere e presentare per gli esami di idoneità e di licenza?

Alla consegna della domanda di esame devono essere solitamente allegati i programmi svolti in tutte le discipline, sulle quali i figli saranno esaminati […] I programmi possono essere presentati elencando soltanto i contenuti svolti, oppure completandoli con competenze e abilità che l’apprendimento ha sviluppato e potenziato.

Restituzione della documentazione per il controllo dell’assolvimento dell’obbligo scolastico

La scuola statale o paritaria presso cui si svolgono gli esami, rilascia l’attestato di idoneità[…] L’attestato di idoneità o di promozione dell’esame di licenza deve essere consegnato alla scuola di competenza per certificare l’avvenuto superamento dell’anno scolastico in corso[…]

Quali insegnanti nelle scuole parentali?

Gli insegnanti e gli educatori possono essere gli stessi genitori o professionisti ai quali genitori chiedono di intervenire su specifici progetti o discipline. Insegnare con passione e professionalità non riguarda tanto o soltanto questione di titoli, ma molto più importante è la capacità comunicativa, empatica e didattica degli “insegnanti”.

È necessario che i professionisti che vengono coinvolti condividano e abbraccino in pieno il progetto educativo e didattico che ha messo in moto i genitori a fare questa scelta. Quando i genitori scelgono di delegare l’istruzione familiare a terzi non può venir meno il coinvolgimento personale affettivo, di tempo e di professionalità nel seguire i figli, nell’intervenire nelle questioni e nelle attività scolastiche, così come nei laboratori e nelle uscite.

I bambini stanno a guardare ciò a cui i genitori danno importanza, ciò a cui i genitori dedicano tempo ed energie; se i genitori sono coinvolti nella loro avventura educativa e scolastica, per loro questa diventa importante e appassionante.

Come sostenere le spese? L’istruzione parentale o familiare non riceve alcun contributo dallo Stato o dalle regioni: è tutto a carico dei genitori.

Se un gruppo di genitori si organizza in una qualche forma associativa per sostenere l’istruzione parentale dei propri figli, sarà l’associazione stessa a stabilire quali spese si devono sostenere: affitto dei locali, assicurazione, retribuzione degli insegnanti o dei professionisti, arredi, e di conseguenza a fissare un contributo che le famiglie devono versare per sostenere le spese.   Le modalità di versamento e di partecipazione alle spese saranno decise anche in base alla tipologia di associazione scelta e a norma di legge.

Aprire e sostenere una scuola parentale è facile o difficile?

Educare è sempre difficile perché  è l’incontro di più libertà, la difficoltà maggiore, la si incontra, laddove non si ha in mente un’idea di uomo (antropologia) verso cui educare e da cui far discendere una pedagogia e una didattica, coerenti con l’idea di uomo che si desidera formare, “ far uscire”.

Oggi educare è ancora più difficile di un tempo perché molto spesso non c’è una comunità di riferimento, una comunità fatta di famiglie che condividono un’antropologia, una pedagogia e una didattica, che condividano le fatiche e le gioie, i successi e i problemi, che sia un luogo di confronto e di sostegno, un luogo di conforto e di esempio. È molto difficile, da soli, adempiere a questo compito, che mai come oggi, è così urgente.

La Bella Esperienza della Scuola Parentale di Trilly in Umbria

Nella nostra scuola parentale i bambini, ogni mattina, imparano tante cose: si sentono amati come in famiglia 

Guardo il calendario e scopro che sono già passati due anni da quando è iniziata l’educazione di alleanza parentale TRILLY .

L’associazione TRILLY Aps, preso atto dello stato comatoso in cui versa la scuola italiana nell’ora presente, ha deciso di  aderire  al progetto “alleanza parentale“.

Non intende arrendersi di fronte a questo sistema educativo che ha venduto gli studenti/bambini/ adolescenti ad un pensiero unico totalitario. La nostra forza è: resistere, combattere con coraggio i diktat della pedagogia di tendenza, che vogliono divellere le radici culturali, storiche speculative che affondano in questa terra umbra, di Terni, fertile, geniale e santa.

L’Umbria è l’ombelico di Italia, anche dal punto di vista genetico: il DNA dei suoi abitanti, antichi e moderni, conserva infatti le tracce delle principali migrazioni che hanno segnato la storia della penisola negli ultimi 8000 anni.  Da uno studio è emerso infatti che gli umbri hanno origini distinte da quelle di altri antichi popoli dell’Italia centrale come gli etruschi: sarebbero legate a un’ondata migratoria arrivata dall’Europa centro orientale 5000 anni fa, a cui poi si sarebbero sovrapposte altre migrazioni dall’area mediterranea.

La più evidente è quella lasciata da un misterioso popolo giunto dal centro Europa circa 5000 anni fa e oggi ancora “vivo“ nella parte orientale della regione.

Lo dimostra uno studio pubblicato su Scientific reports dalle università di Perugia, Pavia e Firenze.

Grazie all’archeogenetica, una nuova disciplina che associa dati genetici e studi storici e preistorici-ha detto la professoressa  Hovirag Lancioni, del dipartimento di chimica, biologia e biotecnologie, Università degli studi di Perugia-i ricercatori hanno ricostruito la storia genetica degli umbri mettendo a confronto il DNA di 545 volontari umbri con quello estratto da 19 reperti ossei umani rinvenuti nella necropoli pre-romana di Plestia, Colfiorito, risalenti tra il IX secolo e III secolo a.C..  dai risultati emerso che gli umbri hanno origini distinte da quelle di altri antichi popoli dell’Italia centrale come gli etruschi: sarebbero legate a un’ondata migratoria arrivata dall’Europa centro-orientale 5000 anni fa, a cui poi si sarebbero sovrapposte altre migrazioni dell’area mediterranea.   Situata nel cuore dell’Italia, l’Umbria ha rappresentato fin dalla preistoria un punto nodale della comunicazione tra il Mar Tirreno e il Mar Adriatico”.

Un angolo tutto speciale viene dato, nella nostra scuola, all’incontro  delle tradizioni e usanze pagane di questa terra con il cristianesimo, e come questo incontro abbia trasformato e mutato al meglio la nostra terra e i suoi abitanti.

Un uomo forte

L’uomo educato in  una scuola così concepita sarà un uomo forte, consapevole delle sue radici, con una sua identità, perché custode della memoria storica. Nello specifico, la scuola parentale  TRILLY ubicata nella terra umbra di Terni intende abbeverarsi alla fonte di una tradizione plurisecolare raccontata da antichi storici e cronisti: storia di un popolo, ivi vissuto, dal temperamento sanguigno, vocato alla guerra.

Sicuramente, tutta la tradizione bellica, la produzione metallurgica che ha caratterizzato la città di Terni in tempi recenti ne dà la conferma: la famosa fabbrica d’armi di Terni sorge su un antico sepolcreto di matrice umbra (celtica), del clan dei narcisi, il cui lascito più importante riguarda perlopiù armi, lance, spade, una stele in pietra con scolpita una processione di soldati con lance e scudi. Il coraggio e l’animo ardito,se mitigati sono necessari per perseguire il bene comune. Gli umbri di Terni sono i  figli sopravvissuti delle piogge del diluvio universale, i fratelli maggiori dei popoli celtici d’Europa, i migliori mercenari d’Italia (soldati e capitani di ventura) nel Rinascimento. Popolo famoso nella storia d’Italia, non per l’arte, non per la filosofia, non per il commercio, ma per i soldati e i santi: ebbene noi ne siamo gli eredi. Partiamo da qui, da una terra mistica dal cuore di tenebra.

L’incontro a Terni che cambiò la storia

I longobardi che scesero in Italia nella celtica Umbria si vedevano minacciati dal cristianesimo presente in questa terra. C’era stata una bolla papale di Gregorio Magno  nel 601, dove si ordinava di erigere chiese cristiane sopra i vecchi santuari e templi pagani. Il paganesimo, che ormai, dopo millenni di culti e riti consacrati alle antiche divinità si sentiva minacciato dal cristianesimo. La salda fede pagana doveva distruggere i monasteri cristiani. Liutprando, re dei Longobardi, e Papa Zaccaria, s’incontrarono a Terni nel 742, qui la storia dell’umanità cambiò radicalmente: il primo incontro fu in territorio cristiano nella chiesa di San Valentino, il giorno seguente si incontrarono all’interno delle mura della città di Terni, saldamente pagana, presso il tempio del sole e futura chiesa di San Salvatore. (Chiesa dove i  bambini della nostra scuola sono stati protagonisti di un bellissimo evento natalizio, una rappresentazione dal vivo della nascita Di Gesù Salvatore).

Liutprando donò sei città usurpate alla grande Roma a Papa Zaccaria; la storia narra che il re longobardo fu colpito dalla deliziosa cena che Papa Zaccaria offrì con tanta generosità, cosicché, il re Liutprando decise di donare le città.

L’intento di Liutprando era quello di conquistare e riunire il territorio italico sotto il paganesimo mentre il risultato fu la penetrazione nei territori del credo cristiano.

Anche Dante dedicò quasi due interi canti dell’inferno nella Divina Commedia alla nostra città e a quello che rappresentò nel XIV secolo ma soprattutto a quello che rappresentò per quasi 1500 anni: Virgilio nell’Eneide ad esempio immaginò che le anime dei morti, dalla distesa di tombe oggi conosciute come necropoli di Pentima, risalissero l’Acheronte, detto Naarh cioè Nera (fiume che attraversa la città di Terni) “fino al regno dell’ Oltretomba. Oltre un millennio dopo Dante ispirandosi proprio a Virgilio descrisse il regno dell’oltretomba nell’eretica città di Dite cioè Terni.

Una terra, che testimonia la lunga lotta tra paganesimo e cristianesimo; un tortuoso percorso di evangelizzazione in una terra dove le tradizioni di genti semplici, come pastori e contadini, erano saldamente legate ad antichi riti di origine agricola, ai cicli di vita, di morte e di rinascita della terra

Umbri askenaziti: tra Bibbia e genetica.

Indagini di biologia molecolare mostrano come nel DNA degli umbri meridionali (Terni e provincia) sia presente con un’altissima frequenza un frammento nucleotidico non presente negli altri abitanti del centro Italia che caratterizza un preciso gruppo etnico conosciuto come askenaziti, un tempo minoranza etnica.

La mitologia biblica narra che il re Giano, figlio di Used e nipote di Noè fu il primo abitatore del suolo italico dopo le grandi piogge. Proveniente dal monte Ararat, in Armenia, regnò per 115 anni sul suolo italico ed insieme ai suoi figli si auto determinarono Umbri, cioè “gli scampati al diluvio“.

Gomero Gallo, Fratello di Giano il primo re umbro, ebbe tre figli: menzionati in genesi 10, vale a dire Aškenaz, Rifat e Togarma. I discendenti di askenaziti, figlio di re Gomero, fu identificato con il popolo degli askenaziti cioè lo stesso gruppo etnico rinvenuto nel DNA degli umbri del sud.

Rifat è invece l’antenato più antico dei popoli celtici in particolare di quello degli irlandesi, fratelli degli askenaziti. L’indagine genetica intercetta e trova riscontro anche nella mitologia biblica e in quella storica.

Nell’Italia ai tempi di Augusto la VI Regio è denominata Umbria et ager Gallicus e Interamna (Terni città più importante della VI Regio), Fedeli alleati dei romani, richiesti come soldati scelti e, secondo la tradizione, vero e proprio nerbo di molte legioni romane.

Tale digressione è stata fatta semplicemente per sottolineare l’importanza che la memoria delle proprie origini ci dà un’identità ben precisa e ci introduce in una missione mistica che ciascuno di noi deve scoprire. Nessuna mente onesta può negare la forza trasformante del cristianesimo nel divenire di questa terra ombrosa. Ogni volta che la vita cristiana si è diffusa nella società in modo autentico e libero ha sempre lasciato una traccia di umanità nuova nel mondo. Un mondo nuovo, che nasceva e prendeva forma, pian piano, dentro un mondo vecchio in disfacimento.       

Non ci vuole molto a capire che disprezzare la propria identità ci fa perdere ogni rispetto per il proprio passato  e per la custodia della propria tradizione culturale. Si arriva così a  perdere l’anima di un’intera civiltà, una civiltà che ha incontrato il cristianesimo e che ha una missione da portare a compimento: ricucire riannodare rigenerare. Il filo che useremo sarà il cielo, cioè l’ambito cristiano dove la terra di Terni è stata fecondata dal sangue dei martiri come San Valentino, San Procolo, Sant’ Anastasio, per citare soltanto tre vescovi, martirizzati perché cristiani, diventati protettori della città fino al 1600.

Sarà con questo filo che ci proponiamo di ricucire l’uomo ternano valoroso e combattivo e pagano che incontra e si annoda al coraggio cristiano e si rigenera come uomo forte fermo e costante nella ricerca del bene. Questo è il motivo di mettere il progetto alleanza parentale sotto la protezione di San Tommaso d’Aquino per il quale il dono della fortezza è la grazia di restare nella ricerca della santità e del cielo.

Mai come oggi i nostri figli hanno bisogno della virtù morale della fortezza che annulla le vicessitudini della vita ne annienta gli sforzi del maligno e ci permette di rimanere fedeli a Dio. “Perciò mi compiaccio delle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, e allora che sono forte” (due Corinzi 12,10).                                                 

Progetto educativo : IO CRESCO   nasce a Terni .  “ Io Cresco “  con San Tommaso d’Aquino alla  ricerca della verità che è il fine ultimo dell’educazione. Imparare la verità sul mondo e sulla nostra natura ci può condurre a colui che è la verità stessa, Gesù Cristo.

“Ogni verità da chiunque sia detta viene dallo spirito Santo“ – San Tommaso d’Aquino

prof. ssa Paola Persichetti

Paola Persichetti, oltre ad essere leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con  110/110, bacio accademico e menzione d’onore.  Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.

DOSSIER SCUOLA: CRONACA DI UNA CATASTROFE EDUCATIVA ANNUNCIATA. Gli Istituti Cattolici come risposta al Totalitarismo di Stato

DOSSIER SCUOLA: CRONACA DI UNA CATASTROFE EDUCATIVA ANNUNCIATA. Gli Istituti Cattolici come risposta al Totalitarismo di Stato

Indice dei contenuti

Cronaca di una catastrofe educativa annunciata

di prof. ssa Paola Persichetti

Le nuove tendenze dell’educazione hanno l’intenzione di alterare i canoni del diritto naturale. Siamo di fronte ad una vera e propria metamorfosi della scuola che ha subito una forte accelerazione in questi ultimi anni.

I libri di testo sono sempre più vuoti di parole e sempre più pieni di immagini. Le parole sono ridotte a slogan, un vero impoverimento e immiserimento dei contenuti a favore di una pseudo educazione, che viene elargita a mezzo di pacchetti ad alto tasso ideologico, svuotando, così, la scuola, del suo contenuto di sapere e rimpinzandola di idee, confezionate altrove e imposte ai ragazzi.

La scuola non fornisce più la cassetta degli attrezzi cognitivi e concettuali per comprendere le cose: tutto viene dato già confezionato e omologato. Questo risponde ad un paradigma di matrice totalitaria. Non si insegna più a pensare. Anche le proteste dei giovani studenti vengono organizzate dal sistema, attraverso un canovaccio di protesta che i giovani adottano acriticamente.

Una trasgressione preconfezionata dal sistema e organizzata dalle istituzioni che la facilitano. Cosicché i giovani possano provare l’ebrezza della trasgressione : convinti di trasgredire, si adeguano e aderiscono ai suggerimenti del sistema senza accorgersene. I giovani di oggi si sono conformati al pensiero dominante, globalista: non devono più sforzarsi di pensare perché qualcun altro lo fa al loro posto (è meno faticoso). Ma tutto questo non deve sorprenderci, era già tutto previsto e programmato da coloro che hanno un’agenda da seguire.

Scuola moderna     

La scuola moderna è il risultato di una rivoluzione orchestrata tra il 1905 e il 1930 dove il sistema educativo è stato ideato per essere esattamente come quello prussiano di 100 anni prima. Lo Stato moderno e contemporaneo deforma i legittimi compiti educativi della comunità politica, accentrando in sé il compito educativo ed esautorandosi alla chiesa.

Lo statalismo educativo è profondamente sbagliato sia dal punto di vista di chi deve educare sia per quanto riguarda cosa educare. Lo Stato con una visione assoluta di sé finisce per imporre i propri contenuti educativi, plasmando le anime di alunni e studenti secondo i propri principi: è un sistema diseducativo, ideologico ed ateo.

All’ideologia diseducativa statalista si aggiunge oggi l’ideologia diseducativa globalista con le sue sfumature arcobaleno per un’invasiva e impositiva visione gender.

Qual è lo scopo della scuola pubblica?

Dobbiamo prendere atto che il nostro sistema educativo non è stato ideato per sviluppare le potenzialità di ogni individuo, e se per questo non è neppure il frutto della conoscenza scientifica su come i bambini apprendono.

Il sistema scolastico che oggi conosciamo è stato deliberatamente progettato, con il preciso intento di indottrinare i bambini e educarli all’obbedienza. Conoscere la storia e la nascita di questo sistema educativo è importante per capire come siamo arrivati ad oggi ed anche per decidere dove vogliamo andare, soprattutto in relazione al futuro che vogliamo creare per i nostri figli.

Un passo storico verso l’istruzione pubblica

Genesi della scuola statale o modello prussiano

La scuola a cui siamo abituati noi, la scuola di Stato, obbligatoria e gratuita, nasce in Prussia, prima per opera di Federico II, sovrano militarista, e poi il modello viene in qualche modo proporzionato dopo le sconfitte che subisce la Prussia  contro Napoleone. L’idea era proprio quella di forgiare fin da bambini una nazione di soldati, con una obbedienza cieca al sovrano, dunque all’autorità di turno, secondo le convenienze del momento. Il modello prussiano è stato esportato prima in USA e nell’Inghilterra, poi arrivato anche in Italia, con l’unità.

La Prussia perde contro Napoleone

Nel 1806 il regno di Prussia aveva perso la battaglia di Jena contro le truppe di Napoleone. Lo Stato militare, la cui economia era fondamentalmente basata sulla guerra, si trovava in una situazione di grave crisi.  Secondo Fichte, la battaglia era stata persa a causa di coloro che avevano disobbedito ai comandi dei superiori ed era tempo di cambiare le cose per ripristinare l’orgoglio tedesco e l’amore per la patria.

La volontà diventa un problema

Lo scopo di questo sistema educativo sarebbe stato quello di modellare i tedeschi, sottomettendo i giovani alla volontà della nazione. La scuola doveva essere uno strumento della politica, così come esercito, polizia, erario. Era necessario essere radicali: distruggere la volontà personale nei bambini, in modo tale che da adulti non avrebbero più potuto scegliere in modo diverso da quello a loro imposto dalle autorità. Dividere i bambini per classi, materie, voti, classifiche, continue verifiche, test e altri subdoli mezzi fu una strategia. Dividendoli da piccoli, sarebbe stato improbabile che si riunissero poi in un pericoloso insieme da adulti. Ma qual era lo scopo? Semplice, ottenere una massa ignorante dove le persone sono divise e non possono organizzarsi tra loro (l’unione fa la forza).

Modello educativo Prussiano

Questo modello ha avuto un impatto duraturo sul sistema educativo tedesco e ha influenzato anche altri paesi nel loro sviluppo di istituzioni scolastiche moderne.

La scuola moderna nasce per ideologizzare: ha scalzato via l’idea di scuola intesa come opera di carità, tipica dei secoli in cui il cristianesimo ha potuto maggiormente plasmare la società. Esemplificazione di ciò è il libro cuore, quella era una scuola assolutamente ideologica, massonica, anticlericale, dove non c’era libertà.

Il libro “Cuore” di Edmondo De Amicis, pubblicato nel 1886, rappresenta uno dei principali esempi dell’influenza del modello prussiano di scuola sull’istruzione italiana. Il romanzo descrive la vita quotidiana di una classe scolastica italiana e riflette i valori educativi e morali promossi dal sistema scolastico prussiano.

“Cuore” ha avuto un’enorme influenza sull’istruzione italiana dell’epoca. Va notato che il modello prussiano ha incontrato molte critiche per la sua eccessiva rigidità e per la sua enfasi sull’obbedienza e sulla conformità, aspetti che vengono discussi anche nel romanzo.

Una scuola per indottrinare

Una scuola così concepita si presta a dare spazio all’indottrinamento da parte di chi detiene il potere ed oggi lo vediamo perseguito quando la scuola è posseduta dal demone dell’innovazione, dalla teoria del gender e dall’agenda 2030. O, se preferite è malata cronica di riformite: ogni ministro ha partorito la propria riforma innovatrice, portando acqua allo stesso mulino indipendentemente dalla bandiera politica. Basti qui citare a campione: l’autonomia scolastica del 1997, che ha aperto gli istituti al territorio e li ha incoraggiati ad avventurarsi in ogni sorta di sperimentazione, così tra l’altro generando un surreale clima di competizione; la “buona scuola“ del 2015 (buona per autocertificazione), che ha fatto delle innovazioni didattiche una sorta di obbligo e un titolo per accedere alla premialità, qualunque fosse il loro risultato; la legge 92 del 2019, entrata in vigore con l’anno scolastico 2020- 2021, che ha introdotto (fin dall’asilo!) la “nuova“ educazione civica, materia pigliatutto che sfrutta l’etichetta dal suono familiare e rassicurante per avocare a sé un compito inedito: quello di filtrare ogni altra materia attraverso una lente unica e totalizzante (giusto per non dire totalitaria), col fine dichiarato di forgiare il “cittadino globale digitale“.

Questa riforma, di fatto, è servita ad inondare la scuola di contenuti ad alto tasso ideologico, di cui il piatto forte è l’agenda 2030: una sorta di libro sacro, contenitore di tutti i dogmi che, nell’ora presente, è obbligatorio professare ad ogni età, dalla culla alla tomba.   Viene insomma consegnato un pacchetto preconfezionato di idee pre- pensate, invece della cassetta degli attrezzi per formarsi un pensiero. Anche l’attuale governo che si era presentato all’elettorato come difensore della famiglia si sta dando molto da fare per annientarne le prerogative, soprattutto in ambito educativo.

Come abbiamo visto, sotto l’etichetta di “educazione alle relazioni“ le scuole di ogni ordine grado sono state inondate di corsi volti a imporre modelli di comportamento e imperativi morali, calpestando in un solo colpo sia la libertà educativa della famiglia sia la libertà di pensiero del singolo individuo in via di formazione. Tutto questo si persegue penalizzando l’insegnamento delle materie fondamentali, per cui la prima domanda che sorge spontanea è se avanzerà qualche ora per l’italiano e la matematica, la storia e la filosofia: in una scuola dove si fa tutto fuorché scuola fa eccezione soltanto la didattica disciplinare. Come se tutto questo non fosse sufficiente, ora assistiamo alla stretta finale sul cosiddetto “orientamento”.

26 febbraio 2024 ORIENTARE per DISORIENTARE lo studente

Il 26 febbraio 2024, il Consiglio dei Ministri  ha approvato, in seno a un nuovo “decreto legge PNRR”, alcune misure proposte dal ministro dell’istruzione e del merito, tra le quali spicca quella relativa al “sistema di orientamento”, con cui “si valorizza il consiglio di orientamento, rilasciato dalle istituzioni scolastiche agli alunni della classe terza della scuola secondaria di primo grado, demandando a un decreto del ministro l’adozione di un modello unico nazionale di consiglio di orientamento, da integrare  nell’E-Portfolio”.  La forma dell’enunciato è molto ambigua e poco trasparente ma si può meglio comprendere facendoci supportare dal programma contenuto nei quaderni della associazione TreeLLLe (Life Long Learning) e in particolare nel quaderno numero 15 del 2019 intitolato “ Il coraggio di ripensare la scuola”, nel cui frontespizio,tra gli “ eminent advisor”, figura anche l’attuale ministro Valditara.

Associazione TreeLLLe

La TreeLLLe- si legge nella presentazione-è un “think tank che… si pone come ponte per colmare il distacco che sussiste nel nostro paese tra ricerca, opinione pubblica e pubblici decisori, distacco che penalizza l’aggiornamento e il miglioramento del nostro sistema educativo perché c’è bisogno di una scuola diversa per fronteggiare le sfide del XXI secolo. Ed il tempo stringe“.

I diktat della fondazione sulla buona scuola di Stato

L’associazione TreeLLLe è un’associazione patrocinata da Confindustria. Inizio subito dal nome, da quelle tre elle che vengono richiamate: si tratta delle iniziali di un termine in uso nei vocabolari dell’istruzione anglosassone da una quindicina di anni: Life Long Learning che vuol dire Apprendimento per tutta la vita, come del resto è esplicitato nel nome dell’associazione. La TreeLLLe fu presentata a Roma nell’autunno del 2001 come sede altamente qualificata e un dialogo che possa migliorare la qualità dell’educazione fuori dalle competizioni e tensioni politiche. A tal fine i fondatori, Umberto Agnelli, Attilio Oliva, Fedele Confalonieri, Giancarlo Lombardi, Luigi Marinotti e Pietro Marzotto, esibivano un ventaglio di nomi di grande prestigio (ai quali successivamente se ne sono aggiunti altri).

A parte qualche strano imprevisto personaggio, il grosso è formato da imprenditori d’assalto che hanno compreso quale grosso affare è l’educazione. TreeLLLe pubblica periodicamente dei quaderni che raccolgono le elaborazioni e gli studi di vari esperti. È interessante osservare che da questi quaderni prendono materiale I diversi governi che si sono succeduti alla guida del nostro paese, siano essi di destra o di sinistra, non è rilevante. Guardando indietro, le riforme che hanno investito la scuola, da un ventennio a questa parte, sono state tutte preconfezionate da TreeLLLe.

Questi eminenti studiosi stanno in fondo modificando la scuola lavorando di ingegno ed inventando soluzioni. Purtroppo costoro copiano senza vergogna da elaborazioni prima statunitensi e poi dell’UE attraverso l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Ed in particolare l’OCSE (che, tra l’altro, ha come finalità il favorire l’espansione del commercio mondiale su base multilaterale e non discriminatoria e  far adottare ai paesi membri codici per la liberalizzazione dei flussi di capitali e di servizi) , è il motore delle riforme della scuola. L’ OCSE,  non a caso, ha visto il presidente di TreeLLLe,  OLIVA (ex presidente di Confindustria), come autorevole rappresentante. È una sorta di partita di giro diretta da questo ente che detta materialmente le sue norme ai paesi membri.

TreeLLLe affiancata e gestita dalla fondazione Rocca per pilotare la scuola

Questa associazione di banchieri, industriali, che detta le regole del gioco al Ministero dell’Istruzione, è affiancata e gestita da un’altra che si chiama Fondazione Rocca. Questa fondazione fa capo a Gianfelice Rocca, uomo più ricco del Paese, l’autentico re dell’acciaio italiano, per sua stessa ammissione membro del Bilderberg dal 2013, della Trilateral, dell’Aspen.

La Buona Scuola fa il possibile per accontentarli. E a loro non basta! Denunciando lo spread culturale tra Germania e Italia (Educare alla cittadinanza, 2015), nella suddetta Memoria chiedono che il potere del Preside non conosca limiti (tanto, dicono, basta controllarlo con una minacciosa valutazione del suo operato ogni tre anni); si raccomandano che egli non venga lasciato solo dal MIUR di fronte alle pressioni dei sindacati; esigono un potenziamento dell’INValSI; ingiungono al governo di non cedere alle prevedibili proteste dei docenti: “il Disegno di Legge poteva essere migliore, ma è già buono. A condizione che le molte pressioni che già si annunciano non lo svuotino ulteriormente e lo trasformino nell’ennesima occasione mancata per il rinnovamento della scuola”, dichiarano con la fermezza di un Giudice.

Davvero non ci interessa che la scuola statale finisca in mano a gente che amministra giganteschi imperi finanziari? Non ci preoccupano gli interessi economici che, nel nostro Paese, sempre più peseranno sulle scelte educative e didattiche degli insegnanti dei nostri figli?

Veramente non ci curiamo del fatto che non si potrà tornare indietro da una Scuola sponsorizzata dalla Coop, da una formazione scolastica predisposta da Confindustria o da Barilla, da una libertà di insegnamento azzerata dalle pressioni di Finsider, di Allianz?

OCSE : l’economia sequestra la scuola

L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economici) prende le mosse da una tavola rotonda svoltasi negli USA (Philadelphia) nel 1966 e, nello stesso anno, elabora un documento, Adult Learning and technology in Oecd Countries, che è alla base di TreeLLLe .

In esso si spiegava che “L’apprendimento a vita non può fondarsi sulla presenza permanente di insegnanti ma deve essere assicurato da prestatori di servizi educativi (…). La tecnologia crea un mercato mondiale nel settore della formazione“ e, mediante TV ed Internet, si possono produrre programmi da una parte e proporli in tutto il mondo (educazione a distanza o e-Learning). Erano argomenti già sostenuti con forza dall’ERT, L’European round table of industrialist, una sorta di Confindustria europea. Tutte le proposte dell’ERT venivano riprese ed elaborate dai libri bianchi della UE (1995, e 1996 Cresson), dalla commissione Delors dell’UNESCO del 1996 ed al memorandum della UE del 30-10 del 2000.

In pratica si stabiliscono tre tipi di apprendimento finalizzato: quello formale scolastico ordinario, quello non formale che si acquisisce nel lavoro e nelle attività politiche e sindacali, quello informale che si acquisisce non rendendosene conto. E, poiché l’apprendimento formale costa troppo alla società, occorre organizzare opportunamente quello informale. Ma dove si può educare informalmente? Lo dice la stessa UE: “ Per avvicinare l’offerta di formazione a livello locale bisognerà anche riorganizzare e ridistribuire le risorse esistenti al fine di creare dei centri appropriati di acquisizione delle conoscenze nei luoghi della vita quotidiana in cui si riuniscono i cittadini, non solo gli istituti scolastici, ma anche i centri municipali, i centri commerciali, le biblioteche, i musei, i luoghi di culto, i parchi e le piazze pubbliche, le Stazioni ferroviarie e autostradali, i centri medici e i luoghi di svago, le mense dei luoghi di lavoro“.

Dietro questo escamotage risiedono le tre elle della Life Long Learning e quindi dell’associazione TreeLLLe. E di questo si era accorto Oliva che disquisiva già sull’espresso nel 2000: “ Occorre un dibattito parlamentare che dica cosa vogliamo dalla scuola. Ragazzi semplicemente istruiti? O uno che è in grado di saper lavorare con gli altri, capaci di imparare per tutta la vita, competenti? Non c’è un orientamento chiaro“.

È chiaro che ad Oliva non interessano i cittadini ma preferisce persone addestrate al lavoro ed al consumo. Tanto è così che è uno dei suggeritori dell’infame slogan utilizzato dall’ex Ministra dell’Istruzione Mariastella Gelmini sui costi: “È vero invece che abbiamo una delle scuole più costose: spendiamo per ogni studente della fascia dell’obbligo il 20% in più della media europea“.  Siamo di fronte a un progetto che persegue solo lauti guadagni da spremere dalla scuola e che spinge per l’educazione neoliberista alla competizione, si deve sentire finalmente il soffio della competizione, tra gli istituti e anche tra i diversi sistemi scolastici. Questo davvero non serve per formare i cittadini.

Il ruolo dei Think Tank

Lo strumento utilizzato dal neoliberismo è il nuovo apparato ideologico dei Think tank, che ha lo scopo di “Approvvigionare, nutrire, fornire tesi e argomentazioni agli apparati ideologici sia tradizionali (Scuole), sia moderni (Mas media e social network)” per sostenere la guerriglia ideologica della rivoluzione dei ricchi, influenzare e tele -guidare le scelte del potere politico.

Non si vuole più uno studio approfondito e critico ma solo l’impadronirsi di alcune tecniche molto meno dispendiose per la società.

In questa logica è importante rendere l’insegnante una persona dipendente sempre più dal suo diretto dirigente e quindi, anche lei, sempre più ubbidiente. I presidi e i direttori didattici divennero dirigenti senza colpo ferire, niente esami con promozione generalizzata.

“Elementi per un curricolo ordinamentale orientato al successo formativo: la proposta di TreeLLLe “.

Torniamo all’ultimo decreto legge del 24 febbraio 2024 (evidentemente, si tratta, di caso straordinario di necessità ed urgenza) che delinea i contorni della nuova misura sull’orientamento. Per comprenderli al meglio  facciamo riferimento al quaderno della TreeLLLe che, da pagina 94, tratta del tema sotto il titolo “elementi per un curricolo ordinamentale orientato al successo formativo: la proposta di TreeLLLe. Tale proposta prevede: l’ingresso a scuola precoce (ad almeno tre anni) è obbligatorio, “per ridurre il condizionamento sociale, familiare e ambientale“; l’obbligatorietà del tempo lungo, “per massimizzare l’influenza della formazione scolastica e ridurre al minimo il condizionamento sociale, familiare e ambientale”;   “accompagnare la crescita emotiva e intellettuale della persona; prevede anche l’orientamento agli studi secondari superiori come scelta della scuola, condotta sulla scorta degli spunti raccolti “dai formatori per diagnosticare le inclinazioni naturali dei singoli“.

Sul punto la TreeLLLe prescrive che l’ultimo anno di scuola media debba riservare spazi e attenzione significativi all’orientamento, con il concorso anche di specialisti  esterni (tipo consulenti del lavoro) e stabilisce che “una volta messa a punto,[ l’indicazione] deve risultare vincolante, o almeno difficilmente superabile da un impuntatura del singolo“.

Ma non è finita. La TreeLLLe prevede anche che in una fase transitoria, per rendere più digeribile la novità, si può pensare ad una istanza di appello di secondo livello, davanti a cui le famiglie potrebbero portare eventuali motivi di opposizione alla scelta indicata dalla scuola. Rappresentanti delle scuole e delle famiglie dovranno operare nelle sedi di appello, non dovranno essere presenti i diretti interessati.

La TreeLLLe ci spiega il senso del programma: “il senso di questa proposta è chiaro, ancorché  forse dirompente per le nostre abitudini. Una scelta fatta da persone competenti e non influenzate da fattori emotivi individuali ha maggiori probabilità di riuscire corretta. E , d’altra parte, non ha senso dedicare il tempo, risorse e attenzione a studiare le inclinazioni e le potenzialità del ragazzo per poi permettergli di farsi del male da solo, per una malintesa forma di rispetto della sua libertà, che somiglia a una abdicazione alla responsabilità educativa. La libertà è il punto di approdo di un processo formativo, non è il suo presupposto a prescindere”.

La famiglia spodestata e la libertà compressa

Tale misura adottata su iniziativa del ministro Valditara va letta in un orizzonte dove la famiglia deve essere desovranizzata e dove la libertà individuale deve essere compressa.   Anche in questo caso ci si avvale di una figura tecnica-specializzata “L’ORIENTATORE” (il patentino da orientatore si ottiene dopo aver frequentato un corso online di 20 ore sulla piattaforma Indire); e di strumenti algoritmici (E-Portfolio) in grado di immortalare la schedatura dello studente nelle banche dati.

La vita dei nostri figli in balia di una commissione di sconosciuti

Non sarà più la famiglia a decidere le sorti della vita futura di un ragazzino di 13 anni, ma una commissione di sconosciuti, il raccordo con docenti orientatori e tutor la cui funzione specifica -acquisita in poche ore di formazione sommaria- consiste nell’assicurare il funzionamento della cinghia di trasmissione attraverso cui sono introdotte progressivamente nella fisiologia della scuola logiche riduttive, paternalistiche e occupazionali del tutto estranee a quelle che dovrebbero sovraintendere alla scelta dell’indirizzo di studio. È sconcertante e gravissimo che non si tenga minimamente conto che è la famiglia a conoscere meglio i veri cambiamenti fisiologici che avvengono in quella fascia di età, così come dei processi di sviluppo e maturazione della personalità individuale.

Fa rabbrividire la confusione di idee che affligge gli esperti molto ben espressa nel seguente passaggio del citato quaderno (pagina 98): “ L’età che comincia intorno ai 14 anni è quella in cui l’individuo si riconosce come tale e costruisce, per tentativi ed errori, la propria fisionomia intellettuale. Proporre una formula indifferenziata, o poco differenziata, non lo aiuta in questo processo. È molto più utile metterlo di fronte a scelte nette, in cui possa riconoscersi o possa scartare. Dopodiché, i percorsi devono essere realmente alternativi fra loro, per dare spazio alle inclinazioni personali”.

Osservazioni sconnesse e contraddittorie che tentano di giustificare l’ingerenza nelle scelte individuali e familiari ribaltando ogni considerazione di buon senso.

Lo Stato sopra ogni cosa anche della famiglia

Controllare l’istruzione degli individui per creare un nuovo ordine.

L’idea di base è molto semplice da comprendere: sottomettere gli altri al proprio potere-volere, per impedire alle nuove generazioni di rappresentare un pericolo per lo Stato scuola. Il fine dell’istruzione scolastica diventa dunque quello di educare i bambini all’obbedienza e castrarli della capacità di pensiero critico e indipendente, in modo tale che siano facili da manipolare e diventino adulti subordinati all’autorità.

Così facendo gli individui vengono trasformati in risorse umane pronte per essere impiegate dal business. Lo abbiamo visto soprattutto in questi ultimi tre anni dove ogni rapporto sociale è diventato un rapporto di potere, e abbiamo avuto a che fare con delle riforme atte a ristrutturare le capacità intellettive usando: operazioni psicologiche, di propaganda e strategia del terrore.

L’immaginazione delle persone, intesa come qualità innata, va indebolita nell’essere umano. Gli individui dotati di immaginazione sono ingestibili e non prevedibili nella loro natura. Per questo l’immaginazione va annientata, i bambini sono educati a non essere creativi: non dei creatori-produttori, ma semplicemente consumatori annoiati e stressati. Sono risorse umane  illimitate, docili e facilmente manipolabili.  Gli individui non devono  trasformarsi  in filosofi, autori, editori, poeti o uomini di lettere o scienza.

E neppure in grandi artisti, pittori, musicisti, avvocati, dottori, predicatori, politici, uomini di Stato. In buona sostanza no ai giovani dotati e talentuosi che sviluppano e realizzano il loro potenziale, ma spazio solo ai giovani obbedienti. Viene così negata ogni precisa vocazione nell’essere umano che deve essere plasmato imponendo su di lui l’idea della subordinazione.

I tentacoli di un governo invisibile hanno avvolto la scuola, proprio come una piovra fa con la sua preda.

IL PNRR travolge le scuole italiane

Per rendere tutto meno indigesto e più accettabile, si travolge la scuola con una montagna di soldi. I super finanziamenti del PNRR, sono soldi, tanti soldi, che l’Unione Europea saccheggia dalle tasche dei contribuenti italiani e restituisce sottoforma di elargizione ordinando ai saccheggiati come spenderli, fino all’ultimo centesimo.

Il ciarpame tecnologico che ha inondato la scuola e che a breve sarà obsoleto ma farà in tempo a stravolgere i luoghi, i ruoli, la didattica, i cervelli.

Anche in questo caso, l’emergenza pandemica con la chiusura delle scuole ha giustificato la scelta di ricorrere alla DAD. Lo  schema è quello di sempre: sei tu dirigente, sei tu insegnante, a prestare il tuo “consenso informato“ alle misure distruttive che l’autorità predica per il bene tuo e della struttura che amministri o nella quale lavori.

È l’innovazione la molla infallibile della ossessione riformista che, abbattendosi sul nostro sistema di istruzione ormai da qualche decennio, lo ha trascinato in coma profondo. La parola d’ordine “innovare“, a prescindere da qualsiasi giudizio di merito preventivo, prevale con il presupposto che la marcia verso il progresso sia da ritenersi a priori non solo inarrestabile, ma migliorativa per definizione .

Depauperati dall’alluvione digitale         

Non importa se abbiamo studenti devastati da schermi e mezzi digitali: dipendenza, ansia e depressione spesso derivano da un uso eccessivo del tablet e dello smartphone. I dispositivi digitali in classe ostacolano l’attenzione, diminuiscono il gusto per la lettura e la comprensione del testo scritto.

Secondo uno studio del 2021 che è una comparazione tra la lettura sui libri stampati e la lettura in formato digitale (May Irene Furenes, Natalia Kurcirkova e Adriana G. Bus Università della Norvegia e della Gran Bretagna) si dimostra scientificamente la superiorità cognitiva della lettura di libri, o testi stampati, rispetto alla lettura di testi digitali. Insomma, studi ed esperienza pratica alla mano, sia nel mondo della scuola sia della ricerca, sta emergendo in maniera sempre più evidente, che le moderne tecnologie, per quanto accattivanti possano essere, non potranno mai sostituire i tradizionali metodi di apprendimento, in particolare la carta stampata e che anzi, il loro uso va decisamente limitato nella scuola, come nella vita.

Media e social educano alla “diseducazione”

Media e social educano sì, ma nel senso che diseducano: non  esiste un serial televisivo che non contempli l’omosessualità e che non presenti le famiglie divise o allargate come cose normali. Per rendere possibili i propri obiettivi, il sistema di oggi deforma sistematicamente l’educazione sull’ambiente, sulla procreazione, sulla religione, sulla salute, sull’identità maschile femminile, sui fatti, raccontati secondo le narrazioni di regime, sulla storia…

Snaturare la “scuola” con una lingua “aliena”

Una considerazione a margine, ma tutt’altro che irrilevante: le riforme perlopiù parlano inglese. Sono zeppe di formulette tratte dalla pedagogia anglosassone (infatti si ispirano a modelli pedagogici già sperimentati oltre oceano, e già lì rivelatisi fallimentari: un bizzarro paradosso), impastate insieme a uno pseudo italiano di rara bruttezza, fatto di stilemi stereotipati, tanto orecchiabili quanto vacui; ma di una vacuità non innocua, tossica.

Attenzione: già questo rilievo meramente linguistico la dice lunga sul degrado culturale, e prima ancora estetico, che ha investito la scuola. La scuola batte una lingua propria, esoterica, talmente penetrata ovunque, a partire dai suoi vivai accademici, da far entrare in risonanza tutti i suoi abitatori, che lo hanno adottato come idioma comune. È un lessico fabbricato in laboratorio, che ha contribuito pesantemente a far diventare la scuola altro da sé, snaturando il senso stesso dell’insegnare e dell’imparare. La moda di ricorrere all’uso di una lingua “Barbara” non è casuale ma funzionale al sistema dominante.

Non ci vuole molto a capire come questo fenomeno di fascinazione collettiva per la lingua aliena contribuisca esponenzialmente all’erosione della nostra, ricca come poche di storia e di bellezza espressiva, già depauperata nel lessico e in tutti i suoi aspetti storici e letterari dall’alluvione digitale. Non ci vuole molto nemmeno a capire come, alla fine, il disprezzo per la propria lingua implica il disprezzo per la propria identità e come, solo una volta perduto ogni rispetto per il proprio passato e per la custodia della propria tradizione culturale, allora perda ogni significato anche il dominio della propria lingua, che è ciò che racchiude dentro di sé l’anima di una intera civiltà.

Una civiltà, infatti, vive dentro la sua lingua. In fondo, nell’imposizione dall’alto di uno strumento espressivo che non si padroneggia e nella accettazione dal basso di questa imposizione naturale, si esprime l’essenza che siamo stati colonizzati. Queste debolezze strutturali diffuse, palesi e ingravescenti, ostacolano la produzione orale e scritta, e li condannano spesso alla scena muta o alla pagina bianca. Con tutta la frustrazione che vi deriva.

Dante è concesso ancora di insegnarlo in italiano, almeno per il momento; il resto, se sei uno bravo  bravo lo spieghi in English, sennò in globish, sennò a gesti. Gli scolari di ultima generazione saranno felici di barrire, al riparo di ogni fatica, inconsapevoli di quale ricchezza sia stata loro sottratta assieme alla capacità di modulare la propria lingua, di esprimere compiutamente il proprio sentire e pensare, di capire ciò che dicono e scrivono gli altri, di avvertire i suoni e la musicalità delle parole, di scoprire in ogni parola uno scrigno di senso e di saperci mettere mano. La scuola pubblica si è intestata ufficialmente il compito di assicurare l’ignoranza di massa.

Rimane solo l’insegna sulla facciata della “Scuola”

Si  può dire che della scuola resti solo l’insegna sulla facciata, e a questo punto tanto varrebbe cambiarla. In ogni caso, l’esito di tante innovazioni non è molto lusinghiero: a suon di riforme, scuola e università si sono ridotte ad un ammasso di macerie. Gli scolari sono sempre più ignoranti, anche se sono  inconsapevoli di esserlo perché decorati con diplomi appariscenti da esibire in società. Capita che arrivino alle medie, spesso anche alle superiori, che non sanno tenere la penna in mano, non sanno scrivere in corsivo; hanno difficoltà a scrivere appunti, anche sotto dettatura; non sono in grado di tenere in ordine un quaderno, tantomeno di organizzare un diario; non afferrano periodi complessi; non riescono a mantenere l’attenzione e la concentrazione se non per un tempo molto breve.

Lo stato “di emergenza”ha sortito un effetto catapulta

Senza lo stato di emergenza non sarebbe stato possibile raggiungere traguardi inaspettati in un tempo così breve. La normativa emergenziale che si è abbattuta sulla scuola nel biennio pandemico ha sortito un effetto catapulta: ha consentito di raggiungere, in tempi compressi e in un’unica soluzione, gli obbiettivi preconfezionati dal sistema (mi riferisco in primis alla digitalizzazione selvaggia, ma non solo) e ha fatto da detonatore a problemi risalenti e in buona parte già cronicizzati.

A partire dal gennaio del 2020 quando venne dichiarata dall’OMS una presunta pandemia da agenti virali trasmissibili siamo stati testimoni del successo di questo metodo educativo che era riuscito a cambiare il modo di pensare, i feelings, le azioni degli studenti, condizionando psicologicamente e manipolando le opinioni e le abitudini delle persone che erano ormai incapaci di esercitare un proprio pensiero critico. Questa è stata la prova del nove.

Per rendere più forte e blindato il sistema educativo e di controllo, il  sistema ci ha proposto anche la figura dello psicologo di Stato (ogni individuo a seguito del periodo Pandemico, che mostri sintomi di disagio, può usufruire gratuitamente del supporto di una figura specialistica come lo psicologo, per 10 sedute terapiche). La moderna psicologia che professa che i bambini sono come delle lavagne vuote e possono essere svuotati, denaturati, ricostruiti in modo più accomodante, individua nell’educazione il processo di esporre gli allievi a esperienze significative in modo da garantire le reazioni desiderate. I nostri figli sono pronti ad essere condizionati per un nuovo ordine sociale.

Viviamo in un tempo dove le persone sono dunque considerate come delle macchine, degli automi senz’anima che possono essere programmati attraverso la scuola obbligatoria. È bene rendersene conto al più presto di queste nuove tecniche che sono state implementate con il fine di gestire la popolazione e controllare in modo sistematico e deliberato le persone in virtù di scopi predeterminati.

I bambini sono a rischio nella scuola pubblica

Il tempo stringe: si salvi chi può da questa scuola

Oggi è ancora comune pensare che senza la scuola pubblica una persona non sia in grado di imparare nulla e che non impari a leggere e scrivere; ma la realtà è un’altra ed è che i bambini nelle scuole pubbliche sono a rischio. Sono a rischio a livello accademico a causa di programmi basati sulle metodologie Skinneriane che hanno creato una varietà di problemi dell’apprendimento e condotto alla sindrome da deficit dell’attenzione e alla somministrazione di potenti droghe (come il Ritalin) a milioni di bambini.  Sono a rischio a causa del continuo assalto dei gruppi LGBT alle scuole, sebbene ancora relativamente esiguo, cresce il numero di istituti che attivano la “carriera alias“ per coloro che non si identificano con il proprio sesso biologico e chiedono di essere chiamati con un nome diverso (si tratta di un abuso giuridico, contrario al bene della persona e alla missione della scuola).

Esiste una via d’uscita? Proposte educative alternative

L’articolo 30 della costituzione sancisce il diritto dei genitori di istruire i propri figli in autonomia.

In Italia sono state mappate 234 scuole alternative: montessoriani, steineriane, parentali e libertarie. Tutte ispirate a linee guida scientifiche diverse accomunate però -per riassumere- da un insegnamento non convenzionale, più creativo, esperienziale che sia più rispettoso dei differenti tempi di apprendimento. Secondo gli ultimi dati ministeriali acquisiti dall’Adnkronos, In Italia sono triplicati gli Homeschooler, passando da un totale di 5126 registrati per l’anno accademico 2018-2019 a ben 15.361 nel 2020-2021. E, anche se per il 2022-2023 mancano ancora dati ufficiali, gli addetti ai lavori parlano di un fenomeno in crescita, in Italia come all’estero. È stata la crisi pandemica con  le disposizioni anti covid-19 sui bambini che frequentavano la scuola a farci capire quale sia l’idea che il governo ha dei bambini; e anche di noi adulti. Se non lo abbiamo capito ora non lo capiremo mai più.

Non si può più negare il disastro del modello educativo proposto dallo Stato moderno e contemporaneo che deforma i legittimi compiti educativi Imponendo un sistema diseducativo statalistico e globalista.

Non possiamo però tacere sul fatto che non tutte le scuole alternative sono “buone scuole”. Ne parleremo più avanti.

La Chiesa Cattolica Valorizza e Muta al Meglio

Di contro, il cristianesimo ha saputo valorizzare nei secoli una cultura ed un’educazione per il bene dell’uomo, anche mutando il meglio del mondo greco-romano, come ad esempio le famose arti liberali.

Nel mondo greco-romano, le arti liberali comprendevano un insieme di discipline considerate essenziali per l’istruzione di un uomo libero (da qui il termine “liberalis”, che significa “degno di un uomo libero”).

Queste discipline non solo erano considerate importanti per l’acquisizione di conoscenze pratiche e teoriche, ma anche per la formazione del carattere e per la partecipazione attiva nella vita civica e politica della società greco-romana.

Questo sistema educativo, basato sulle arti liberali del mondo antico, venne adattato e integrato con la teologia cristiana e altri insegnamenti religiosi.

Le arti liberali sono una grande introduzione alla realtà che la chiesa ha fatto propria e che fa parte di quella che possiamo chiamare civiltà occidentale, civiltà europea, secondo un’idea sana di Europa.

 Non esiste “SCUOLA”  senza “MAESTRO”

Il ruolo del maestro è stato costantemente al centro dell’attenzione, pochè tale ruolo si situa al cuore dell’attività indirizzata alla trasmissione dei valori che esaltano la dignità dell’uomo. Lo avevano già chiaro gli antichi, ma fu il cristianesimo a plasmare la figura del testimone che insegna attraverso l’esempio di una vita virtuosa. Non basta istruire bisogna educare. Gli uomini sono “animali mimetici“, si comportano e si adeguano per mimesi.

Pertanto il nodo cruciale di ogni discorso educativo risiede non tanto nella ripetizione di formule concetti, quanto piuttosto nella capacità di testimoniare una verità e di suscitare, mediante questa testimonianza, un’autentica volontà di cambiamento e di conversione da parte degli ascoltatori.  Il vero maestro vive e insegna la piena armonia di pensiero, parola e azione; l’assenso razionale è necessario, ma non basta.  L’azione educativa del cristiano è un atto d’amore, che mette in gioco la vita stessa dell’educatore e dell’educando attraverso il meccanismo dell’emulazione. Gli educatori cristiani mirano a una formazione integrale dell’uomo, secondo una concezione che, escludendo qualsiasi riduzionismo, guarda le diverse componenti della persona umana, prima fra tutte quella spirituale e quella etica.

Cattivi maestri: Montessori

Non tutti i maestri sono buoni. Un cattivo maestro è Maria Montessori che nega il principio di autorità.

Pur essendo nata e cresciuta in una famiglia di credenti-i genitori erano cattolici liberali vicino agli ideali risorgimentali -il rapporto con il cristianesimo fu in realtà occasionale e superficiale. Ella mai approfondì l’esperienza cristiana nella sua vita vissuta, pertanto la sua visione del mondo fu condiziona da altri riferimenti ideologici e culturali, come il positivismo e la teosofia. Il Dio presente nella sua dimensione spirituale nulla ha a che vedere con il Dio incarnato in Gesù Cristo evidente nella Chiesa: riconosceva solo l’importanza della dimensione spirituale nel processo di crescita dei più piccoli, ma per lei la divinità aveva caratteristiche cosmiche, pagane.

Maria Montessori subì l’influsso delle tesi moderniste allora in voga. Mostrò fin da subito e in maniera aperta la sua avversione all’idea di peccato originale. La nozione di peccato originale era a suo avviso incompatibile con la purezza che vivevano i bambini. Non solo ma non accettava che nel percorso educativo di un fanciullo esistesse una qualche autorità, che premia e punisce, identificandola a torto come espressione del potere di turno: dei genitori, dei docenti, dello Stato.

Il bambino va invece accompagnato, con l’ausilio di strumenti didattici da lei stessa inventati, a scoprire in se stesso le qualità e le risorse che possiede, per farle emergere. Non ci devono essere maestri di vita da seguire, niente contenuti di valore con cui confrontarsi: l’insegnante deve rimanere semplicemente un mezzo, uno strumento nel cammino alla scoperta di sé.

Il grande assente: la ricerca di un senso

In questo processo educativo manca completamente la ricerca di un senso, di un significato da dare alle cose; l’educazione non è più un incontro ma soltanto un meccanismo da applicare a ciascun allievo. Il metodo Montessori abolisce completamente una comunità educante (famiglie e istituzioni) ponendo l’accento su un individuo potenziato simile a un prodotto da laboratorio. Tale modello educativo si pone agli antipodi del capolavoro educativo di Don Giovanni Bosco che poggiava su un sistema preventivo che aveva le fondamenta nella ragione, nella religione e nella amorevolezza. Tale modello genera buoni cittadini, creature di Dio e non individui privi di radici.

Lo stesso Mussolini intravide la potenzialità di indottrinare le masse attraverso il metodo montessoriano perpetrando una propaganda del regime fascista a tal punto che la Montessori fu costretta a lasciare l’Italia, dove tornò solo nel dopo- guerra.

Le sue intuizioni, la sua idea di scuola, di educazione, di formazione, di società sono state profetiche in maniera negativa precorrendo e favorendo la situazione desolante cui oggi assistiamo dove si è perso completamente il rispetto della persona umana e della sua libertà di scelta. La sua stessa attenzione all’ambiente è stata oggi trasformata in un integralismo ambientalista martellante; sosteneva l’educazione alla pace, il cui risultato è un astratto pacifismo; Il suo auspicio era di abolire tutti i confini per educare alla mondialità, ma oggi siamo ridotti a subire un globalismo totalitario che soffoca ogni identità.

Maestra del sospetto che ha vanificato la struttura naturale della convivenza umana, a partire dalla figura e dal ruolo della donna. Non è un caso che i sostenitori del divorzio e dell’aborto volontario, trovano nella Montessori un punto di riferimento: sosteneva da protofemminista la più totale libertà di scelta e di autodeterminazione, fuori da ogni schema precostituito e da ogni pregiudizio.

Oggi i movimenti LGBT, che combattono contro le cosiddette discriminazioni di genere ne fanno il proprio idolo.

Perché? Perché il metodo Montessori non prevede percorsi differenziati maschio-femmina. Tutti gli ausili didattici debbono essere neutri (no bambole o soldatini); non devono esserci in aula o nell’abbigliamento degli scolari colori che distinguono (il rosa e l’azzurro); non deve esserci competitività perché rischia di far prevalere il maschio sulla femmina, nessun peso a voti e giudizi; tutti devono imparare ad esempio i lavori domestici perché non bisogna favorire la nascita di comportamenti differenziati a seconda del sesso.

L’ombra più oscura nasconde il fatto che la Montessori si era iscritta alla società teosofica della medium russa Elena Blavatsky che odiava il cristianesimo.

Coloro che hanno a cuore la formazione e l’educazione dei bambini, l’iscrizione della Montessori alla società teosofica della medium russa Elena Blavatsky non dovrebbe far dormire sonni tranquilli.

La figura di madame Blavatsky, fondatrice della società teosofica, è la figura più importante dell’occultismo moderno precursore del movimento new age e di un’ideologia esoterica anticristiana. Elaborò una propria interpretazione esoterica della Bibbia, basandosi su presunte espirazione interiori.

Antirazionalista e anticristiana strinse legami con la massoneria e nel 1884 fondò la rivista anglofona  “LUCIFER”. Morì nel maggio del 1891, sola nella sua residenza di Londra, alcolizzata e abbandonata dalla maggior parte dei suoi adepti.

Steiner: il Secondo Cattivo Maestro

Il pensiero steineriano è molto pericoloso: la cosiddetta medicina Antroposofica è stata fondata da Rudolf Steiner e dalla dottoressa olandese Ita Wegman.

Il libro  di RUDOLF STEINER dal titolo ” Elementi fondamentali per un ampliamento dell’arte medica secondo le conoscenze della scienza spirituale” pone le basi della medicina antroposofica. Il pensiero antroposofico entra anche nella sfera pedagogica con le scuole Waldorf, presenti anche in Italia, e nella sfera agricola con la biodinamica, nella sfera finanziaria con la Tryö DOS bank e nella sfera religiosa con la Comunità dei cristiani, che in realtà di cristiano ha ben poco.

Perché il pensiero steineriano è pericoloso?

STEINER è un esponente autorevole della società teosofica, nel 1906 fondò a Berlino un capitolo ed un gran consiglio del Rito riunificato di Memphis-Misraïm, inaugurando così la propria militanza massonica. La sua loggia venne denominata “Mystica Aeterna”, divenne gran maestro deputato, inaugurò altre logge in Germania, finché non decise di staccarsi dalla propria obbedienza e di fondare qualcosa di nuovo, la “ massoneria esoterica”.

La sua attività si pose spesso strutturalmente in contrasto con la chiesa cattolica. Accusò i concili di Nicea e di Costantinopoli di essere responsabili della decadenza spirituale dell’Occidente per aver rifiutato la reincarnazione e la tripartizione soma-psiche-nous. Lucifero e Arimane sono figure, definite spirituali e necessarie nel piano cosmico, in letteratura antroposofica.

Una visione pedagogica devastante

Il pensiero di STEINER influenza anche la sua visione pedagogica: le forze anemico-spirituali alla base della pedagogia. In buona sostanza, anche se non realizzato, l’antroposofia costituisce il tentativo di Satana-Simon mago di creare un mondo esoterico in ogni sua attività, in particolare cominciando dai piccoli attraverso la pedagogia Antroposofica, e poi occupare il campo della medicina, dell’agricoltura, della danza, della pittura, dell’architettura soprattutto rimodellando la visione di Satana e sdoganando la sua tentazione nel giardino dell’eden nel suo“Sarete come Dio“.

Perché scegliere una vera scuola cattolica oggi

La situazione attuale in ambito educativo e scolastico, abbiamo visto, è farcita da una sorta di funzionalismo interessato soltanto alle prestazioni e ai risultati economico-produttivi degli studenti e dell’insegnamento; è spesso concepito come una mera trasmissione di tecniche. La scuola dovrebbe essere il luogo della trasmissione alle nuove generazioni di un patrimonio di conoscenze sedimentate, stratificate, consolidate; il docente è colui che, possedendo quelle conoscenze, guida gli alunni affinché ne prendano possesso e sviluppino le conseguenti abilità disciplinari.

Ecco allora che la scuola cattolica, che attinge alla sorgente dell’antropologia cristiana e dei valori portanti del Vangelo, può dare un contributo originale e significativo ai ragazzi e ai giovani, alle famiglie e all’intera società. I cristiani sono per un’immagine di persona desiderosa di relazioni, aperta al trascendente e profondamente contrassegnata dalla libertà nella quale si rispecchia l’impronta del suo creatore. Per questo essi operano per una formazione integrale della persona, animati dall’intima consapevolezza che in Gesù Cristo si realizza il progetto di una vita riuscita.

L’originalità di una scuola cattolica partecipa dunque della Novità Cristiana, in quanto capace di generare un progetto educativo con una sua visione specifica del mondo, della vita, della cultura e della storia, ma nella quale in ogni caso ad essere messa al centro è la persona umana e la sua dignità.

Resistere, combattere per una scuola parentale, unica speranza.

Resistere, combattere per una scuola parentale rappresenta la principale e forse unica speranza che abbiamo oggi davanti all’omologazione dei cervelli e dei cuori dei nostri figli e nipoti. Non dobbiamo attendere l’intelligenza artificiale e, già oggi i cervelli e i cuori vengono plagiati sistematicamente. I genitori, gli insegnanti, le scuole cattoliche, soprattutto parentali, vogliono riconsegnare alla chiesa e alla religione cattolica il primato educativo nella pubblica piazza, anche se la chiesa ufficiale di oggi respinge l’offerta. Senza un universo del sapere i nostri figli saranno sperduti e soli e questo noi non lo dobbiamo permettere.

Per Educare ci vuole “Coraggio”…

È vero, ci vuole coraggio per educare. La vigliaccheria è contagiosa, lo verifichiamo mille volte al giorno, ma lo è anche il coraggio.  Senza il coraggio, nulla di grande ha mai visto il giorno: forse per questo incombe la notte del mondo di cui parlava Heidegger. Il coraggio, non la paura o la cautela, è la nostra patria. Non necessariamente il coraggio è ribelle, ma sempre è presente nella bisaccia di chi dissente, di chi pronuncia apertamente dei sì e dei no. Esiste un nesso molto stretto tra conoscenza e coraggio: si teme quel che si ignora, si affronta a viso aperto ciò che si esamina attentamente; l’atto coraggioso è il frutto di un’accurata riflessione fondata sulle proprie esperienze e conoscenze.  Ne ricaviamo che il coraggio è una virtù che guarda sempre al futuro: non basta il coraggio all’inizio dell’azione coraggiosa ma bisogna perseverare nel tempo, restare fedeli all’azione. Il coraggio è coraggio autentico solo se prudente e giusto.  Il coraggio non è quindi l’assenza di paura (incoscienza), ma la capacità di saper accoglierla e di continuare lo stesso.

Se la paura ci rende schiavi, il coraggio può renderci liberi.

In sostanza la scuola cattolica ha l’esclusiva di un compito specifico e indispensabile: trasmettere la conoscenza, (con particolare riguardo alle conoscenze durevoli, che hanno resistito alla prova del tempo), di  iniziare i giovani al sapere teoretico, che vuol dire afferrare le cause, elevarsi alle leggi, agli universali, che sono strumenti di comprensione della realtà. E lo deve fare ripartendo dal linguaggio e dalla scrittura, ineludibili chiavi di accesso all’imponente deposito di scienza, arte, letteratura, che-attenzione!-non va ascritto alla categoria del passato sic et simpliciter, ma a quella del durevole, dell’eterno. Vale a dire, dell’irrinunciabile.

Ecco allora venir meno il presupposto di un altro luogo comune, quello per il quale la scuola deve stare al passo della società, per inseguir nei cambiamenti e rappresentarne in qualche modo lo specchio. Non è così. La scuola dovrebbe essere messa al riparo dai venti delle mode, stare un passo indietro rispetto alla vita, per offrire agli scolari gli strumenti cognitivi e concettuali –  una cassetta di attrezzi universali, al riparo  dal contingente, dall’effimero, dal transiente – che consentono l’esercizio del senso critico.

Proprio il senso critico infatti – che rappresenta il traguardo di un ideale percorso di istruzione – non nasce dal nulla ma implica il possesso dell’informazione e, a seguire, una sua progressiva elaborazione. In conclusione, solo se la scuola tornerà a adempiere il suo compito fondamentale allora si potrà sperare di restituire piano piano ai più giovani, insieme alla cognizione della realtà e insieme al senso delle dimensioni che servono a prenderne le misure-vale a dire l’altezza, la profondità, la distanza-anche una solidità interiore andata quasi completamente distrutta. Tanto è già andato distrutto.

Ma i pezzi del mosaico, grazie a Dio, non sono andati perduti. Bisogna, con cura e pazienza, selezionarli e rimetterli insieme. Ma dobbiamo muoverci presto, finché esistono ancora le condizioni per farlo. Certamente ciò non è possibile nella scuola pubblica di oggi, ma soltanto in una vera scuola cattolica. Va riproposto ai giovani questo mosaico che abbaglia per la sua bellezza senza tempo perché, a questa bellezza e alle sue leggi, ciascuno di loro possa attingere.

Possa farne tesoro e possa coltivarne il gusto. E da lì, sopra le spalle di una sapienza antica perenne e rivelata , possa guardare oltre, verso cose più alte.

A questo serve la scuola ed ecco perché l’associazione ”TRILLY la gente come noi”, che combatte con “coraggio” i diktat delle élite globaliste, contribuisce alla nascita di una scuola parentale ( Alleanza Parentale) aderendo al manifesto dell’Osservatorio cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa.

prof. ssa Paola Persichetti

Paola Persichetti, oltre ad essere leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con  110/110, bacio accademico e menzione d’onore.  Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.

NUOVO PIANO “WGIHR” DELL’OMS PER LA DITTATURA SANITARIA. Strategia alternativa al Trattato Pandemico che rischia lo Stop annunciato da molte Nazioni

NUOVO PIANO “WGIHR” DELL’OMS PER LA DITTATURA SANITARIA. Strategia alternativa al Trattato Pandemico che rischia lo Stop annunciato da molte Nazioni

Indice dei contenuti

Previsione di Pandemia Apocalittica: Verità o inganno dell’OMS?

di prof. ssa Paola Persichetti

presidente dell’Associazione Trilly  La Gente come Noi Terni – attiva nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori

Il vertice dell’organizzazione mondiale della sanità Oms dà una notizia circa una ipotetica, prossima pandemia dai caratteri apocalittici. A ciò si aggiunge la nuova campagna mediatica pro vaccini, che sponsorizza quelli attualmente in commercio e quelli che saranno prodotti in futuro.

Si stanno inoltre preparando le task force che dovranno indottrinare in tal senso gli studenti all’interno delle scuole e delle università. Il tutto rientra chiaramente nella manovra volta a far approvare il cosiddetto “Trattato Pandemico”. Molto si è detto e scritto sul trattato pandemico e molto terrorismo mediatico fatto è stato strumentale ad accrescere la paura nei cittadini. Esiste un trattato pandemico? Attualmente non esiste un trattato specifico chiamato trattato pandemico nel contesto internazionale.

Il Trattato Pandemico ancora Inesistente

L’OMS si appresta a proporre un nuovo “Trattato Pandemico” che aggiungerebbe confusione piuttosto che semplificare e rendere più efficace la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie. I risultati finali saranno presentati e votati alla settantasettesima Assemblea mondiale della sanità nel maggio 2024.

Il Trattato introdurrebbe ulteriori processi e burocrazia oltre a potenziali disuguaglianze. I Paesi in via di sviluppo non avranno pari accesso ai sistemi diagnostici e ai trattamenti oltre che ai “prodotti connessi alle pandemie” rispetto ad altri Paesi. Ci sono poi divisioni sulla condivisione dei dati poiché le informazioni sui patogeni che causano pandemie possono riguardare la sovranità nazionale e sulle garanzie necessarie per monitorare e regolamentare il ruolo del settore privato.

Fino ad oggi ci sono state diverse proposte ed iniziative per un trattato pandemico internazionale: attenzione parliamo soltanto di proposte. Una delle più note è stata avanzata dal direttore generale dell’organizzazione mondiale della sanità OMS, Tedros Adhanoma Ghebreyesus, nel Marzo 2021.

Tedros ha proposto un trattato pandemico internazionale per rafforzare la cooperazione globale nella preparazione e risposta alle pandemie future.

Nella bozza e nello specifico, nel preambolo, si riconosce che le pandemie rappresentano una minaccia globale per la salute pubblica, la sicurezza e l’economia mondiale; consapevoli della necessità di una risposta globale, coordinata e solidale per prevenire, prepararsi e rispondere efficacemente alle pandemie future; ispirati dai principi di solidarietà, equità e trasparenza nella cooperazione internazionale per affrontare le sfide sanitarie globali. Nella bozza si prevede inoltre che il trattato entra in vigore dopo essere stato ratificato da un numero sufficiente di paesi firmatari. Gli altri paesi possono aderire al trattato in qualsiasi momento successivo alla sua entrata in vigore.

Questa bozza è solo un esempio semplificato e potrebbe richiedere ulteriori discussioni e negoziati per essere adattata alle esigenze e alle priorità dei paesi firmatari.

Mentre l’attenzione internazionale è distratta e concentrata a parlare del trattato pandemico, l’organizzazione mondiale della sanità OMS sta rivedendo le proposte di modifica del regolamento sanitario internazionale che avrebbero dovuto essere presentate alla settantaseiesima riunione dell’oms a maggio 2023.

L’OMS è stata istituita dopo la seconda guerra mondiale come braccio sanitario delle Nazioni unite, per sostenere gli sforzi,per migliorare la salute della popolazione a livello globale, comprendendo il benessere fisico, mentale e sociale. Nel 1946 l’OMS aveva come obiettivi il far raggiungere ai popoli della terra il maggior livello di salute possibile ed evitare abusi e sperimentazioni non etiche sul corpo umano, nel principio che tutte le persone sono uguali e nate con diritti fondamentali inviolabili.

Come ricorda il dottor Bell : “Negli ultimi decenni l’OMS si è evoluta poiché la sua base di supporto dei finanziamenti di base assegnati dai paesi, sulla base del PIL, si è evoluta in un modello in cui la maggior parte dei finanziamenti è diretta ad usi specifici e molti sono forniti da interessi privati e aziendali”.

Le priorità del dell’OMS si sono spostate dall’assistenza incentrata sulla comunità ad un approccio più verticale e gerarchico seguendo gli interessi personali di questi finanziatori.
Secondo il dottor Bell, “questi cambiamenti sono importanti per contestualizzare gli emendamenti proposti al regolamento sanitario internazionale RSI.

Gli emendamenti sono scritti per cambiare radicalmente la struttura di potere tra l’OMS, gli Stati membri e gli individui all’interno degli Stati.

Il “ Piano di riserva” che cambierà le carte in tavola

Relativamente al trattato pandemico, poiché si teme di non riuscire a farlo approvare, cerchiamo di capire la strategia che vorrebbe dare nuovi poteri all’OMS.

Per approvare un piano pandemico è necessaria una maggioranza qualificata pari a non meno dei 2/3 dei membri Onu. È una impresa ardua, dove la sottoscrizione del trattato pandemico è praticamente bloccata.

Si starebbe allora preparando un piano alternativo che consisterebbe nello spostare le norme liberticide dal trattato al regolamento interno del OMS. Questo si può infatti modificare a maggioranza: bastano 98 voti.

Non sarebbe la prima volta che una simile manovra ha luogo. È accaduto lo stesso allorquando il progetto della cosiddetta costituzione europea è crollato di fronte all’opposizione popolare.

Nell’occasione, l’élite, ha reagito collocando a livello di trattati internazionali (Soprattutto il trattato di Nizza) le norme tecniche che trasferiscono i poteri determinanti dai singoli stati all’unione europea (si consideri che la costituzione italiana esclude le leggi di ratifica dei trattati internazionali dalla possibilità del referendum abrogativo. Una circostanza che spiega l’apparente debolezza che i nostri governanti mostrano nei rapporti con gli altri Stati).

L’Ue è diventata di fatto una specie di“Quasi stato”, nel quale il potere è concentrato in pochissime mani ed ai parlamentari non viene consentita nemmeno l’iniziativa legislativa. Risultato: Deficit democratico e non eliminabile.

Queste caratteristiche istituzionali sono infatti finalizzate per consentire che l’embrione di Stato europeo si sciolga nel prossimo futuro in un’accozzaglia dalla quale dovrà scaturire il futuro governo mondiale.

Regolamento sanitario internazionale 2005

In occasione dell’entrata in vigore del regolamento sanitario internazionale 2005- che, per inciso, è quello ancora vigente ad oggi, venne pubblicata una comunicazione ( NON direttiva, NON regolamento) della Commissione a Parlamento e Consiglio UE. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52006DC0552

Qui troviamo la LEGGE con cui Il regolamento fu approvato e adottato in Italia: https://www.salute.gov.it/resources/static/uffici/Legge9_febbraio_1982n106.pdf

E questo perché il nostro ordinamento non consente l’entrata in vigore automatica dei protocolli OMS, che devono forzatamente essere recepiti con atto interno.

Ora analizziamo il testo del regolamento sanitario modificato in maniera approfondita nel 2005. Recita all’articolo 2.1.: “ […] Strumento giuridico internazionale, il RSI è giuridicamente vincolante per tutti gli Stati parti. Questi ultimi non sono tenuti a ratificarlo individualmente; inoltre, ogni Stato può rifiutarlo ovvero formulare riserve su aspetti particolari. Dell’OMS fanno parte 192 Stati membri, fra cui i 25 dell’Ue, nonché la Bulgaria e la Romania“.

L’UE non fa parte del RSI, ma quest’ultimo riconosce il ruolo svolto dalle “organizzazioni di integrazione economica regionale”, come l’Ue..[…]

Per quanto precede, ad esempio, se l’OMS dovesse raccomandare agli Stati di rifiutare l’entrata o l’uscita di alcune merci, ai sensi dell’articolo 18, paragrafo 2, del regolamento, l’UE dovrebbe agire collettivamente, su iniziativa della Commissione..  Infatti, la legislazione relativa al mercato unico vieta agli Stati membri di adottare provvedimenti in maniera unilaterale.

Competenza giuridica

Il RSI costituisce uno strumento internazionale che si applica a questioni che rientrano nella competenza concorrente dei governi nazionali e della comunità europea.  Numerosi articoli del RSI riguardano questioni regolate dal diritto comunitario. Secondo il diritto applicabile, tali questioni rientrano o nella competenza esclusiva della comunità, ovvero nella competenza concorrente dei governi nazionali e della comunità.”

Gli Stati PARTI ( Parti dell’accordo, ovviamente!) hanno adottato, e quindi il regolamento è vincolante (ovvio visto che gli Stati lo hanno recepito!), MA si può ugualmente fare obiezioni e rifiutarlo in qualunque momento.

L’UE non fa parte del RSI e i vincoli degli Stati MEMBRI prevalgono sui consigli dell’OMS: NON è uno Stato,tantomeno Stato “ parte della OMS! In compenso, un regolamento UE, contrariamente ai protocolli OMS è legge.

Ultima nota: la UE è vincolata ai trattati internazionali (tipo CEDU, per intenderci) e NON può legiferare contro i diritti umani. Difficile quindi ipotizzare che obblighi gli Stati membri a limitare le libertà inviolabili.  Come dimostrazione basta la famosa lettera EMA: “ Noi non abbiamo mai detto che prevenissero l’infezione, NON siamo responsabili delle scelte interne dei singoli governi”. Queste osservazioni non vengono mai fatte nè dette dai media. È preferibile avere un popolo spaventato poiché sarà più facilmente governabile. Un popolo spaventato spesso è un popolo ignorante  che accetterà la limitazione della libertà imposta dai governi in nome di un desiderio di sicurezza che è stato indotto dagli stessi governi che ora intervengono per soddisfarlo.

Le modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) e i nuovi poteri conferiti all’OMS

Dobbiamo concentrarci sulle modifiche del regolamento sanitario internazionale che servono  per cambiare radicalmente la struttura dell’OMS.

Il RSI prevede l’obbligo per gli Stati membri dell’OMS di informare su “tutti gli eventi che possono costituire un’emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale (PHEIC) nel proprio territorio”.

La portata dell’autorità concessa all’OMS dal RSI è abbastanza ampia da consentirle di contattare entità subnazionali, determinare e dichiarare, senza il consenso degli Stati, una Emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale (PHEIC) , formulare raccomandazioni temporane o permanenti, rivedere le misure sanitarie aggiuntive adottate unilateralmente dagli Stati e anche risolvere eventuali controversie attraverso un processo di risoluzione delle controversie in più fasi.

Il RSI, soprattutto, dà mandato al direttore generale dell’OMS di effettuare una valutazione dell’evento segnalato e di prendere una decisione in merito alla sua dichiarazione come PHIEC. Il termine utilizzato nei RSI è PHEIC e non pandemia.

Piuttosto che regolamenti basati sul pieno rispetto della dignità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle persone (Ossia coerenti con la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo- DUDU), questo è costituito da principi di equità, inclusività e coerenza, non ulteriormente definiti, che dipendono dal contesto sociale ed economico, cioè i diritti sono ineguali e determinati da altri.

I governi avanzano sugli emendamenti

I regolamenti sanitari internazionali originali furono adottati nel 1951 sotto la Costituzione dell’OMS. Vennero rivisti tre volte: nel 1969 (quando divennero Regolamenti sanitari internazionali), nel 1981 e nel 2005.

Il regolamento sanitario internazionale è un accordo internazionale vincolante per i 196 Stati parti, compresi i 194 Stati membri dell’OMS. L’IHR ( International Health Regulations) nella versione adottata nel  2005, è stato modificato due volte: nel 2014 e nel 2022 ( le modifiche più recenti entreranno in vigore nel maggio del 2024). Il gruppo di lavoro sugli emendamenti è il WGIHR  (comprende i 196 stati parti dell’ RSI, l’Unione europea e la delegazione di osservatori della Palestina).

Obbiettivo principale dell’RSI è quello di prevenire, proteggere, rispondere e collaborare per il controllo delle malattie che costituiscono una minaccia grave per la salute pubblica a livello internazionale.

Scopo: Il regolamento sanitario internazionale mira a garantire la massima sicurezza sanitaria possibile a livello internazionale. Definisce le responsabilità degli Stati membri, dell’organizzazione mondiale della sanità e di altre organizzazioni internazionali per la gestione delle emergenze sanitarie.

Obblighi degli Stati membri: Gli Stati membri sono tenuti a sviluppare, mantenere e rafforzare le loro capacità di rilevamento, valutazione, notifica e risposta rapida alle emergenze sanitarie. Devono anche collaborare con l’OMS e gli altri Stati membri per prevenire la diffusione internazionale di malattie.

Notifica delle emergenze: Gli Stati membri sono tenuti a notificare tempestivamente all’OMS eventuali eventi che possono costituire un’emergenza sanitaria di portata internazionale (PHEIC, Public Health Emergency of International concern).

Collaborazione internazionale: Il regolamento sanitario internazionale promuove la collaborazione tra gli Stati membri e l’OMS per il monitoraggio, la valutazione e la gestione delle emergenze sanitarie internazionali. Questa collaborazione include lo scambio di informazioni, l’assistenza tecnica e la coordinazione delle risposte.

Revisione periodica: Il regolamento sanitario internazionale viene periodicamente riesaminato e aggiornato per riflettere le nuove sfide e le migliori pratiche nel campo della salute pubblica globale.

Qui di seguito troviamo la programmazione del WGIHR. Ultimo incontro  risale al 5-9 febbraio 2024.

Le contestazioni dell’AFRICA GROUP e dell’EQUITY GROUP sono la “pietra d’inciampo”

Il gruppo di lavoro che negozia le modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale (WGIHR – Working Group on Amendments to the International Health Regulations) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha esteso la sua settima riunione, che avrebbe dovuto concludersi venerdì scorso, per includere una sessione speciale sull’equità.

La ripresa del WGIHR 7 si terrà entro le prime due settimane di Marzo, accogliendo finalmente le richieste degli Stati membri- tra cui l’Africa Group e la grande alleanza di paesi nota come Equity Group- di prestare adeguata attenzione all’equità.

Il 23 Febbraio sara il termine ultimo per gli Stati membri di fornire commenti scritti sul nuovo testo fornito dall’ufficio di Presidenza durante la riunione. Verranno definiti i prossimi 10 anni di sorveglianza globale e di sicurezza collettiva quando si tratterà di emergenze sanitarie e di epidemie ad impatto particolarmente elevato. Il direttore generale dell’OMS ha esortato a portare a termine tutto entro maggio.

 Non è prevista alcuna giurisdizione legale per sanzionare l’OMS per abuso di potere

Saranno le modifiche al regolamento sanitario internazionale a stabilire che l’OMS sia l’autorità prevalente nella gestione delle emergenze sanitarie e pubbliche. I poteri assegnati all’OMS includerebbero il confinamento, la medicalizzazione forzata delle persone, i diritti di condividere la  proprietà intellettuale, il Know-how di produzione, il poter chiedere agli Stati di contribuire con risorse, compresa la produzione dei medicinali.  Un sistema di sorveglianza, supervisionato dall’OMS, assicurerà che le potenziali minacce siano prontamente identificate.

L’OMS potrebbe richiedere regolari rapporti dettagliati, inviare valutatori e imporre modifiche. Ciò solleva interrogativi sia sulla sovranità in materia di salute sia sull’uso razionale e appropriato delle risorse: Non è prevista alcuna giurisdizione legale per sanzionare l’OMS per abuso di potere, qualora se ne evidenziassero gli estremi.

Ecco a che cosa servono le modifiche, a far sì che l’OMS possa stabilire la sua autorità sugli individui e sui governi nazionali nel processo decisionale relativo alla salute.

Gli Articoli Critici del suo Regolamento Sanitario Internazionale

Vediamo insieme quali sono i punti o meglio gli articoli critici del regolamento sanitario internazionale:

 L’articolo 2: dove il concetto di salute pubblica diventa una terminologia estremamente ampia e, i potenziali rischi possono essere qualsiasi virus, tossina, cambiamento del comportamento umano, articolo o altra fonte di informazioni che potrebbe influenzare qualsiasi cosa in questo vasto campo.  Se fosse accettata la modifica dell’articolo 2, ciò fornirebbe all’OMS una giurisdizione su qualsiasi cosa potenzialmente pertinente a qualche cambiamento nella salute o nel benessere, come percepito dal direttore generale o dal personale delegato.   In un dipartimento governativo tali ampi diritti di interferire e assumere il controllo non sarebbero normalmente concessi. In questo caso, non vi è alcuna supervisione diretta da parte di un Parlamento che rappresenta il popolo e nessuna giurisdizione legale specifica da rispettare. Il direttore generale dell’OMS si potrebbe inserire e dare raccomandazioni non più non vincolanti su quasi tutto ciò che riguarda la vita sociale (La salute, nella definizione dell’OMS, e il benessere fisico, mentale e sociale).

 Articolo 3: Si descrivono i presupposti su come si deve applicare il regolamento sanitario e internazionale.  Il concetto di diritti ampi e fondamentali, uguali per tutti, viene rimosso ed è sostituito con una vacua formulazione di equità, inclusività, coerenza. Concetti non correttamente definiti e quindi interpretabili vagamente in base ai significati che si danno. In Italia, per esempio, con la sentenza numero 7045/ 2021, il Consiglio di Stato ha legittimato l’obbligo vaccinale anti Covid ai sanitari, giustificandolo secondo l’articolo 2 della Costituzione.

Così facendo si è inclusa la vaccinazione come un dovere inderogabile di solidarietà, categoria in cui fino ad ora erano inclusi la difesa della patria, il pagamento delle tasse e il mantenimento dei figli. Mai nessuno si era spinto a considerare la vaccinazione come un dovere inderogabile di solidarietà, una solidarietà obbligatoria, strumentalizzando il concetto di solidarietà fondato sull’equilibrio tra sfera individuale e sfera collettiva.  Nel nuovo ordine mondiale, i diritti umani dell’individuo  sono visti come basati sullo sviluppo economico e sociale.

Ciò segnala un cambiamento fondamentale nell’approccio ai diritti umani delle Nazioni unite, inclusa la dichiarazione universale dei diritti umani di cui tutti i paesi delle Nazioni unite sono firmatari. Lo spostamento dei diritti umani che dipendono dallo sviluppo economico e sociale implica che i ricchi e i poveri hanno diritti diversi e che esiste una gerarchia di sviluppo che definisce i propri diritti. Si tratta di un ritorno a una visione feudale o colonialista dei diritti umani da cui l’OMS e l’UDHR del dopoguerra avevano cercato di allontanarsi.

 Articolo 4: Ogni paese sarebbe tenuto a nominare un’autorità nazionale competente con cui l’OMS possa collaborare. Così facendo l’OMS diventerebbe un organismo che richiederebbe conformità senza più fornire pareri non vincolanti

Articolo 10: L’OMS, se lo stato parte non accetta l’offerta di collaborazione entro 48 ore, potrebbe acquisire il potere di condividere informazioni da uno stato o appartenenti a uno stato con altri Stati, senza chiedere il consenso.

Articolo 11: Con le modifiche all’articolo  11 si potrebbe consentire all’OMS di condividere le informazioni ottenute sia con le Nazioni Unite sia con organizzazioni internazionali e regionali pertinenti, vale a dire che includono organizzazioni non legate ai governi nazionali.  Ciò potrebbe permettere di condividere informazioni più facilmente con CEPI, GAVI, e UNITAID, ovvero organizzazioni fondate da Bill Gates con rappresentanti privati e aziendali nei consigli di amministrazione con conflitti di interessi finanziari diretti.

Articolo 12: Si amplierebbe la definizione di emergenza sanitaria pubblica per includere qualsiasi evento sanitario o correlato ad agenti patogeni a discrezione del direttore generale e richiedere la conformità degli Stati.  Si afferma che “  se il direttore generale ritiene, sulla base di una valutazione ai sensi del presente regolamento, che si stia verificando un’emergenza di sanità pubblica potenziale o effettiva di interesse internazionale… determina che l’evento costituisce un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale“.  Ciò elimina l’obbligo per gli Stati d accettare il rilascio di informazioni relative a quello Stato.

Il direttore generale può dichiarare una Public Health Emergency of International Concern (PHEIC) contro i desideri e le istruzioni degli Stati.  L’OMS non è più concepito come il servitore dello Stato sovrano, ma bensì come autorità sovranazionale. L’OMS deve seguire le disposizioni del Framework for Engagement of Non-State Actors,  adottato dall’organizzazione mondiale della sanità nel 2016.  Esso stabilisce le disposizioni per l’interazione dell’OMS con attori non statali, come organizzazioni non governative, settore privato, fondazioni, media e altri, al fine di promuovere la collaborazione efficace nel settore sanitario.

Il quadro del OMS consentirebbe al direttore generale di  “esercitare flessibilità nell’applicazione delle procedure del FENSA” in caso di emergenza sanitaria indipendentemente dall’accordo dello Stato.“  Gli Stati parti sviluppati e l’OMS offriranno assistenza agli Stati parti in via di sviluppo a seconda della disponibilità di finanziamenti, tecnologia e know -how”,  una linea volta verso il passato per l’uso di termini colonialisti come “sviluppato” e “in via di sviluppo”, in contesto come quello che un tempo era egualitario.

Articolo 13:  L’OMS ha guidato la risposta internazionale alla salute pubblica. Questo articolo nuovo espone esplicitamente il nuovo ordine internazionale di sanità pubblica, con l’OMS al centro, piuttosto che la sovranità nazionale come preminente. “ Gli Stati  Parte adottano misure per garantire che le attività degli attori non statali, in particolare i fabbricanti e coloro che rivendicano diritti di proprietà intellettuale associati, non siano in conflitto con il diritto al più alto standard di salute possibile e con il presente regolamento sanitario internazionale e siano conformi alle misure adottate dall’OMS e dagli Stati parte ai sensi di questa disposizione, che comprende“.

L’OMS può richiedere a qualsiasi stato di rilasciare quasi tutti i prodotti riservati e la proprietà intellettuale su qualsiasi prodotto correlato al settore sanitario. Secondo i propri criteri, l’OMS può dichiarare un evento, richiedere ad uno Stato di contribuire con risorse e rinunciare ai diritti esclusivi sulla proprietà intellettuale dei suoi cittadini e condividere informazioni per consentire ad altri – le case farmaceutiche- di fabbricare i propri prodotti in concorrenza diretta. L’OMS richiede inoltre agli Stati di donare prodotti su richiesta della dirigenza generale.

Articolo 18:  Raccomandazioni relative a persone, bagagli, merci, container, mezzi di trasporto, merci e pacchi postali. Questo articolo esisteva già ma con il nuovo articolo 13A si richiede agli Stati di ”Impegnarsi a seguire le raccomandazioni dell’OMS nella loro risposta internazionale in materia di salute pubblica”. L’OMS potrà quindi ora, sulla base della sola determinazione di un individuo, il direttore generale, sotto l’influenza di Stati non democratici ed entità private, richiedere agli Stati di incarcerare i propri cittadini, iniettare loro, richiedere l’identificazione dello stato di salute, esaminare medicalmente, isolare e limitare i viaggi. Questa è un’agenda globalista che va oltre i tuoi peggiori incubi.

Articolo 23:  Prevede misure sanitarie all’arrivo e alla partenza prodotte preferibilmente in formato digitale, con opzione residuale in formato cartaceo.

Articolo 35:  I documenti sanitari digitali devono incorporare mezzi per verificarne l’autenticità tramite il recupero da un sito web ufficiale, come un codice QR.

Articolo 36:  Si parla di certificati di vaccinazione e restrizioni in tal senso.

Articolo 43:  Si prevede che l’OMS possa ordinare modifiche all’interno degli Stati, comprese le restrizioni alla libertà di parola e potrebbe richiedere la rimozione dei regolamenti sanitari. L’OMS assume la sovranità su quelle che prima erano questioni statali.

Deriva autoritaria

Questi presupposti potrebbero inaugurare un’ulteriore più ampia deriva autoritaria, già vista con la gestione pandemica della COVID-19, nelle democrazie liberali occidentali, l’erosione dei diritti civili e la vanificazione delle libertà costituzionali a scapito del diritto della libertà di cura e di scelta terapeutica, di autodeterminazione sul corpo e la salute, e dello squilibrio tra ciò che è individuale e ciò che è collettivo. Vi è il serio rischio che sull’altare del conflitto di interesse tra istituzioni e industria farmaceutica venga sacrificato il diritto alla salute.

A livello globale, l’OMS deve… contrastare la cattiva informazione e la disinformazione, assumendo il ruolo di polizia / contrasto alla libertà di parola e allo scambio di informazioni.

Si può già vedere nel Regno Unito:  L’organizzazione Big Brother Watch discute questioni legate alla sorveglianza o alla libertà d’espressione, facendo riferimento al concetto di “Ministry of Truth” come metafora per il controllo dell’informazione da parte del governo.

 Asservimento di tutti i paesi del mondo agli interessi plutocratici tramite l’OMS

Le politiche sanitarie sono solo il pretesto per assumere il controllo di ogni settore della società: economia, scienza, cultura, politica.  Questa è una strategia che è andata a sviluppandosi nell’arco di decenni, attraverso il progressivo ampliamento dell’area di competenza della medicina maturato in seno all’OMS.  Se ogni aspetto della vita umana confluisce all’interno della salute, appare logico che il governo della stessa finisca col travalicare ogni limite, occupando tutti gli spazi dell’azione politica, nessuno escluso.

Ne abbiamo avuto un’ampia dimostrazione durante la dittatura sanitaria introdotta a livello globale ma in concreto implementata soltanto nell’occidente, oltre che in Cina.  Poteri così illimitati riuscirebbero ad indirizzare la spesa degli Stati verso specifici settori, impedendo ai governi di effettuare investimenti nei settori che essi considerino strategici per i loro interessi.

Il danno non sarebbe limitato soltanto al campo dell’economia ma investirebbe anche altri fronti come la libertà di stampa, la libertà di circolazione (di beni e di persone), la libertà di istruzione ed anche la libertà di ricerca scientifica. La  popolazione subirebbe un indottrinamento rafforzato dalla censura.

Non a caso, l’ordine di scuderia è parlare del “Trattato “e non del “regolamento sanitario”.  Siamo di fronte ad una serie di matrioske che compongono la struttura occulta del potere, che si cela dietro una pluralità di controfigure, secondo la logica del Deep State.  Ci sono alcuni paesi che si sono già mobilitati dimostrando scetticismo e votando in massa contro l’evidente tentativo di bruciare i tempi dell’approvazione: ad esempio i paesi africani; la Slovacchia; l’Ungheria; il parlamento USA, non del tutto asservito ai poteri occulti. È ormai sotto gli occhi di tutti che l’elitè al  potere sta cercando, a livello istituzionale, di monopolizzare le ricchezze ed i poteri, sottraendoli ovunque egli Stati, attraverso organizzazioni private che vengono spacciate per pubbliche-l’OMS, come l’ONU di cui è emanazione, non sono enti pubblici, soggetti al controllo degli elettori- e la stessa cosa vale per le ONG, la cui operatività viene, non a caso, ufficializzata dalle Nazioni Unite.

 In un mondo dove Dio è stato cacciato l’uomo è rimasto in balia della paura della morte e della malattia, paura usata dai potenti per spingere a comportamenti irrazionali e autolesionistici.

Un risultato agghiacciante è stato raggiunto: la nascita di un governo mondiale delle banche il quale è praticamente in guerra con la Federazione russa. Ma questo non è più in grado di far funzionare un mondo che sta sull’orlo del tracollo perché depredato.

 A quando la prossima crisi di Wall Street? Forse è ipotizzabile all’indomani delle elezioni presidenziali americane, 2025?

Ecco allora che ha un senso il tempismo del trattato, che mira a dare al nuovo presidente i poteri per salvare l’America a spese del mondo intero. Non dimentichiamo che gli USA sono il grande malato dell’economia mondiale ed il maggior contribuente dell’OMS, più ancora della Cina. E Come tali, sono in grado di condizionarne le decisioni.

Rinchiudere il mondo in una rete dalla quale coloro che rimarranno fuori siederanno nella stanza dei bottoni da dove amministreranno il resto del pianeta.

Per la riuscita di questo colpo grosso è necessario avere un trattato pandemico approvato a maggioranza almeno di 2/3 dei membri Onu e temendo di non riuscirvi si stanno organizzando per spostare le norme liberticide dal trattato al regolamento interno all’OMS.

Per il TRATTATO PANDEMICO il golpe è calendarizzato per maggio, all’indomani dell’elezione europee.  A quel tempo il nostro continente sarà ancora rappresentato  dai vecchi leader; la nuova maggioranza non avrà avuto il tempo di organizzarsi e prendere in mano le redini del potere. Certe coincidenze non sono mai casuali.

I singoli stati, ad oggi,  ancora conservano  (non si sa fino a quando) l’autorità di aderire o meno alla trappola.

Missione e compito dei Cattolici

I cattolici  devono riprendere in mano la preghiera. La preghiera ha confortato gli uomini nelle ore più buie, li ha spinti ad agire e ha indicato loro la strada attraverso sfide apparentemente insormontabili.

 Maggio è il mese caro alla Madonna, non dobbiamo avere dubbi sul nostro compito: pregare il Rosario insieme.

La preghiera fa della storia il tempo di Dio, lo spazio in cui l’infinito incontra il limite, l’amore che guarisce le ferite: la preghiera cambia il mondo. La preghiera insistente, perseverante è come un grido dell’anima che penetra nel cuore di Dio.  La preghiera diviene così la più grande forza di trasformazione del mondo.

prof. ssa Paola Persichetti
presidente dell’Associazione Trilly  APS La Gente come Noi Terni 

Paola Persichetti, oltre ad essere Associazione Trilly APS  La Gente come Noi Terni e già leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con  110/110, bacio accademico e menzione d’onore.  Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.

AUSCHWITZ COME IL GOLGOTA: IL SILENZIO DI DIO. Martiri Ebrei-Cristiani della Shoah e Complotti Massonici-Sionisti contro la Chiesa Cattolica

Paola Persichetti

AUSCHWITZ COME IL GOLGOTA: IL SILENZIO DI DIO. Martiri Ebrei-Cristiani della Shoah e Complotti Massonici-Sionisti contro la Chiesa Cattolica

Indice dei contenuti

Nell’immagine di copertina Gesù Cristo in un’opera del Beato Angelico, la suora carmelitana ed Ebrea vittima della Shoah Edith Stein e il rabbino sionista Elia Benamozeg

di prof. ssa Paola Persichetti – ricercatrice di Cristianesimo ed Ebraismo.


Secondo la legge romana, la sentenza era immediatamente vincolante e, di norma, veniva eseguita direttamente dopo essere stata pronunciata. Così Gesù viene consegnato ad un plotone di esecuzione formato da un centurione e quattro legionari. Gesù vestiva ancora la bianca tunica senza cuciture che aveva indossato per la cena pasquale, e che ora, veramente, era assai sporca e coperta di macchie di sangue. La via fino al Golgota era di circa mezzo chilometro.

La strada verso il luogo dell’esecuzione costeggiava l”Agorà “, Il mercato con numerosi chioschi. C’era lì un grande via vai, tutta Gerusalemme era affollata di pellegrini, visitatori e mercanti che, in quelle ultime ore prima della festa di Pasqua, facevano le loro ultime compere nei negozi dell’agorà . Il plotone di esecuzione con i loro prigionieri dovevano farsi strada in mezzo a questa folla di gente che gridava e spingeva.Nel mezzo dell’agorà, i soldati bruscamente deviarono verso la porta di Ghennat, Per uscire dalla città. Nonostante l’indaffarata attività, gli astanti gettavano occhiate curiose alle iscrizioni con la condanna (titulus), pendenti al collo dei condannati: “che cosa? Re dei Giudei?”.

Quando il piccolo gruppo arrivò presso la porta di Ghennat, Si strinsero attorno a Gesù delle donne che si lamentavano e piangevano per lui (Luca 23,27).

Ma volgendosi ad esse, Gesù disse: “ Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me; ma su voi stesse piangete E sui vostri figli. Perché se si tratta così il legno verde, che ne sarà del secco?“ (Luca 23,28-31).

Consapevole della sua sorte, Gesù proseguiva la sua strada verso la morte espiratoria, che umilmente aveva preso su di sé. Portando il palo trasversale della croce, barcollò tra gli agnelli  e la folla pressante e cadde al suolo (era la strada che conduceva al tempio dove transitavano tutti quelli che  vi portavano gli agnelli  pasquali che dovevano essere macellati nel pomeriggio di quel 14 di Nisan).

La flagellazione l’aveva privato delle forze. Il centurione se ne accorse e immediatamente costrinse un contadino, sopraggiunto dai campi, a portare la trave.(Simone di Cirene)  . Si caricò della croce e la trasportò fino al Golgota, seguendo  Gesù per un 200 metri. Sembra che, più tardi, egli abbia fatto parte della comunità cristiana, perché nel Vangelo sono nominati i nomi di Alessandro e Rufo, suoi figli. (Marco 15,21). Nel 1942 fu scoperta nella valle del Cedron un’urna funebre, un ossario (urna contenente ossa), dentro un’antica tomba, che portava inciso il nome di “Alessandro, figlio di Simone il Cireneo“.

Il centurione responsabile dell’esecuzione salì la collina del golgota (calvario, luogo del cranio), alta quasi 12 m. Quest’area era una vecchia cava di pietra in disuso che Erode non aveva inserito nel parco. Il Golgota non  era che una collinetta lasciata lì nella cava, poiché consisteva di un conglomerato calcareo pieno di crepe e quindi inutilizzabile. Aveva la forma di un cranio, da qui il nome ( Golgolet =cranio). Viene  subito alla mente: La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo (salmo 118,22).

Gesù sul Golgota

Ora il plotone di esecuzione arrivò sul luogo della crocifissione. Prima di iniziare il loro lavoro, i soldati offrirono a Gesù una bevanda inebriante, consistente in vino misto a mirra.Ma Gesù si rifiutò di berla. Nel Getsemani egli aveva detto “sì“ al calice della passione e vuole berlo a mente lucida e consapevole…………

I carnefici si accingono al loro crudele lavoro. D’improvviso le donne odono dal golgota  i colpi di martello e rabbrividiscono. Il condannato viene spogliato delle sue vesti, dalle ferite della flagellazione sgorga il sangue. Gesù giace ora a terra, le sue braccia vengono stese sulla trave orizzontale della croce e i chiodi conficcati in entrambe le articolazioni dei polsi.Vincendo il dolore lancinante con tutta la forza della sua volontà prega: “ Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”(Luca 23,34). Era  l’ora terza (le nove del mattino) quando lo crocifissero( Mc 15,25)…

Mentre Gesù pendeva dalla croce, fu deriso dai passanti e dagli spettatori che si erano dati la pena di salire il basso colle del Golgota.

Gli scherni erano un commento all’insegna posta sopra il capo di Gesù: “Il Messia, il re d’Israele! Egli ha salvato altri, non può salvare se stesso! Scenda ora giù dalla croce; così vediamo e crediamo!”(Marco 15,32). Dietro a queste parole c’era la convinzione che la crocifissione di Gesù significava la confutazione tangibile della sua pretesa. Il vero Messia non sarebbe mai finito in quel modo, ma avrebbe annientato gli oppositori.

L’aria era opprimente. Lo sguardo offuscato di Gesù scrutava le mura della città dinanzi a lui, cercando il tempio al di là di esse. Il Dio del suo popolo, il cui nome lì dimorava, il padre suo, non lo trovò . Dio taceva. Con un ultimo sforzo Gesù si sollevò ancora una volta, appoggiandosi al chiodo dei piedi, e recitò le parole del salmo 22.  Di nuovo si accasciò e continuò a pregare.

Era in grado di pronunciare soltanto frammenti del salmo; non gli era rimasta la forza di pregare in modo continuo: “Tu sei lontano dalla mia salvezza, sono le parole del mio lamento……. Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo“. È arido come un coccio il mio palato, la mia lingua si è incollata alla gola,…“.

Il quarto vangelo fa riferimento a tutto questo nella parola di Gesù: “ho sete“ (Giovanni 19,28)  Alcuni degli astanti non avendo capito le prime parole della preghiera dissero: “ Senti! Chiama Elia“. E uno corse a inzuppare una spugna di aceto e, postala attorno ad una canna, gli dava da bere dicendo: “vediamo un po’ se viene Elia a tirarlo giù“ (Marco 15, 35-37).

Lentamente il morente mormorò fra sé e sé:“Sei tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai fatto riposare sul petto di mia madre. Al mio nascere tu mi hai raccolto dal grembo di mia madre, sei tu il mio Dio!“…

Egli stava in piedi con sua madre, sotto la croce; appoggiandosi al braccio del suo discepolo prediletto era salita sul colle con le altre donne di Galilea, quando l’ora della morte si era avvicinata…

Con uno sguardo verso orizzonti escatologici, egli recitò il finale del salmo 22:Annunceranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno: “ecco l’opera del signore!“

Così termina il salmo e così l’evangelista fa portare a compimento al morente l’opera della vita:

“Tutto è compiuto“. E, chinato il capo, rese lo spirito(Giovanni 19,30)

La Risurrezione di Cristo

Le autorità religiose avevano chiesto la crocifissione di quell’uomo della Galilea, Gesù, il sobillatore, con uno scopo preciso: provare una volta per sempre l’erroneità degli insegnamenti del “falso profeta“. Chiunque è appeso ad un albero è sotto la maledizione di Dio (Deuteronomio 21,23), era un uomo eternamente abbandonato da Dio. La vita del Galileo era finita in modo così vergognoso che nulla di peggio era umanamente pensabile.

Già prima della venuta di Gesù, altre speranze messianiche erano sorte e morte di nuovo; sembrava che questa avesse perfino minori possibilità di sopravvivenza. L’episodio Gesù nella sua interezza fu valutato dalle autorità nel modo seguente: un altro completo fallimento di un innovatore religioso che finisce nel cumulo di spazzatura della storia, che uno può totalmente ignorare e dimenticare.

È vero, le opere gli insegnamenti di Gesù non avrebbero mai avuto una possibilità di sopravvivenza, se non fosse successo qualcosa di ordine totalmente diverso. Gli uomini e le donne discepoli di Gesù, in un modo del tutto inatteso, fecero un’esperienza sconvolgente:

“Gesù è vivo, è risorto!”

Nasce la CHIESA , il nuovo Israele erede della promessa. Viene meno l’elezione di Israele che viene letta  soltanto come preparazione e prefigurazione della missione della Chiesa.(Costituzione dogmatica sulla chiesa lumen gentium, 21 novembre 1964)

Per questo la chiesa subisce gravissime persecuzioni per due secoli, scherno, beffa anche da parte di molti scrittori, filosofi che i padri della chiesa si occupano di combattere. Il pericolo maggiore nasce però dal suo interno ed in particolare l’eresia gnostica= Gnosticismo. Anche il modernismo è eretico, lo stesso vuole distruggere la chiesa dall’interno. La gnosi  ha origine sinagogale  giudaica: Gesù non è vero Dio.

Edith Stein sul Golgota ad Auschwitz testimone della risurrezione.

 “Sono stato crocifisso con Cristo : non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”! (Gal.2,19-21).

Il 9 agosto del 1942 , veniva uccisa ad auschwitz birkenau Edith Stein. Edith Stein è una ebrea vittima della Shoah, come milioni di suoi fratelli e sorelle. È anche una suora carmelitana, con il nome di Teresa Benedetta della Croce, una Santa della Chiesa cattolica, co-patrona d’europa è candidata al titolo di dottore della Chiesa.

Edith Stein vittima della Shoah

Giovanni Paolo II ha beatificato Edith Stein nel 1987 parlando di lei come di una figlia d’israele, che durante le persecuzioni dei nazisti è rimasta unita con fede ed amore al Signore crocifisso, Gesù Cristo, quale cattolica ed al suo popolo quale ebrea.

Il libro su Edith Stein dal titolo ”sulla storia di un’ebrea”, nella prefazione di una suora filosofa carmelitana, Cristiana Dobner, attiva nel dialogo ebraico cristiano, afferma che la sua conversione e la successiva canonizzazione risultano motivo di inevitabili e ben comprensibili imbarazzi e contrarietà da parte ebraica, nel timore di ambiguità insidiose e indebite cristianizzazione della Shoah. Husserl maestro di Edith Stein, grande guru della fenomenologia di inizio secolo reagì in modo sprezzante alla notizia della sua conversione e in una lettera a Roman Ingarden aveva scritto :” Ciò che lei mi dice sulla signorina Stein mi rattrista……….è un segno della miseria interiore nelle anime”.

Anche Husserl era nato ebreo, ma era cresciuto totalmente assimilato e indifferente alla vita ebraica, la sua irrisione alla notizia della conversione dell’allieva fu dovuta al fatto che scelse il vituperato e superstizioso cattolicesimo, invece del rigoroso e puritano luteranesimo. (Voglio ricordare a tal proposito che nelle religioni protestanti non si ha una legge morale oggettiva, tanto che l’aborto è visto come una libera scelta distanziandosi dalla posizione che ha chiesa Cattolica.  Anche nell’ebraismo abbiamo una ortoprassi molto flessibile, dove si contempla anche contraccezione ed eutanasia. Solo la Chiesa difende la legge naturale sulla quale è fondata la morale Cattolica. Più avanti capiremo perché questa precisazione andava fatta per comprendere la scelta di Edith Stain).

La Croce piantata ad Auschwitz

Secondo la testimonianza di una consorella di Edith Stein dopo lo scoppio delle brutali violenze antiebraiche nella cosiddetta notte dei cristalli (Novembre 1938) la Stein avrebbe detto: “È l’ombra della Croce che si abbatte sul mio popolo! Oh, se adesso potesse capire! È il compimento della maledizione che il mio popolo ha invocato su se stesso. Caino deve essere perseguitato, ma guai a chi tocca Caino“.

La croce è interpretata da Edith in senso quasi esclusivamente oblativo e sacrificale, cioè come partecipazione attiva dell’anima alla redenzione compiuta da Cristo. Nel suo testamento redatto il 9 giugno 1939 aveva scritto che la sua vita e la sua morte erano offerte a gloria di Dio per il bene della Santa chiesa e dell’ordine carmelitano e in espiazione per il rifiuto della fede da parte del popolo ebreo, affinché il Signore  sia accolto dai suoi e venga il suo Regno di gloria.

Papa Giovanni Paolo definisce Auschwitz il golgota di questo secolo.

Chi appartiene a Cristo, deve vivere intera la vita di Cristo: deve raggiungere la maturità di Cristo, deve finalmente incamminarsi sulla via della Croce verso il getsemani e il golgota… La natura divina da lui posseduta dall’eternità diede al soffrire e al morire un valore infinito e una forza redentrice. Il dolore e la morte di Cristo continuano nel suo corpo mistico e in ognuno dei suoi membri.

Innanzitutto bisogna ricordare che Edith si considera come figlia d’Israele  e ne rimarrà tutta la vita fiera, perché è il popolo di Cristo stesso :“Non si può neanche immaginare quanto sia importante per me, ogni mattina quando mi reco in cappella, ripetermi, alzando lo sguardo al crocifisso e all’effige della Madonna: erano del mio stesso sangue”.

Infatti, Edith non si è mai distaccata dal suo popolo, popolo scelto da Dio per preparare l’accoglienza del messia, ha saputo riconoscere in Cristo Gesù, il Salvatore promesso . Come ebrea, affonda le sue radici nel mistero dell’elezione, della vecchia alleanza del suo padre Abramo, in unione sponsale con  Cristo, Dio incarnato, salvezza delle genti. In lei le radici della prima alleanza si avverano pure in quella della nuova alleanza:

La chiesa vidi nascere
Dal seno del mio popolo
Dal suo cuore spuntare vidi poi,
Come tenero tralcio allor fiorito
L’immacolata lei, la tutta pura,
Di David discendente.

Ebraismo di Edith Stein = teologale compassione per il popolo ebraico

Il suo animo è perturbato dalla persecuzione nazionalsocialista. Dal primo istante, l’Ebraismo di Edith Stein si trasforma in una umana e teologale compassione per il suo popolo. In un famoso discorso di una notte gelida, Edith  racconta che aveva già sentito parlare in precedenza di crudeli provvedimenti contro gli ebrei ma all’improvviso gli apparve chiaro che Dio metteva di nuovo duramente alla prova il suo popolo e che il destino di quel popolo era anche il suo.

Scossa interiormente e inquieta, Edith cerca di capire. Chiede a Gesù la rivelazione di questo destino:

”…In quell’anno Santo 1933 alle 08:00 pm mi trovavo nella cappella del Carmelo di Colonia… Mi rivolsi al Redentore e gli dissi che sapevo bene come fosse la sua croce che veniva posta in quel momento sulle spalle del popolo ebraico: La maggior parte di esso non lo comprendeva, ma quelli che avevano la grazia di intenderlo avrebbero dovuto accettarla con pienezza di volontà a nome di tutti. Mi sentivo pronta… terminata l’ora Santa ebbi l’intima certezza di essere stata esaudita… Non sapevo ancora in cosa consistesse quella croce che mi veniva imposta.“

Queste testimonianze di Edith Stein rivelano bene che ama sempre il suo popolo, ma lo percepisce con gli occhi e il cuore di Cristo. Si rivolge a lui e vede che la sua propria croce è stata messa sulle spalle del popolo giudeo.

Edith esulta all’idea che la Chiesa  è nata dal popolo eletto, la cui pienezza di grazia sgorga dal cuore di Cristo. Non avendo penetrato il mistero del messia Gesù, il popolo eletto si è fatto logicamente nemico della sua croce ed è diventato oggetto di ludibrio e di disprezzo.

Il dialogo di Edith con la sua mamma, al ritorno dalla sinagoga dopo la preghiera dell’ultimo giorno della festa dei tabernacoli, ci fa fare passi in avanti nel sondare l’ebraismo della carmelitana -martire e i suoi aspetti teologici: alla domanda della mamma se si possa essere religiosi anche nella fede ebraica lei stessa risponde di sì soltanto se non si é conosciuto altro.

Cosa accadde dopo Cristo ?

Dopo Cristo nasce  un messianesimo carnale dove il messia sfuma sempre di più come persona diventando sempre di più popolo ebraico; e il Regno promesso diventerà sempre meno spirituale e sempre di più Regno che si compirà con il dominio di Israele sulle genti. Il Regno di Israele si instaurerà con un falso messia militante, guerriero, temporale che con uno scettro di ferro dominerà il mondo schiacciando la gente sotto il suo potere.  La chiesa vede questo tipo di messia carnale come l’anticristo: messia talmudico, rabbinico atteso dall’ebraismo talmudico e dal mondo sionista -massone.

Il popolo ebraico tradisce la sua identità

Israele sotto la croce

In questa luce, bisogna comprendere la poca fede del popolo ebreo nel messia e la loro inimicizia alla croce. Non si vuole condannarli né giudicarli, né rifiutarli bensì amarli e richiamarli a riconoscere in Cristo il vero Dio. In questo senso, Edith appartiene a quella stirpe di ebrei che hanno riscoperto in Gesù il Cristo, i tratti del messia, figlio di David, promesso da Dio ad Israele.

Infatti, sulla scia di San Paolo e degli apostoli, Edith Stein è convinta che la salvezza viene prima per i giudei e da loro si diffonde nel mondo. È in questo popolo che il verbo di Dio si è incarnato. Perciò il grande peccato degli ebrei per Edith, se si deve parlare di peccato, è di trascurare la loro missione e quindi di tradire la loro identità.

Avendo quindi presente alla mente che Edith Stein scopre il mistero d’israele sotto la croce, possiamo meglio capirla  quando collega la catastrofe degli ebrei con la passione del Messia . “Sotto la croce ho capito il destino del popolo di Dio, che fin da allora cominciava a preannunciarsi. Ho pensato che quelli che capiscono che tutto questo è la croce di Cristo dovrebbero prenderla su di sé in nome di tutti gli altri. Oggi so un po più di allora che cosa vuol dire essere sposa del Signore nel segno della Croce, anche se per intero non lo si capirà mai, perché è un mistero”.

Se il popolo ebreo soffre, è perché Cristo soffre. Nella catastrofe della seconda guerra mondiale, poi, non si tratta di una persecuzione classica, ma di una lotta contro il Messia e il suo popolo. Lei stessa  si offre con Cristo, per Cristo e in Cristo . Le parole di San Paolo esplicitano meglio la sua fede:” Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo  che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me”. (GAL 2,20ss).

Nazismo nemico della croce

Nemico della Croce, il nazismo si scagliò contro ogni religione e, particolarmente, contro la fede cattolica, come molte pratiche lo provano:  Limitazioni pastorali verso gli operai stranieri cattolici, cristiani; obbligo di imbandierare edifici sacri con bandiere del regime il 15 settembre 1935; misure contro operazioni finanziarie fatte da ecclesiastici per opere assistenziali o altrimenti benefiche, sotto il pretesto di esportazione di capitali o di sovvenzione di enti contrari al regime; rimozione dei crocifissi dalle scuole del 23 Aprile 1941; sequestro di catechismi contro l’ideologia nazista; divieto di critica pubblica; espropri di conventi; imposizione della scuola nazionalsocialista.

Nemico della Croce, il nazismo vede nel giudaismo, alla luce del suo materialismo Darwinianismo  sociale, il substrato materiale della Chiesa cattolica e del cristianesimo in genere: cercando di sterminare il popolo dell’alleanza, intende eliminare la chiesa, o come lo sostiene Teresa Benedetta, pensa realmente di uccidere Dio stesso.

Attraverso questo odio, la stessa Chiesa viene direttamente presa di mira.

Nemico della Croce il nazismo combatte Dio stesso e impianta il suo proprio culto che presenta come  la riforma futura, chiamata a sbarazzare il mondo dagli scettici valori cristiani e ad instaurare l’onore al posto dell’amore.  Nel distruggere il giudaismo per permettere la sopra razza, il nazismo stava distruggendo le fondamenta della religione cattolica.

Edith Stein racconta che quando aveva 16 anni ed era andata a Berlino come infermiera della Croce rossa, aveva dovuto giurare di considerare Hitler come il suo Dio e dovette firmare che non sarebbe andata più in chiesa. La chiesa e tutto il resto era soltanto un’impostura.

Edith Stein è fiduciosa che il Signore salverà il suo popolo ma che bisogna intercedere, consolata e sostenuta dal Signore  ella ne aveva già smascherato l’ideologia, denunciato la perversità e condannato l’opera satanica.. Ben prima che le SS l’arrestassero, Edith aveva già offerto la sua vita.

Edith Stein figlia di Israele,  fattasi figlia della Chiesa è figlia del Carmelo, predestinata a morire nel campo di sterminio di Auschwitz -Birkenau

Ha resistito fino alla fine abbandonata nelle mani di Dio, non si è lasciata vincere dalla paura nel suo momento estremo quando un rappresentante del regime nazista la spinge a declinare la sua identità cattolica ma Edith con fortezza grida “sono cattolica”, e il nazista rispose “Non  lo sei! Sei una sporca ebrea”.

Chi sono  e quanti sono i nemici del Golgota?

La chiesa cattolica sembra, oggi,  essere imprigionata in un copione: la giudaizzazione del cristianesimo. Facendo leva sulla trasformazione di Auschwitz da  luogo storico a luogo teologico nemico della croce. Si rovescia così e si sovverte la teologia cattolica di sempre. La tragedia vissuta dagli ebrei europei viene strumentalizzata, dagli ebrei sionisti, per odio contro il  sacrificio di nostro signore Gesù Cristo il quale, viene così posto nell’ombra, squalificato, vilipeso , offeso e oscurato.

Siamo di fronte alla presentazione teologica, da parte del mondo sionista ebraico, di un altro sacrificio che  vuole sancire nuovi rapporti tra la chiesa cattolica e l’ebraismo postbiblico.

La chiesa cattolica ha la propria essenza nel mantenere viva la tradizione con il suo passato, essa vive di questo rapporto su vari livelli: dottrinale, liturgico, devozionale. La rottura tra presente e passato, dove il presente viene assolutizzato riassorbendo in sé totalmente la sua memoria fino a cancellarlo, genera una rivoluzione che ha il compito di demolire i segni che ricordano il passato. Solo così si può giungere alla vittoria. Impedire di avere memoria del passato è tipico di un sistema totalitario il quale vive solo così: rileggere il passato alla luce del presente rivoluzionario.

La chiesa di oggi ha perduto la capacità di pensare il presente ricordando il passato. Per questo ho voluto richiamare una suora ebrea Edith Stein convertita al cristianesimo che rimette al giusto posto il vecchio Israele e la chiesa nascente dal sangue di Cristo. Vediamo insieme come gli ebrei post biblici hanno cercato di strumentalizzare la Shoah per odio  alla Chiesa.  Lo faremo prendendo in esame il primo documento ufficiale   del concilio Vaticano II  che  sancisce i rapporti tra l’ebraismo e il cristianesimo .

“Il fumo di Satana è entrato nella chiesa” Paolo VI

Genesi di NOSTRA AETATE (Nel nostro tempo)

La dichiarazione nostra etate è uno dei documenti del concilio ecumenico Vaticano secondo, la prima bozza, denominata Decretum de Judaeis (Decreto sugli ebrei)  completata nel novembre del 1961 da Giovanni XXIII, che ci dimostra, nella sua genesi, l’infiltrazione della massoneria- sionista nella Chiesa.

Il primo complotto contro la chiesa è stato quello del sinedrio che organizzò l’arresto, la condanna morte, la consegna ai romani di nostro signore Gesù Cristo; in ogni epoca ci sarà un complotto contro la chiesa cattolica, pertanto non siamo scandalizzati.

Ora cercheremo di capire la genesi di nostra etate dove 2221 padri conciliari la approvarono.

Come è stato possibile?

Rivoluzione  Francese che inebria l’ Ebraismo

Per arrivare a nostra etate dobbiamo partire , allora ,dalla rivoluzione francese che venne pianificata da più di 600 logge massoniche in Francia.  Gli  Ebrei ottengono durante la rivoluzione francese i diritti politici e civili che vengono letti  dal rabbinato francese come un segno messianico.   La drammatica persecuzione genocidaria della  Chiesa cattolica e il trionfo politico e civile degli ebrei li spinge a vedere, come prossimo, il ritorno in Terra Santa poiché il segno ricevuto è molto forte.

La rivoluzione francese fu una delle più sanguinarie e anti cattoliche di tutta la storia: in una Francia cristianissima il popolo ebreo ottiene un potere fino ad allora  impensabile.  Ecco che si inizia a pensare ad un messia ormai prossimo, un messia che eleva il male a bene e abbassa il bene a male.

La conquista della Terra Santa sarà la prova che la chiesa non è il nuovo Israele.

Nel 1904 San Pio X ricevette Hertz  Theodor che  gli chiedeva aiuto per un ritorno in Terra Santa.   Pio X che aveva chiarissimo il valore teologico e falsamente messianico della conquista della Terra Santa per Israele  sionista si rifiutò di appoggiarlo.  Quindi nel 1800 sanno già che andranno a prendere la Terra Santa ma devono cercare una modalità che possa permettere il raggiungimento dello scopo.

 Chiave della futura pace tra religioni secondo E.Benamozegh

Nel 1884, Elia Benamozegh, rabbino  livornese, pubblica un libro dal titolo “Israele e l’umanita”.  Egli mostra come l’ebraismo comprenda sia una dimensione particolaristica, rivolta al popolo d’israele, sia una dimensione universalistica, rivolta all’intera umanità e come proprio nel rapporto tra queste due dimensioni vi sia la chiave della futura pace tra le religioni.

Il rabbino livornese Elia Benamozegh

Elia, è un filosofo cabalista Italiano, ed è uno dei precursori del dialogo ebraico – Cristiano. Questo dialogo ebraico– talmudico- massonico   con il cristianesimo  viene perseguito per distruggere la Chiesa.

È necessaria una religione  universale  per distruggere la chiesa

Di quale religione universale parla?

Della  religione universale che nasce con Noè e il diluvio: è noto che la dottrina religiosa ebraica costruisce intorno al nome di Noè e dei suoi discendenti una dottrina di doppia legge e doppia salvezza.  L’umanità intera non può sfuggire al giogo della legge divina, che si esprime in almeno 7 principi essenziali.  Questi principi sono espressi in tradizioni orali rabbiniche che si basano su riferimenti scritturali.  Ci troviamo di fronte ad una religione Noarchica Universale delle genti :

  • Divieto di ogni culto estraneo a quello monoteistico;
  • Divieto della bestemmia ( considerare Dio nostro signore Gesù Cristo, perché per i rabbini post biblici questa è una bestemmia e di conseguenza idolatra. Ci sarà sempre posto per un Gesù uomo buono, illuminato che non potrà mai essere Dio)
  • Obbligo di costruire corti di giustizia o tribunali internazionali
  • Divieto dell’omicidio
  • Divieto del furto
  • Divieto dell’adulterio e dell’incesto
  • Divieto di mangiare carne presa da un animale vivente.

 Si richiede alla Chiesa di professare la nuova religione universale unificata dal giudaismo (Noè).

La chiesa, secondo il rabbino di Livorno, dovrà evangelizzare con questa nuova religione ricca di umanitarismo, patrimonio comune di tutta l’umanità civile.

La chiesa diventa utile per il raggiungimento di questo scopo il cui fine non è più soprannaturale anzi diventa del tutto immanente, terrena, politica e giuridica, di diffusione dei diritti dell’uomo.

Nelle leggi Noachidi il concetto di primato petrino va ridefinito: per  il rabbino livornese è necessario riconciliare il giudaismo con il cristianesimo mettendo il giudaismo al centro della religione universale unificata.

 Questo è il punto chiave di nostra etate

Julius Isaac: disprezzo Chiesa Cattolica perché responsabile dell’antisemitismo

Alla fine della seconda guerra mondiale il rabbinato inglese e statunitense saranno determinanti per il futuro dello  Stato di Israele, non dimentichiamo che i due paesi sono usciti vincitori dalla guerra mondiale.

Julius Isaac, ebreo ateo comunista, storico francese, uno dei più grandi visionari dell’intesa cristiano ebraica dopo la seconda guerra mondiale e pioniere delle amicizie ebraico cristiane.

A causa delle leggi razziali antiebraiche, nel 1940, all’età di 63 anni, viene rimosso dall’ufficio ed espulso dal mondo della scuola. È costretto a nascondersi in varie regioni della Francia, principalmente ospite dei figli.  Questi eventi tragici gli gettano addosso una nuova missione: scavare nelle radici religiose dell’antisemitismo europeo.

Il 7 ottobre del 1943, in un momento di sua casuale assenza, la gestapo irrompe nella sua stanza d’albergo e arresta la moglie, mentre la figlia, il cognato e uno dei figli, implicati in una rete della resistenza, vengono arrestati.  Tutti saranno deportati ad Auschwitz e lì assassinati, tranne il figlio che riuscirà a fuggire.  In questa condizione drammatica Isaac inizia uno studio alla ricerca delle cause dell’antisemitismo .

Conferenza di Seelisberg:  necessario un programma comune ebrei e cristiani

Organizza una conferenza In Svizzera nella cittadina di Seelisberg (conferenza di cristiani ed ebrei) dove  dal 30 luglio al 5 agosto 1947 esponenti di alto livello del clero cattolico e del mondo protestante si incontreranno.

La tematica su cui si confronteranno  di cui Isaac è il regista sarà un suo scritto dal titolo  “antisemitismo cristiano”  che  con i suoi 18 punti sarà alla base della discussione tra i partecipanti teologi, sacerdoti cattolici e 30 protestanti.

Precisiamo che il  cristianesimo non poteva essere antisemita, non può essere presente l’odio per una razza, che invece è una visione darwiniana ed un retaggio della teoria dell’evoluzionismo, ma invece sarebbe giusto definirlo antigiudaismo teologico.

 Nasce un documento di 10 punti di Seelisberg, Ancora oggi carta fondante del dialogo  ebraico cristiano.

Non  li analizzeremo tutti e 10 ma soltanto 2 i più significativi:

  • bisogna evitare di abbassare il giudaismo biblico e post biblico al fine di esaltare il cristianesimo. Bisogna evitare di presentare la passione in modo tale che l’odiosità della messa a morte di Gesù ricada su tutti gli ebrei.
  • Evitare di utilizzare l’opinione empia che il popolo ebreo sia riprovato, maledetto, riservato per un destino di sofferenza.

Isaac conduce tutto il convegno alla luce della categoria del disprezzo della Chiesa cattolica, responsabile dell’odio contro gli ebrei e la chiesa cattolica con il suo apparato teologico. Il suo impegno perché il documento di Seelisberg diventi un programma comune di ebrei e cristiani lo porta ad un brevissimo incontro con Papa Pio XII durante un’udienza pubblica a Castel Gandolfo il 16 ottobre 1949.

Anche lo storico ebreo Leon Polyakov, francese di origine russa, noto soprattutto per i suoi lavori sul genocidio ebraico e sull’antisemitismo scrisse un libro ” il breviario dell’odio” , opera basata essenzialmente sugli archivi dei processi di Norimberga accusando la chiesa di antisemitismo. Poliakov fu anche uno dei primi a criticare il comportamento di Papa Pio XII nei confronti della Shoah,  la chiesa cattolica viene ritenuta responsabile delle persecuzioni antisemite del 900.

Questa lettura è assolutamente insostenibile anche se proprio storicamente contestabile.

I 10 punti invitano a modificare la stampa manualistica e le pubblicazioni sia in ambito scolastico che seminariale in senso filo- ebraico un modo esplicito diretto e chiaro.

Partecipa indirettamente  al convegno anche Jacques Maritain  con un testo molto forte e che è uno dei più importanti intellettuali francesi insieme a Charles Peguy  e Leon Bloy della nuova lettura del rapporto con il cristianesimo  e l’ebraismo.

Sulla scia di questo primo incontro si ha  una serie di atti, una serie di ulteriori incontri e conferenze perché tutto il dialogo successivo, in un certo senso, sarà basato proprio sul primato della prassi piuttosto che su grandi momenti dottrinali.  Si instaura una nuova prassi, la prassi  del dialogo  ed è qui, per la prima volta, che compare l’uso capzioso e scorretto di quel passo della lettera ai romani in cui si dice che i doni di Dio sono irrevocabili, questo sarà il cuore di “nostra aetate” e di fatto verrà usato a sproposito .   

Chiesa accusata dai massoni-ebrei di antisemitismo

La chiesa non potrà mai essere antisemita, non può dimenticare la sua  Santità che la spinge a non disprezzare, a non odiare ma anzi ad avere carità verso tutti ed in particolare verso il mondo ebraico perché rimane un popolo che Dio aveva eletto per donarci nostro Signore attraverso la Vergine Maria.

Ma una parte del popolo ebraico  ha rifiutato Cristo messia consegnandolo alla morte di croce: il popolo ebreo post biblico, ebreo askenazita  (Hitler presunto aschenazita ebraico pure lui) odia profondamente  il cristianesimo; non dimentichiamo che la persecuzione dei primi anni della Chiesa avviene in ambiente giudaico.

Delegazioni ebraiche sempre più spesso in vaticano

I tempi che preparano il concilio Vaticano secondo vedono  numerosi incontri tra delegazioni ebraiche ed esponenti della chiesa cattolica. Dal 2005 ad oggi nessun altro gruppo ha avuto così costantemente accesso agli incontri a Roma con il Santo padre.

In tutti gli incontri tra delegazioni massoniche, para massoniche-sioniste-ebraiche, non compare mai il nome di Gesù Cristo, né compare mai l’invito a convertirsi.

Le concessioni dottrinali che la Chiesa cattolica ha fatto nei confronti del mondo ebraico sono state sempre crescenti; sono state a senso unico.

Il 17 gennaio durante la visita di Papa Francesco alla sinagoga di Roma Il rabbino capo Riccardo Di Segni si rifiuta di discutere di teologia con la chiesa cattolica:“Non accogliamo il Papa per discutere di teologia. Ogni sistema è autonomo, la fede non è oggetto di scambio e di trattativa politica“.

Obbiettivo : rovesciare la fede, in Cristo Gesù nostro Signore, della chiesa cattolica.

Da sempre la teologia cattolica sottolinea il suo rapporto con il mondo ebraico che nega Gesù e che rimane legato all’antica alleanza.  La dottrina perenne, perché infallibile, dei padri della chiesa, vede nella chiesa il nuovo Israele e  non rimane un vecchio Israele accanto alla chiesa poiché, quest’ultimo, non ha riconosciuto ciò per cui era stato eletto: preparare ad accogliere Cristo.    Non  così   sarà per Edith Stein come già spiegato, che  invece accoglierà il cristianesimo e donerà la sua vita per amore a Cristo, alla Chiesa e al suo popolo.

Il mondo ebraico si potrà salvare solo se si convertirà e riconoscendo Cristo come Messia mandato dal Padre, si farà battezzare.

La missione della chiesa verso tutti i popoli è l’evangelizzazione: andate ed ammaestrate tutte le genti dice Gesù. Pregare e richiamare a conversione il popolo ebreo fa parte della missione che Cristo ha affidato alla santa Chiesa. Ricordiamo la predicazione di San Bernardino da Siena nei ghetti ebraici per invitarli a conversione riconoscendo  in Cristo l’unico salvatore. Non c’è salvezza se non in Cristo, se uno potesse salvarsi senza riconoscere Cristo anzi considerando Cristo nemico, la religione cristiana non sarebbe vera.

ONU proclama lo stato di Israele

Dopo  questo primo incontro l’Onu proclama lo stato di Israele che alcuni mesi dopo dichiara l’indipendenza con la prima guerra israeliana -palestinese. Si  arriva così lentamente a nostra aetate: Isaac è partito per questa crociata e questa crociata avrà come punto culminante l’approvazione con 2041 placet, 88 non placet, tre voti nulli, il 26 ottobre 1965 della dichiarazione nostra aetate. Isaac prosegue i suoi incontri ad altissimo livello con Giovanni XXIII che promette di fare qualcosa, chiede:  “posso sperare in qualcosina?“.

Il Papa risponde “lei può sperare in molto più che in qualcosa” . A questo punto Giovanni XXIII affida il cardinal Bea il compito di creare una commissione; siamo nel 1960, quindi prima, ancora prima che inizi il Concilio, per studiare la questione del rapporto col giudaismo e produrre un documento utile ai padri.

Incontri segreti e inquietanti nel sottosuolo

Iniziano  una serie di incontri inquietanti fra Bea e una serie di esponenti ebrei, il primo è  Nahum Goldmann, presidente del Congresso ebraico mondiale.  Bea si fa consegnare da Goldman un memorandum sulle aspettative degli ebrei dal Concilio che sta per aprirsi; Bea consegna questa bozza al Papa e di fatto questo documento è praticamente  la  bozza di nostra aetate.

Abbiamo un’altra testimonianza abbastanza incredibile, il giornalista Lazare  Landau in alcuni articoli, usciti nel 1986  in Francia, ci racconta questo particolare incontro:  “in una glaciale serata dell’inverno 1962 mi recai nel centro comunitario della pace di Strasburgo, i dirigenti ebrei ricevevano in segreto nel sottosuolo un inviato del Papa, padre Congar, incaricato da Bea a nome di Giovanni XXIII di chiederci ciò che ci aspettavamo dal Concilio“.

Gli  ebrei chiedevano la loro completa riabilitazione: “il Concilio consentì ai nostri auspici “. La dichiarazione di nostra aetate costituì una vera rivoluzione nella dottrina della Chiesa sugli ebrei, una mutazione totale.

Questa testimonianza è una importante testimonianza di incontri segreti, conciliaboli ignoti dove  viene chiesta la riabilitazione del mondo ebraico.

La riabilitazione c’è stata, la chiesa ha accettato una mutazione totale. A  volte chi è fuori dalla chiesa dà testimonianze che sono in un certo senso anche più forti e più oneste di quelle che si hanno all’interno.  Ma vi è un’altra testimonianza, se vogliamo, ancora più inquietante : il presidente del comitato ebraico mondiale afferma che nel gennaio del ’62  Bea si lamentò del fatto che il gran rabbino Jacob Kaplan parlando  con lui aveva manifestato di conoscere il fine del Concilio dichiarando che fosse  l’unione fra i cristiani e per questo motivo, gli ebrei non avrebbero partecipato.

Bea con un pò di ironia si stupiva che i rabbini europei conoscessero con tanta esattezza il fine del Concilio, ciò che era ignorato dalla maggior parte dei cristiani.  Mentre era in corso tutto questo esce il dramma Il Vicario  di Rolf Hochhuth, dramma che è un monumento alla falsificazione della storia ma che fece grande scalpore a livello mondiale.

Fu il primo grande atto d’accusa pubblica  che il mondo ebraico lanciò verso Pio XII. Fu  un elemento di pressione, uscì proprio in un momento particolarmente delicato. Siamo  già di fronte a qualcosa di incredibile, abbiamo un Concilio che chiede agli ebrei di dire che cosa si aspettano che si dica di loro da parte della Chiesa cattolica.  Chiaramente tutto ciò, quanto al metodo, anche lasciando stare il merito, non ha assolutamente nulla di cattolico; non è certo un metodo che sia condivisibile quello di chiedere a colui  che devi anatemizzare cosa devi dire di lui

Nostro Signore Gesù consegnato di nuovo in questi sottosuoli

Questi  conciliaboli segreti  fanno pensare al primo grande conciliabolo  nel Vangelo di Luca  capitolo 22 versetti 3 e 6  che ci dicono “ Satana entrò in Giuda, chiamato  Iscariota, uno dei 12 il quale andò a combinare coi principi dei sacerdoti e coi capitani del popolo sul come darlo nelle loro mani. Essi se ne rallegrarono  e patteggiarono di dargli del denaro  “.  Fatte le debite proporzioni, sembra di  essere  proprio di fronte a questo, uno dei 12 che va a consegnare nelle loro mani nostro signore Gesù Cristo, il nostro signore Gesù  in questi conciliabili e in questi sottosuoli.  Anche all’hotel Planet di New York ci fu un incontro  segreto.

Nostra aetate si apre con alcune constatazioni ,la prima è che il genere umano si unifica, l’unità del genere umano; non dimentichiamo Bonamosegh “ il mondo si sta unificando e deve unificarsi”.  La chiesa deve essere attrice fondamentale di questo processo  con  la produzione di sussidi che sottolineano fortemente l’ ebraicità di Gesù, esortando  i cristiani ad  un cammino di conversione che, a partire dal dramma della Shoah, li porti a riconoscere gli atteggiamenti colpevoli di anti giudaismo che hanno caratterizzato per due millenni il loro rapporto con gli ebrei.

Padri della Chiesa poco attenti?

Probabilmente  i padri della Chiesa  non erano stati abbastanza attenti e anche Nostro Signore, nei tanti passi in cui condanna coloro che lo rifiutano, non aveva scrutato abbastanza bene il suo rapporto con tutto il mondo ebraico. Nell’ultimo passo ci colpisce che nostra aetate pone l’accento su quello che si ha in comune. Questo pone molti problemi, perché è chiaro, si possono avere cose in comune con tutti  ma la chiesa ha sempre guardato soprattutto a ciò che divide, proprio per amore alla carità perché la più piccola perdita della fede equivale a perdere tutta la fede.  Non è quindi possibile semplificare guardando ciò che  ci unisce, guardando le comunioni non piene, per esempio, con  gli eretici .

Il sacro Concilio ricorda  il vincolo per cui  il popolo del nuovo testamento è spiritualmente legato con la stirpe di  Abramo e qui già molti esegeti hanno fatto notare che è un grossissimo cedimento, perché la chiesa non può avere rapporti con stirpi o razze. La  chiesa intanto  ha rapporto con tutti gli uomini e nella stessa nostra aetate quando parla delle altre religioni non parla mai di stirpe ma di altre religioni: induismo, buddismo, Islamismo.

Pretese del popolo ebraico

Qui invece parla di stirpe che è un implicito riconoscimento del fatto che il popolo ebraico post biblico, considera la sua stirpe come stirpe sacra sacerdotale ed eletta e pretende quindi che la chiesa lo riconosca nei suoi documenti.   Infine l’equivoco già citato sul fatto di non  distinguere fra  ebrei credenti nel Cristo venturo ed ebrei appunto del mondo post biblico.

Ma il punto  chiave, il sofisma fondamentale,  secondo l’apostolo, dice nostra aetate,  è che gli ebrei in grazia dei padri rimangono ancora carissimi a Dio e i cui doni e la cui chiamata sono senza pentimento, sono irrevocabili  ( romani 11 ,27-29 ). Questo  passo è citato praticamente incessantemente, continuamente, è diventato una sorta di  mantra, di suono quasi incessantemente citato in ogni saluto, in ogni incontro si dice sempre questa cosa : “i doni di Dio e la chiamata di Dio sono irrevocabili sono senza pentimento “.

È vero Dio non può mutare quindi il suo decreto è immutabile ma evidentemente questo dono perché sia operante deve essere accolto, e questo dono, è il dono di essere il popolo chiamato a riconoscere, accogliere, adorare nostro Signore Gesù Cristo. L’elezione non è sganciata da questo riconoscimento del Messia e quindi non viene meno la chiamata ma la chiamata non è stata corrisposta. Certo la chiamata rimane e palpiterà, per così dire, segretamente, inquieterà la mia vita luminosamente.

Il mondo ebraico rivendica il carattere asimmetrico del rapporto ebraico cristiano: Il cristiano non può fare a meno di Israele; l’ebreo, se non vuole negare la propria fede, deve fare a meno del Cristianesimo ( Riccardo Segni)

Lo  sguardo della Chiesa cattolica deve cambiare sul mondo  ebraico.  Per  la prima volta compare l’idea che si adori lo stesso Dio: ebrei post biblici talmudici e cristiani adorano  lo stesso Dio e questo va insegnato ai cristiani tutti,  c’è un’insistenza incredibile sulla ebraicità di Gesù sottolineata in modo chiaramente distorto.

La “Nostra Aetate”…..del “nuovo (dis)ordine terminale

Nostra etate, possiamo affermare, ha un grosso problema, non focalizza il punto chiave creando grosse ambuiguità e confusioni:  non precisa   che c’ è la frattura molto netta fra la fede di Mosé e dei patriarchi, dei profeti che hanno creduto in Cristo venturo e gli ebrei post biblici-sionisti-massoni. Gli ebrei dell’antica alleanza credendo nel Salvatore promesso sono stati liberati da Cristo, dopo la sua morte, quando discese agli inferi e aprì per loro le porte del  paradiso che fino ad allora erano  rimaste chiuse. La credenza religiosa dell’ebraismo postbiblico, ebraismo talmudico, cabalista, esoterico e anticristiano  sionista è altra cosa dall’antica alleanza dei giusti che credevano in Cristo venturo.

Gesù infatti si lamenta su Gerusalemme,  piangendo dice: “Gerusalemme, Gerusalemme, non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata da Dio, dai patriarchi, dai profeti (Luca 19,41-44).

Il miglior teologo del concilio spiega perché il popolo ebraico, ancora oggi, può essere chiamato deicida.

Monsignor Luigi Maria Carli, vescovo di Segni durante il tempo del concilio era considerato la voce “ufficiosa”.  Teologo canonista  ben preparato,  nei suoi interventi  domandò sempre che la dottrina fosse formulata nella fedeltà alla tradizione e al magistero della Chiesa.

Considerato  uno dei migliori teologi del Concilio  dimostrò con estrema carità, dolcezza, semplicità ma anche lucidità teologica da grande scolastico, il perché ancora oggi può essere chiamato popolo deicida, popolo riprovato da Dio e popolo da Dio maledetto.

Lo dimostra con l’appoggio a tutta la tradizione e facendo una distinzione chiave che bisogna distinguere fra colpa individuale e responsabilità collettiva di ordine giuridico dove, in questo caso, in effetti, la colpa, per esempio dei capi del sinedrio e dei capitani del popolo, può far sì che tutto il popolo contragga un debito e debba quindi anche essere sottoposto alla corrispondente sanzione.

Così la riprovazione, mostra Carli, non è una riprovazione da intendersi come se ogni singolo ebreo nato nella storia sia  riprovato da Dio  ovvero reprobo, ovvero, predestinato  alla dannazione eterna. È assurdo, perché Dio dà a tutti, anche agli ebrei post biblici, la grazia sufficiente di salvarsi : quindi  ogni singolo ebreo può ovviamente salvarsi convertendosi al Cristo ma, il popolo ebreo, in quanto tale, in quanto rifiuta Cristo, non è più il popolo che Dio benedice, non è più un popolo che Dio può benedire. È un popolo riprovato.  Chiudiamo accennando a quello che è accaduto  dopo il Concilio.

Nascono amicizie giudaico cristiane

Diciamo ciò che ci unisce, non diciamo ciò che ci separa

Dopo il concilio si ha la prassi, la prassi del dialogo. La prassi ha uno schema preciso, nascono delle amicizie giudaico cristiane ci sono incontri incredibili, giornate del dialogo,17 gennaio, dove ogni vescovo fa degli incontri con i rabbini basati sul principio “diciamo ciò che ci unisce, non diciamo ciò che ci separa”o non toccando i temi sensibili, nascondendo, magari, la croce pettorale per non offendere la sensibilità del corrispondente interlocutore.

La prassi avanza, la prassi diventa documenti delle conferenze episcopali, con due conferenze episcopali la francese e  l’americana, sempre all’avanguardia nel fare dichiarazioni incredibili, avanzatissime: non ci sarà mai più missione verso  gli ebrei, gli ebrei non devono convertirsi, la loro alleanza è ancora valida. Roma  traccheggia, però alla fine  la curia romana  si pronuncerà.  Nel 1974, sulla scia delle dichiarazioni francesi -americane ,arrivano gli orientamenti e i suggerimenti per l’applicazione della dichiarazione nostra aetate.

Guai grossi in arrivo

Qui   arrivano  i guai grossi   con le applicazioni che sono sempre molto più dolorose . Si dice : “ a un certo punto i cristiani si sforzeranno altresì parlando con gli ebrei di comprendere le difficoltà che l’anima ebraica prova davanti al mistero del verbo incarnato, data la nozione molto alta e molto pura che essa possiede della trascendenza divina.” Poiché siamo difronte ad una religione  particolarmente pura e alta della trascendenza di Dio, parliamo con un certo pudore del fatto che il nostro Signore  è vero Dio perché, sennò, offendiamo il loro senso della trascendenza.

Segue poi un passo inquietante : è evidente che i testi biblici non possono essere cambiati (che poi non è vero perché li stanno cambiando)  ma si può in una versione destinata all’uso liturgico rendere esplicito il significato tenendo conto dei più recenti studi esegetici”.  Semplificando il curialese : “traducete la passione soprattutto in modo che non offende i nostri fratelli maggiori divenuti rapidamente nel breve volgere di un pontificato padri nella fede “ .  Oltre ai  padri della Chiesa  adesso abbiamo anche i padri nella fede ?

Nel 1985 escono i sussidi,  aiuti  per una corretta presentazione degli ebrei e dell’ebraismo nella predicazione, nella catechesi. Ora dire che nel 1985  arrivano i sussidi, finalmente, per una corretta presentazione dopo 2000 anni di cristianesimo ecco non sarà un’offesa, anzi  rallegrerà i padri nella fede ma rattristerà i padri della Chiesa, per tornare al nostro gioco di parole. Qui  c’è qualcosa di inquietante . Si dice: “ non si tratta solo con la nuova catechesi di sradicare dalla mente dei nostri fedeli residui di antisemitismo che ancora si trovano qua e là” (sembra la psicopolizia di orwell ,il ministero della verità che deve sradicare dalla mente, è un linguaggio quasi psichiatrico, è inquietante  sradicare dalla mente ) .

Poi  dice “ Nulla vieta, nulla sottrae il valore dell’antico testamento nella chiesa e non vieta che i cristiani possano a loro volta utilizzare con discernimento le tradizioni di lettura ebraica” .

Cosa devono fare i cattolici secondo gli ebrei- talmudici-sionisti?

Cosa  devono fare i cattolici ?

  • Esercitare la prassi poiché la dottrina impedisce una vera comunione, una vera amicizia. L’amicizia è nemica della dottrina, la dottrina è nemica dell’amicizia .
  • Assumere la responsabilità di preparare il mondo alla venuta del messia operando insieme per la giustizia sociale, per il rispetto dei diritti della persona umana e  delle nazioni, per la riconciliazione sociale e internazionale .

Non è un linguaggio cattolico

Si parla di  venuta del messia e non di ritorno del messia, questo non è un linguaggio cattolico, questo non è il linguaggio della Chiesa cattolica apostolica Romana.  È il linguaggio di qualcosa altro, di qualcun altro perché il messia è già venuto e il Regno che ha promesso non è il Regno dei diritti dell’uomo non è l’Onu-

Il punto decisivo è questo: la commissione biblica tuttavia non poteva nel suo lavoro di riflessione sul rapporto fra Bibbia cristiana  e Bibbia ebraica, prescindere dal contesto del nostro presente,  nel quale, il dramma della Shoah ha collocato tutta la questione in un’altra luce. Qui  luce vuol dire in un’altra dottrina.  

Nasce  una nuova dottrina. Si  capisce che un fatto storico, per quanto drammatico non potrà mai modificare alcun principio teologico e non potrà modificare i dogmi che la Santa chiesa cattolica ha il mandato divino di custodire, incorrotti nei secoli e nei millenni. Non ci potrà mai essere nessun fatto storico che possa modificare il dogma cattolico . Questo bisogna gridarlo dai tetti o inizieranno a gridarlo le pietre, per usare il passo così vero del Vangelo.

Esce il più grave documento  del pontificio consiglio della giustizia e della pace per la gioia della massoneria-sionista

Quando, però, si abbandona la dottrina  si viene confusi ad  ogni livello morale, sociale, politico, e  così, pochissimo tempo fa, è uscito un documento del pontificio consiglio della giustizia e della pace per una riforma del sistema finanziario monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale. Invito i lettori a leggerlo e vedrete che, praticamente, qualunque massone del passato, nel suo sogno più perverso di governo mondialista, non avrebbe potuto desiderare un documento più radicale di questo, con un inno all’onu, alle sue milizie, ai suoi caschi blu, alla possibilità insomma di vedere sfruttare già queste strutture che stanno manifestandosi.

Ecologia, migrazioni, biodiversità, clima, giornata mondiale per la salute, urgenza della vaccinazione, transizione energetica, obbiettivi ONU 2030 sono le iniziative improntate soltanto sulla prassi. Probabilmente è il documento più grave che sia uscito  da un pontificio consiglio negli ultimi anni  perché si capisce che davvero, ahimè, il  progetto sinistro, sottile e inquietante di Benamozegh  sembrerebbe essere in corso d’opera molto avanzato.

di prof. ssa Paola Persichetti – ricercatrice di Cristianesimo ed Ebraismo.

Paola Persichetti, oltre ad essere presidente dell’Associazione Trilly APS  La Gente come Noi Terni e già leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con  110/110, bacio accademico e menzione d’onore.  Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.

QUEI PRETI SUL LETTINO DELLE DISCEPOLE DI FREUD! Anche il Papa consultò un’Esperta di Psicanalisi: Scienza creata dal Sionista Massone AntiCristiano

QUEI PRETI SUL LETTINO DELLE DISCEPOLE DI FREUD! Anche il Papa consultò un’Esperta di Psicanalisi: Scienza creata dal Sionista Massone AntiCristiano

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di prof. ssa Paola Persichetti

Paola Persichetti, oltre ad essere presidente dell’Associazione Trilly APS  La Gente come Noi Terni e già leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con  110/110, bacio accademico e menzione d’onore.  Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.

N.B. Inchiesta esclusiva ed esaustiva sulle origini delle devianze religiose, esoteriche, psicosociali e sessuali prodotte dalla psicanalisi inventata dal massone sionista e anti-cristiano Sigmund Freud. Da leggere integralmente. Essendo un’analisi complessa e lunga meglio leggerla per capitoli se si ha poco tempo. 


Aveva 42 anni, Papa Francesco, quando andò in analisi con una psicoterapeuta donna ed ebrea. “Una persona buona“ raccontò il pontefice nel 2017, una signora che “per sei mesi mi ha aiutato molto“. La Commissione Episcopale per il Clero suggerisce che nella formazione dei futuri sacerdoti sia previsto un confronto con uno psicologo – meglio se di sesso femminile – per trattare materie come affetto e sessualità.

CEI: sedute dallo psicologo per affrontare Affetto e sessualità, meglio se con una terapeuta donna

La Conferenza Episcopale Italiana guidata dal cardinale Matteo Zuppi già dall’ottobre del 2022 decise la stesura di una nuova “ratio nazionalis“ per la formazione nei seminari d’ Italia, dei futuri presbiteri. L’introduzione di questa figura nel mondo ecclesiastico viene sdoganata dallo stesso Papa Francesco già a partire dal 2017 consolidando una modalità di verifica vocazionale già praticata in maniera ufficiosa.

Mai un vescovo di Roma aveva dichiarato di aver fatto ricorso alla scienza e alla competenza di una discepola di Sigmund Freud.

Giovanni XXIII, il Papa buono, con la psicanalisi è stato tutt’altro che tenero al punto che nel 1961, attraverso il Santo Uffizio, vietò al clero di praticare l’analisi e ai seminaristi di sottoporvisi.

Qualche tempo prima del suo monito, negli anni 50, in centro America, vi era stato un esperimento nel seminario di Cuernavaca, dove il priore benedettino, Don Grégoire Lemercier, aveva introdotto la psicanalisi nel percorso di discernimento e formazione dei  seminaristi. Il risultato fu che la maggior parte di questi giovani, proprio alla luce delle sedute di analisi, abbandonò il seminario.

Papa Francesco avrebbe potuto evitare una confidenza così intima oppure la sua dichiarazione voleva riconoscere un debito nei  confronti della psicanalisi? Voleva forse abbattere la contrapposizione fra la religione e la psicanalisi? Cerchiamo di comprendere il vero ruolo che ha avuto la psicanalisi  , è che ha ancora , nel processo di smantellamento ,di sovvertimento e smantellamento della teologia Cattolica.

  • Perché la psicanalisi viene scelta per verificare la vocazione?
  • Rapporto tra la psicanalisi e la religione
  • Il lettino del terapeuta sostituisce il confessionale.

Comprendere il nostro tempo è possibile anzi doveroso tenendo in debito conto qual è l’egemonia culturale che ha saputo conquistare la psicanalisi. Voglio raccontare una storia segreta, poco nota, una spiegazione del codice  profondo che opera in questa disciplina” La psicanalisi”.

Il vertice del pensiero occidentale, il punto di massimo sviluppo e di massima profondità e chiarezza è la figura di San Tommaso d’Aquino. La modernità è segnata da una crisi di questo edificio straordinario , crisi  che parte già dall’umanesimo e dal  Rinascimento avendo  come punto di partenza il  gran ducato di Toscana  (nel periodo dei Medici, argomento che abbiamo  già affrontato in un articolo precedente) e poi da lì continuare il suo percorso in tutta Europa. Il filo conduttore, molte volte, anzi per la maggior parte delle volte, ben celato è la cabala ebraica.

Cosa intendiamo per mondo ebraico

Per proseguire nella nostra analisi è necessario chiarire che cosa intendiamo quando parliamo di mondo ebraico. Non intendiamo alludere ad una stirpe o razza, o appartenenza ad una etnia ma ciò che intendiamo riferirci ad una religion .

Ebreo o mondo ebraico allude a chi anche dopo la venuta di Cristo Continua a negare la dignità di nostro signore Gesù Cristo e ama sentirsi o pensarsi come legato all’antica alleanza Considerata ancora in vigore.

La teologia tradizionale ha sempre insegnato che il popolo ebraico era sì, il popolo eletto, ma eletto ad accogliere il Messia, il Salvatore. La maggioranza del popolo ebraico rifiuta e non riconosce in Gesù Cristo il Messia; solo un piccolo resto lo riconosce. Questo piccolo resto è la Chiesa, il nuovo Israele (nome derivante dal patriarca Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo), il popolo della nuova ed eterna alleanza di cui la vecchia alleanza era solo figura e preparazione.

Il mondo ebraico che nasce dopo la distruzione del tempio della Giudea con Tito e con Adriano è l’ebraismo talmudico, cabalista, esoterico, anticristiano.

Pertanto quando parliamo di mondo ebraico ci riferiamo all’ebraismo postbiblico, talmudico che elabora un messianesimo carnale, temporale, militante, guerriero che vuole instaurare il suo regno con scettro di ferro unificando e schiacciando la gente sotto il suo potere. A questa tematica vorrò dedicare il mio prossimo articolo,per ora è sufficiente  questo chiarimento per  proseguire nella comprensione.

Freud Sigmund lo psicologo Cabalista e Sionista senza Dio

Molti assunti e metodi della psicanalisi sono profondamente connessi alla cabala ebraica e a metodi di approccio alla realtà tipici dell’ebraismo talmudico. Freud è figlio di un pensiero positivista per il quale il sentimento religioso è una realtà estranea se non illusoria. Non ci stupisce pensare che Freud sia legato a questa mentalità, a questo mondo che fra poco chiariremo partendo da due frasi di Freud.

Nel 1938 al momento di imbarcarsi sulla costa francese per poi sbarcare a Londra dopo l’abuso dell’Austria da parte della Germania nazista Freud lascia questa dichiarazione, una frase riportata dai biografi:  I nazisti non li temo il vero nemico è la religione, la chiesa cattolica“. È l’ultima frase che pronuncia sul suolo europeo.

La seconda frase fu pronunciata da Freud pochi anni prima nel 1909 in  vista del molo di New York:   sta per sbarcare ed intorno a lui ci sono un gruppo di persone che lo attendono , sanno che arriva Freud insieme ad altri psicanalisti per fare un tour di lancio negli Stati Uniti (  la patria di elezione della psicanalisi ancora oggi ) e   Freud constatando il clima di festa per il suo arrivo,  pronuncia questa  frase: “loro non sanno che gli porto la peste“.

Abbiamo acceso due fari su ciò che andremo a cercare di analizzare:

  • I nazisti non li temo Il vero nemico è la religione, la chiesa cattolica;
  • Loro non sanno che gli porto la peste.

La  psicanalisi oggi è sostanzialmente finita ed ampiamente screditata sia in campo psicoterapeutico sia sul piano culturale.  Ma il ruolo storico che ha svolto è fondamentale nel  provocare ,produrre in larga misura la  radicale sovversione anticristiana che ha segnato in particolare tutto il novecento . Il tempo presente è ancora ferito  dagli effetti di questa rivoluzione, sovversione antropologica radicale, un vero e proprio rovesciamento della visione cristiana dell’uomo, un uomo che ha una natura, un’essenza e questa essenza è la ragione.

Questa concezione antropologica vede l’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio, soggetto spirituale ,ovvero, libero e autocosciente e l’anima, in quanto spirituale, è immortale.  Si pensi allo straordinario capitolo della “summa contra gentiles” di San Tommaso d’Aquino, dedicato a dimostrare l’immortalità dell’anima.

È il passo più complesso dell’intera storia della filosofia: l’uomo è un soggetto spirituale, la ragione è la sua natura, la sua essenza. L’uomo è destinato ad una vita eterna: già la semplice ragione naturale rettamente intesa riconosce che l’anima è immortale essendo spirituale non ha parti, non avendo parti non può corrompersi ed è destinata alla vita eterna.

Le passioni sono radicate nella triplice concupiscenza ,effetto del peccato originale, che permane ad agonem anche nel battezzato e che spinge a desiderare i beni creati in modo disordinato violando la legge naturale. La legge morale è innata nell’uomo, nella ragione dell’uomo ma l’uomo è nella visione cristiana oggetto di pulsioni non di istinti. Le pulsioni inclinano senza necessitare e quindi vi è un inno che solo la chiesa cattolica ha saputo edificare, nè poteva essere altrimenti: questo inno è un inno all’uomo come soggetto libero, quindi necessariamente spirituale ,proprio ciò che la modernità ,in particolare ,proprio  Freud andrà a negare.

Psicanalisi rovesciamento del Cristianesimo

La psicanalisi invece è un rovesciamento del cristianesimo, lo stesso Freud, secondo la definizione di Paul Richter filosofo francese del 900 , è uno dei tre maestri del sospetto insieme a Marx (massone pagato dalle logge britanniche per scrivere Il Capitale quale fondamento del Socialismo degenerato nel Comunismo) e a Nietzsche. Questa felice  e famosa espressione di Richter sta ad indicare che egli ci ha educato a sospettare di ogni gerarchia assiologica, di ogni gerarchia di valori, di ogni subordinazione di ciò che non è spirituale alla sfera spirituale.

Ci ha abituato a dubitare e a sospettare, dice Richter, di tutto ciò che è appunto superiore, spirituale più elevato e a pensarlo o a ridurlo all’effetto di una sublimazione di discariche pulsionali.  Ciò che è superiore va ridotto ricondotto, schiacciato su ciò che è inferiore, è una sorta di conseguenza indiretta. Nella psicanalisi vi è una radicale negazione della libertà, è una forma di determinismo assoluto; l’uomo non è libero ,l’uomo è una cosa umana come diceva Spinoza (altro pensatore al quale sono legate comprovate influenze cabaliste ).In Freud vi sono dei presupposti positivistici.

Egli opera nella seconda metà dell’ottocento e poi nella prima parte del 900 dove c’è una sorta di inno scientista alla scienza quindi una distorsione dell’idea di scienza stessa. Egli è un materialista radicale ma è anche un riduzionista radicale: del resto il materialismo è tendenzialmente sempre ed anche riduzionista.

È ovvio il suo riduzionismo però è assoluto nel senso che ci sono passi dei suoi scritti in cui praticamente afferma che è certo che verrà il giorno in cui lo psicologico sarà ridotto al biologico, al neurofisiologico, ai chimismi cerebrali. Ecco non sarà più nemmeno psicologico, sarà decodificato in termini puramente biologicistici. Questa profezia in un certo senso si sta avverando perché le neuroscienze, la teoria dei neuroni a specchio e tutta l’attuale enorme enfasi  sulle neuroscienze, mira proprio ,anzi già stabilisce questo: che di fatto non c’è la libertà dell’uomo , egli è solo riducibile ad una dimensione biologica.

La libido e la sfera dell’inconscio (non la ragione) sono il fondamento del nostro esistere. Ma la libido, L’essere, il mondo pulsionale sono impersonali non sono per nulla capaci di fondare l’individualità irripetibile della persona. Sappiamo che invece la persona, il personalismo rettamente inteso come concetto è il più grande effetto portato sul piano concreto e storico del cristianesimo.

 L’uomo è persona ed in quanto persona è irriducibilmente una singolarità che non può essere cancellata da nulla, lo  sarà per tutta l’eternità, sarà una persona anche nella contemplazione della visione beatifica di Dio.

La psicanalisi invece degrada l’umano, distrugge la persona, il personalismo cristiano e l’uomo non è come dice Freud: “L’io non è padrone in casa propria “è una famosissima frase di Freud che è l’atto di nichilismo più profondo che l’intera cultura occidentale abbia mai sviluppato.

L’io non è padrone in casa propria, l’io è solo in un punto di equilibrio di bilanciamento fra istanze morali date dal super io, indotte socialmente, in qualche modo artificiali . È l’essere, la sfera pulsionale che anonima e senza volto, sorda, opaca, cieca, un mero pulsare di discariche libidiche che mirano a manifestarsi il più pienamente possibile.

Il cuore del pensiero freudiano: Distruzione dell’innocenza

Il complesso edipico è il cuore del pensiero freudiano, sappiamo che nella sua visione queste scariche libidiche, libidico pulsionali devono essere soddisfatte: se ci sono ostacoli particolari che impediscono lo sfogo di queste cariche pulsionali si hanno i sintomi nevrotici.

Il sintomo nevrotico non è altro che il destino di una carica pulsionale che non si è potuta dispiegare in modo naturale e il complesso edipico è il cuore del freudismo. Concretamente e culturalmente parlando il cuore del freudismo è la distruzione di ogni innocenza, di ogni fiducia nell’uomo, di ogni idea di civiltà; non solo della civiltà cristiana, perché ogni civiltà si fonda sulla pietas e  la pietas è quell’insieme di sentimenti di devozione, di amore, di rispetto di senso di gratitudine profonda e originaria verso i propri genitori, verso il padre assumendo il padre come figura della genitorialità in senso lato ,verso chi mi ha dato la vita.

Il complesso edipico è la cosa più volgarizzata e generalmente nota che è entrata nel linguaggio comune anche dei cristiani, a volte senza cattiveria. È di fatto la negazione dell’idea di civiltà perché confonde i  linguaggi ed  introduce il linguaggio del desiderio a leggere e ad interpretare come suo fondamento la prima infanzia.

L’infanzia proprio l’età dell’innocenza.

Canetti, uno scrittore ebreo asburgico ,diceva con sicurezza che un giorno la psicanalisi sarebbe stata screditata, ma non avrebbe avuto importanza perché l’uomo avrebbe già perduto per sempre l’innocenza: dopo Freud, anche se Freud verrà screditato e passerà di moda, l’innocenza sarà, comunque, stata perduta.

L’uomo viene dunque pensato come una cosa umana o meglio come una macchina pulsionale, come un automa desiderante, una sorta di contenitore vuoto senza essenza, senza una natura entro cui fluiscono cariche libidiche impersonali di carattere biologico. Questo specie di automa è mosso senza saperlo dal desiderio. In nessun modo l’uomo di Freud può evadere dal regno opaco e opprimente di una immanenza assoluta.

Freud odia profondamente l’idea stessa di religione ridotta ad  una sorta di nevrosi di massa che colpisce una collettività. Questa forma di nevrosi va superata perché il progresso, la civiltà e la storia lo esigono.

Va comunque ricordato che esistono filosofi cattolici, psicologi cattolici che hanno sviluppato visioni dell’uomo psicologiche e psicoterapie completamente diverse da quella psicanalisi di Freud ,anzi l’hanno confutata e hanno proposto esattamente una psicoterapia fondata su una visione cristiana dell’uomo.

La psicanalisi visione universale

La psicanalisi ha dominato il 900 e ha colpito ben oltre i confini di chi si occupa di psicanalisi oppure frequenta gli psicanalisti: è diventata una visione comune dell’uomo direi universale che ha un momento apicale di manifestazione sociale storica nel 68.

Nel 68 si ha  l’idea che la liberazione sessuale liberi l’uomo facendolo passare ad una vita autentica e autenticamente umana.

Non arriva per caso il 68 arriva sulla scia di Reich della scuola di Francoforte di una lunga sintesi fra marxismo e psicoanalisi che nel 68 trova il suo momento apicale di manifestazione. Nasce un universo sociale sessocentrico, libertino che consuma dall’interno ogni visione della vita autenticamente cristiana instaurando una nuova religione secolare.

Il 68 non è solo un momento sociologico ma è l’istaurarsi di una religione secolare, di una religione che promette nel tempo ,qui ,adesso il raggiungimento di una compiuta felicità che vuole come via d’accesso quello di liberare la sessualità dai vincoli della tradizione dissociando amore e matrimonio, sessualità  e amore, sessualità e fecondità e identità sessuata differenziata in maschile e femminile.

Liquidità che si impone negli ultimi trent’anni con l’ideologia gender e l’ideologia dell’omosessualismo. Dopo il 68’ la castità diventa vizio non è più virtù la verginità, non è più un  bene da custodire gelosamente ma una colpa della quale liberarsi il più presto possibile. Diventa in un certo senso sia culturalmente, storicamente e socialmente impossibile o molto faticosa e difficile perché la carne comanda lo spirito, il basso comanda  sull’alto, il cielo si oscura e Dio viene cancellato dai  cuori o  reso impossibile di abitare nei cuori dei popoli un tempo cristiani.

L’umanità intera sprofonda in un abisso sempre più profondo di iniquità e la psicanalisi ha concorso potentemente  a creare questa nuova visione perché di fatto è una religione con una sua dogmatica, con i suoi sacerdoti , con i suoi riti e un suo oscuro sapere che adesso cercheremo di evocare per accedere al tema del rapporto fra tradizione cabalista e psicanalisi.

Per farlo dobbiamo prima capire una cosa molto bene: quasi tutti o comunque chi si occupa di cultura ovviamente sa che Freud era ebreo. Il 95% delle persone che sanno questo, pensano che  il dato rimane un dato meramente biografico, esteriore sociologico ,che non ha nulla a che fare con la psicanalisi e questo è il problema ed è ciò che dovremmo riuscire a superare come problema. Comprendere la sua ebraicità, il suo appartenere al popolo ebreo è tutt’altro che esteriore, è qualcosa di molto profondo che adesso descriverò e che incide pesantemente sul suo pensiero.  Dobbiamo capire molto bene sul piano biografico la radicalità del suo sentirsi ebreo aderendo  pienamente ai costumi ebraici e soprattutto capire  a quali particolari correnti dell’ebraismo europeo si integra.

Anna Freud a Gerusalemme: “La Psicanalisi è una scienza ebraica”

Vorrei porre in evidenza due aspetti:

  • Il nesso particolare con le tradizioni ebraiche esoteriche;
  • Le pazienti di Freud e di tutti i primi psicanalisti sono in realtà pazienti donne, giovani donne nevrotiche, isteriche ma la cosa strana è che sono tutte ebree.

Terapeuta ebreo (gli psicanalisti sono ebrei non solo in Austria ma anche in Italia, Francia, Stati Uniti, Argentina) e  le pazienti decisive, perché sono quelle su cui Freud fonda la psicanalisi, sono tutte giovani donne ebree.

Questo aspetto lo riprenderemo più avanti perché è un elemento che illuminerà la nostra scena. Anna Freud nel 1971 a Gerusalemme dirà con orgoglio che la psicanalisi è una scienza ebraica.

Freud da bambino ha ricevuto un’educazione ebraica completa:

  • parla l’ebraico,
  • legge l’ebraico biblico,
  • parla l’yiddish (un dialetto Ebraico tedesco parlato dagli ebrei askenaziti, Freud proviene proprio da quell’area) parlandolo  in famiglia per tutta la vita;
  • mantiene le abitudini alimentari ebraiche mangiando tutta la vita cibo kosher secondola tradizione della legalità e della purezza ebraica;
  • conosce riti, preghiere , forme meditative particolari proprie della tradizione chassidica (Freud proviene dalla Galizia e dalla Moravia, aree dalla cultura chassidica)
  • conosce molte tradizioni cabalistiche provenienti da questa cultura familiare chassidica (sulla porta del suo studio sono rappresentati due calici dello kiddush-preghiera del sabato,giorno sacro per gli ebrei)
  • sua moglie Martha Bernays è nipote del più grande rabbino di Amburgo, Isaac Bernays, che era famosissimo per il suo misticismo cabalista e chassidico
  • possiede una copia completa tradotta in francese dello Zohar Il più importante testo cabalista medievale (commento alla Bibbia). Si ha la prova che Freud lo abbia utilizzato.

Freud e la Cabala e Dio

Il cuore della cabala è l’unione mistica fra il fedele e Dio ed è simboleggiata dall’atto coniugale. Il matrimonio stesso è visto come un riflesso terreno della unione mistica con Dio. Il Dio della cabala è un Dio sessuato, androgino bisessuale che vive il dramma della separazione della parte femminile che è la Shekhinah. L’eros nella cabala è visto come una sorta di processo di divinizzazione del soggetto stesso: la cabala è magia sessuale e sappiamo che nelle tradizioni esoteriche, ermetiche, magiche la sessualità, la magia sessuale è una magia mirata a una sorta di cambiamento di stato ontologico di divinizzazione del soggetto.

Berke Joseph nel libro “ The Hidden Freud” uscito  nel 2015 sottolinea la presenza delle posizioni cabaliste sulla nascita della psicanalisi. Nella metodologia terapeutica ritroviamo tecniche diagnostiche, usi e pratiche proprie della cabala antica. Freud conosceva perfettamente gli antichi metodi cabalistici per andare oltre la superficie del pensiero logico discorsivo ed arrivare al nucleo della realtà o del testo sacro, perché il problema era commentare la Torah e leggere i testi sacri.

Il simbolo, la cabala e la massoneria

Era però necessario andare oltre al segno e al suo significato logico razionale e attingere ad una sfera informe dove a dominare fosse il simbolo. Questo è interessante perché il simbolo è centrale nella cabala, ma è centrale anche in tutto l’ermetismo, l’esoterismo occidentale. Il simbolo è centrale anche nel pensiero massonico dove  primeggia un pensiero non logico, non fondato sul principio di non contraddizione ma fondato sulla contraddittorietà del simbolico; quindi la contraddizione diventa la legge rovesciata del pensiero magico cabalista.

Soffermiamoci su uno scritto dal titolo “Freud e la  tradizione mistica ebraica“ di David Bakan che  oltre alla descrizione di una generica presenza di elementi cabalistici come quelli che ho appena citato vi è anche la presenza di elementi sabbatici.

Sabbatai Zevi, Sabbatianesimo e Freud

Sabbatai  Zevi era stato nel 600  un falso Messia che poi conclude la sua fase messianica con un atto di apostasia e la conversione all’Islam, ma Sabbatai Zevi aveva  lasciato profondissime influenze nell’aree  galiziane proprio l’area dove attecchisce poi il pensiero chassidico. Quindi da Sabbatai Zevi si passa agli chassidim e le famiglie da parte di padre e di madre di Freud crescono in questo clima culturale che appunto ha  un legame con il Sabbatianesimo.

Jacob Frank ed il Frankismo.

È importante capire questo perché oltre e dopo l’esperienza di Sabbatai Zevi, In queste stesse regioni si avrà una seconda grande eresia giudaica che è il frankismo  con Jacob Frank che è un altro falso Messia: siamo nel 700 , un secolo dopo.  Jacob Frank si converte di colpo al cattolicesimo con tutti i suoi seguaci, Augusto III di Polonia è il suo padrino di battesimo  . Il frankismo , in virtù del battesimo, penetra fra l’Elite polacca e si celebrano matrimoni con nobili polacchi ,giudaizzando  lentamente e segretamente questo  paese che ha avuto fortissime influenze, fino al 900 incluso ,da parte della tradizione frankista.

Questa è una cosa molto importante su cui insisto particolarmente perché è in quella regione, prima con Sabbatai Zevi poi con  Jacob Frank in  cui si snoda la storia della famiglia di Freud.

Freud a Vienna

Freud dopo aver passato la prima infanzia in Moravia giunge a Vienna con la famiglia, aveva sette anni.  Qui fa i suoi studi, diventa medico ,si laurea in medicina trovandosi in una città dominata totalmente dalla minoranza ebraica.

Gli ebrei sono  pochi percentualmente ma sono il 50% degli avvocati, dei medici, dei giornalisti ed anche dei magistrati. Se si riceveva il battesimo, gli avvocati , poi, potevano diventare magistrati quindi i giudici viennesi erano sostanzialmente in grande parte ebraici.

Per opporsi alla presenza di questa Elite ebraica dominante nasce a Vienna un movimento di resistenza ed  è in questo clima che Freud entra nella massoneria ebraica e vi entra praticamente a ridosso della nascita della psicanalisi.

Siamo nel 1897 e Freud ha 40 anni , il 23 settembre entra, cooptato da un altro massone, nella loggia del B’nai B’rith di Viennai figli del patto ,i figli dell’alleanza. Una  massoneria particolare che si era sviluppata in tutto il mondo soprattutto negli Stati Uniti contava allora circa 500.000 membri e qualcosa come 1700 logge diffuse in tutto il mondo.

Questa massoneria è la più grande associazione massonica di mutua assistenza del mondo ebraico, vi si può accedere solo se si è ebrei e di fatto ha avuto una forte influenza anche sulla chiesa: sono decine gli innumerevoli incontri che  Papa Giovanni Paolo II e la delegazione del  B’nai B’rith  hanno avuto , ma anche Papa Benedetto XVI ha incontrato ripetutamente questa realtà. Sarà interessante capire nel prossimo articolo  ( che seguirà questo) il motivo per cui una loggia massonica abbia avuto rapporti veramente profondi e così frequenti  con la chiesa cattolica nel periodo post bellico.

Freud entra nella Massoneria

Freud viene iniziato a 41 anni e per tutta la vita, per quarant’anni, rimarrà legato alla loggia massonica in cui è entrato; egli stesso afferma vi è entrato per orgoglio ebraico e per lottare contro l’antisemitismo.

Ormai settantenne dirà che di fatto pur agnostico e cresciuto senza fede, si sentiva profondamente attratto da questa associazione con altri ebrei che erano stati il suo primo uditorio. La cosa curiosa è che Freud ateo e agnostico  entra in massoneria dove in teoria, per entrare è  necessario  essere ebrei credenti: per lui questo non fu così .Fu proprio lì che iniziò a presentare le sue scoperte psicanalitiche, presentò lì la psicanalisi.

Ci sono studiosi che hanno dimostrato come il successo repentino e mondiale della psicanalisi è il larga misura anche dovuto al fatto che il B’nai B’rith ha favorito ovunque la diffusione della psicanalisi e la sua enorme influenza in tutti i campi: pensiamo al cinema con Hitchcock o a Fellini in Italia che sono autori profondamente legati alla psicanalisi, ma sono innumerevoli gli scrittori, gli artisti, poeti e musicisti,uno stuolo sconfinato di persone che sono legate alla psicanalisi. Questo è molto significativo a dimostrazione del fatto che B’nai B’rith  intuisce che la psicanalisi può essere usata  per giudaizzare i gentili. Se il mondo cristiano è così ingenuo da accettare la psicanalisi dietro il paludamento di una scienza e se  lo accetta ecco che il mondo cristiano viene profondamente giudeizzato.

La chiesa tentò di resistere, ci sono papi come Papa Pio XII, che posero  degli  argini molto forti all’utilizzo della psicanalisi, soprattutto da parte dei sacerdoti..

Per esempio era vietato frequentare psicologhe donne (il sacerdote non poteva frequentare psicologi di sesso femminile e ci voleva l’autorizzazione dell’ordinario per accedere a terapie di tipo psicanalitico).

Non dimentichiamo ciò che abbiamo già ricordato che il Papa attualmente regnante è stato in cura da una psicanalista ebrea; questo se vogliamo è un particolare piccolo ma non così piccolo in prospettiva di quello che  dovremmo capire. L’appartenenza alla massoneria di Freud non sarà esteriore, superficiale ma fu veramente molto profonda; egli era molto zelante non perdeva una riunione e teneva regolari conferenze ai suoi fratelli di loggia.

Freud ed il Sionismo

A questo punto introduciamo un elemento diverso, Freud conosce Harz Teodor il fondatore del sionismo. È sionista convinto come i figli e di fatto un attivo sostenitore di diverse confraternite ebraiche tanto che alcuni suoi biografi hanno detto che è vissuto per tutta la vita in un ghetto ebraico, non ha mai avuto amici che non fossero ebrei e di fatto manifestò sempre un interesse fortissimo per la magia e per il mondo dell’occulto.

Freud si sente profondamente attratto da questa sfera: sono molte le testimonianze di questa attrazione nel suo epistolario dove  dice di trascorrere straordinarie orge di tarocchi nella loggia. Tutti i sabati andava a giocare a tarocchi: i tarocchi sono carte da gioco ,in realtà carte divinatorie di origine cabalista, di fatto la simbologia è tratta dalla cabala e Freud parla di queste orge di tarocchi a cui non può rinunciare , è un fedele ed assiduo praticante di questo gioco particolare.

A questo punto entriamo nel pieno della parte conclusiva.

Abbiamo capito che il suo ebraismo non è un dato così meramente anagrafico al quale lui era indifferente ma era un ebraismo organicamente  radicato nella sua persona, era il fondamento di ogni sua azione . Sappiamo anche che c’è un disegno di lungo periodo ,direi da sempre, portato avanti dalle prime sette eretiche della gnosi Antica ,di giudeizzazione del mondo Cristiano ,della chiesa : la giudeizzazzione è un rischio costante e in un certo senso il grande comun denominatore di tutte le eresie  e le derive gnostiche che il cristianesimo ha conosciuto.

Leggiamo un interessante articolo su Shalom che descrive gli orientamenti ideologici del famoso psicanalista intorno ai quarant’anni nel pieno della sua maturità intellettiva (note e citazione virgolettata aggiunte dal direttore di Gospa News – ndr).

«Due uomini di fama mondiale: Theodor Herzl e Sigmund Freud. Due ebrei che hanno cambiato il mondo con le loro idee, vissuti entrambi nella fastosa Vienna del Novecento; eppure, i due uomini non ebbero mai modo di incontrarsi. Sembra però che quel già influente psicologo ebreo seguisse davvero da vicino il leader sionista, definendolo più volte “un poeta e un combattente per i diritti umani del nostro popolo”. 120 anni dopo dalla sua stesura, in Israele riaffiora una lettera scritta da Sigmund Freud a Theodor (Binyamin Ze’ev) Herzl, fondatore dell’Organizzazione Sionista. La lettera, datata 28 settembre 1902, è stata trovata all’interno del Central Zionist Archives di Gerusalemme».

«Herzl e Freud vissero per molti anni nella stessa strada a Vienna, ma non si incontrarono mai di persona. Tuttavia, si dice che Freud fosse un avido lettore dei pezzi di Herzl pubblicati sulla “Neue Freie Presse”, il giornale in cui quest’ultimo lavorava. Freud espresse più volte interesse per il Congresso Sionista Mondiale, istituito nel 1897 come organo supremo dell’Organizzazione Sionista».

Freud e la tradizione cabalista ebraica

Bakan è uno studioso ebreo di origine galiziana  che ci conferma che la psicanalisi ha origine cabaliste . Egli  asserisce che siccome la psicanalisi è una cosa bella e buona e ha come origine la cabala e lui ce lo dimostra nel testo, la cabala , quindi l’ebraismo profondo e segreto è vero. Scrive il suo testo nel 1958, Psicologo, docente universitario che scrive “Freud e la tradizione mistica ebraica“.  Attenzione mistico è il termine che usano elegantemente gli ebrei per indicare la cabala.

La cabala è una prassi di carattere magico, di  carattere esoterico ed è il fondamento di tutto l’occultismo quattrocentesco  ,cinquecentesco e successivo. La cabala è il fondamento dell’esoterismo, è il fondamento del pensiero massonico, è il fondamento di tutto quello che è arrivato in Occidente come cultura occultista dal 400 in poi ,ma gli ebrei la chiamano la mistica ebraica.(c’è un problema linguistico)

Bakan è finanziato dal  B’nai B’rith americano nella sua ricerca quindi la massoneria ebraica appoggia la sua ricerca confermando che il suo scritto è una difesa dell’ebraismo mostrando tutti gli elementi che ci devono obbligare a riconoscere il fondamento cabalista del pensiero psicanalitico.

Gli elementi sono così sintetizzabili: la psicanalisi sorge all’improvviso già compiuta perfetta non solo come psicologia ma come teoria della civiltà, dell’arte, della religione. Una sorta di antropologia filosofica, addirittura una metafisica in un certo senso usando il termine in modo improprio è una spiegazione completa di tutto, del sogno, delle nevrosi, della malattia, della normalità, dell’infanzia di qualunque cosa. Spiega l’arte, spiega le produzioni superiori dell’uomo,ma questo terribile apparire di una disciplina che spiega in pratica tutto non ha nessun elemento riconoscibile in tutta l’esperienza precedente di Freud.

Precedentemente Freud aveva lavorato in campo dermatologico, oftalmico, aveva studiato la cocaina, aveva selezionato 400 anguille a Trieste per trovare un nervo particolare dell’anguilla,aveva lavorato molti anni in laboratorio, era un fisiologo, uno studioso di laboratorio, usava il microscopio, studiava il sistema nervoso delle rane e delle anguille, aveva  lavorato anche qualche mese in qualche clinica psichiatrica ma  non c’era assolutamente un solo elemento che potesse aver implicato  una graduale costruzione di un edificio così immenso.  La psicanalisi  sorge di colpo e Bakan ce lo spiega  così:  Freud ha tradotto in linguaggio secolare Para-scientifico un sapere occulto che possedeva da molti anni perché nella sua biografia non troviamo nulla che permetta di spiegare questa improvvisa esplosione di una dottrina che è onniesplicativa .

Un secondo elemento a dimostrazione del legame  della psicanalisi con il pensiero cabalista è che in nessuna tradizione culturale occidentale precedente erano presenti i fondamenti del pensiero psicanalitico se non nel pensiero occultista.

Freud ha tradotto in un nuovo linguaggio quello della scienza positivista del tardo ottocento categorie che gli arrivano dalla cabala che è essenzialmente una forma di gnosi e come sappiamo in tutte le gnosi  antiche, anche le gnosi cristiane (a parte che tutte le gnosi hanno o quasi tutte hanno di fatto ebrei come loro fondatori, ricordiamocelo sono per lo più ebrei ad ispirare i grandi gnostici dei  primi secoli) e quelle  ebraiche asseriscono che la salvezza si raggiunge solo  attraverso la conoscenza : la salvezza senza le opere . In questo senso  diremo che Lutero è gnostico,  Calvino è il gnostico, il modernismo è gnostico (dove ti salvi praticamente senza opere, Il modernismo è l’ultima forma di gnosi).

La cabala in questo senso è la gnosi ebraica è una rivelazione una dottrina che propone agli iniziati di accedere ad una conoscenza profonda di sé, conoscenza che  implica un sapere magico è una magia di tipo sessuale attinta la quale tu sei salvo  . Attenzione non sei salvo oltre il tempo storico nel regno dei cieli dopo il giudizio universale, no sei salvo adesso, sei salvo nella storia, nella tua vita di adesso, ti  divinizzi adesso e  abbracci  adesso la salvezza . Questa è la grande eresia che ha colpito anche il cristianesimo del voler adesso immanentizzare  l’eskaton Cristiano, renderlo attuale adesso ,che il regno si possa dire che è giunto.  Sia il sabbatianesimo sia il frankismo erano vie che predicavano la salvezza attraverso il peccato, predicavano la santità del peccato perché annunciando la venuta del Messia  ( sabbatà è il messia , Jacob Frank è il messia) allora è giunto il regno e la legge viene sospesa e il peccato non ha più nome di peccato, soprattutto la sessualità in Frank e Sabbatai.

In Sabbatai  la sessualità è profondamente perversa sconvolgeva le persone che non capivano la sua logica erano atti essenzialmente contro natura. Ma perché  l’adulterio, la fornicazione erano considerati legittimi ? Perché il  regno era giunto e la prova che il regno è giunto è che io , che sono il Messia , compio questi atti. La salvezza passa attraverso il peccato lo sprofondarsi nel male , anzi, diventa via di liberazione.

Quante analogie troviamo con la sensibilità che hanno anche alti vertici della chiesa cattolica verso certe periferie arcobaleno certi abbracci così calorosi con i gay, lgbt, le benedizioni gay, i matrimoni omosessuali che bussano  pesantemente alla porta del sinodo sulla sinodalità.

Ma perché? Perché se il regno è giunto, la legge è sospesa. È un indietrista, un orrendo fariseo chi custodisce la legge e chi ancora non ha capito  che il regno dei cieli è giunto e che  si oppone alla nuova  età messianica ecclesiale che il sinodo sta instaurando.

Il  bene e il male solo la stessa cosa, si confondono ed anzi occorre entrare e scardinare i qelipot, i nodi che imprigionano il fluire dell’energia divina. Sembra il sintomo nevrotico da sciogliere con l’analisi ,sciogliere i qelipot i gusci, in ebraico cabalista, quello che era un divieto  supremo osare guardare dentro questi gusci di male, sprofondare  nel male,  voler conoscere il male che invece diventa il messaggio segreto redentivo della  cabala, della gnosi cabalistica, della  gnosi psicanalitica. Sprofondare nel male e li sprofondando in questo male tornare a liberare l’energia lipidica che si era imprigionata dentro i legami del super io, ovvero in ultima istanza della tradizione morale cristiana.

Lo stesso Freud dice che  immagina un mondo in cui si debelli la religione come Dio, l’idea stessa di Dio come super io collettivo che impedisce in ultima istanza la felicità e Freud parla ante litteram di educazione sessuale perché solo una sessualità liberata darà all’uomo una vera felicità.  E questo non è già il 68? Non sono i tempi nostri? Non  è la febbre che percuote ogni cuore e incendia anche le menti più equilibrate ?non è questo il male del nostro tempo?

Dio stesso è maschio o femmina nella tradizione franchista Sabbatiana, cabalista. Ciò porta a pensare alle pratiche sessuali come atti religiosi perché ciò che l’uomo fa sul piano sessuale contribuisce a riunificare Dio stesso quel Dio ferito dalla gnosi cabalista che  carico di sofferenza e di male  deve tornare ad unirsi con la Shekhinah con la partefemminile . Il cabalista attraverso la sua sessualità contribuisce a questa riarmonizzazione cosmica, metafisica aiutando Dio stesso a tornare alla sua pace: perché in Dio c’è il male.

Il Dio della gnosi è sempre un Dio in qualche modo ferito, sofferente, infinitamente lontano al tempo stesso dissipato in mille schegge; in questo mondo il pleroma divino si  è dissipato negli individui e bisogna che gli individui si riuniscano fra di loro orgiasticamente  onde riportare l’unità del Pleroma . Il giogo della legge vale  solo per un mondo non ancora redento, si può fare il male perché il male c’è anche in Dio (la grande eresia gnostica).

Il male c’è anche in Dio e quindi non è più male. Frank disse di essere venuto a liberare Il mondo da tutte le leggi e da tutti gli statuti esistiti finora, è la stessa cosa che dice Freud in un passo “io sono il diavolo non lo sapete che io sono il diavolo? Si pensa come una sorta di nuovo Mosé laico e secolare che libera il mondo da Dio, dalla religione, dalla morale dai complessi, dalla nevrosi perché libera da Dio e dalla religione. Un uomo senza morale e senza Dio è l’unico  uomo che concepisce come autentico e libero .

Vorrei sottolineare un particolare interessante, quando Frank fu attaccato dal rabbinato perché vi ricordo che c’è anche un conflitto all’inizio fra  il rabbinato e le eresie  sabbatiane  o franchiste.   Quando il rabbinato attaccò il franchismo, Frank apostatò e si convertì al cattolicesimo (non fu una vera conversione) andando ad infettare Tutte le Elite clericali e nobiliari polacche per i secoli avvenire. Dopo la conversione denunciano il rabbinato e denunciano il Talmud come falso; denunciano pubblicamente anche il sacrificio rituale umano di bambini cristiani durante le  Pasque ebraiche. Lo stesso Frank quando si converte al cattolicesimo lo denuncia perché lo conosceva molto bene in quanto appartenendo a quel mondo.

In Bakan la psicanalisi diventa l’incontro con un super io buono e moderato; lo psicanalista spiega al paziente che la punizione che lui teme e il senso di colpa che lui ha sono infondati. Non deve più avere nessun senso di colpa perché nessuna punizione seguirà la sua caduta . L’essenza della psicanalisi è abituare il paziente lentamente a capire che i suoi complessi derivano dalla convinzione che gli atti sessuali  ,che lui pensa di aver  compiuto ,non sono una colpa. Quando la persona si convince di questo perde Dio e la convinzione che esiste una legge naturale . Solo allora la persona potrà dirsi guarita . Ovviamente molto semplificato ma necessario per far capire lo sguardo di Freud.  L’uomo va liberato da Dio, va  liberato da Cristo, va liberato dalla legge morale.  Questo uomo senza essenza, senza natura, questo uomo si riduce ad una cosa umana.

Il segreto della Nevrosi di Freud

A questo punto vorrei proporre al lettore un grandissimo pensatore Jeffrey Moussaieff Masson, psicanalista ebreo americano,docente universitario di lingua iraniana,il quale  diventa Direttore degli archivi di Freud  a Londra .  Conosce Anna Freud che muore nel 1982, e studiando gli archivi scopre delle lettere mai viste prima da nessuno, lettere censurate da Anna Freud che le ha tolte dall’ epistolario di Freud ufficiale e si accorge  che in tutte queste lettere emerge un altro Freud. Il Freud  di prima del l’interpretazione dei sogni, testo che pubblica nel 1900.

In questo testo, studiando l’epistolario di Freud, si accorge che Anna, la figlia, ha tolto tutte le lettere in cui Freud mostra le prove che le isteriche che sta curando (che sono tutte giovani  donne ebree) testimoniano durante la terapia di essere state gravemente abusate dai genitori o da figure parentali. Il sintomo nevrotico Freud lo lega a questi abusi reali; nel 1897 scrive addirittura una lunga relazione alla società di psichiatria viennese  in cui dimostra che quello che sta emergendo non sono fantasie, non sono cose inventate ma la pura realtà.

Questa relazione di Freud viene accolta con una freddezza spaventosa, praticamente viene bandito dalla comunità scientifica che è composta in larghissima misura da  ebrei perché metà dei docenti universitari e dei medici sono ebrei e Freud si accorge che è completamente respinto è visto come un pazzo . Di conseguenza, misteriosamente,di colpo ,abbandona questa dottrina e poco dopo esplode la psicanalisi, passa una visione completamente diversa : non sono veri abusi, sono fantasie isteriche ,di ragazze isteriche.

Queste ragazze essendo isteriche , sono loro che hanno desiderato i genitori e il desiderio viene mascherato da abuso subito.

Subito nasce l’edipo, l’Edipo nasce così nel momento in cui viene detto a Freud che se avesse perseguito questa via sarebbe stato un uomo finito. Rovescia ,così , specularmente quanto ha scoperto : cioè gli abusi sono fantasia isterica ,manifestano  i desideri che il bambino, nei primissimi anni di vita, avrebbe verso il genitore del sesso opposto.  Nasce la psicanalisi che è fondata sul complesso edipico.

 Ma Moussaieff  con il suo scritto, (che è un giallo filosofico storico straordinario di un’intelligenza incredibile in cui dimostra perfettamente come stavano le cose e perché Freud  cambia completamente prospettiva ) come nasce l’Edipo. ( Non è un caso che Il testo venne praticamente bandito e ridotto ai minimi termini, reso completamente estraneo al dibattito sulla psicanalisi).

Lui dimostra perfettamente come sono andate le cose e perché Freud cambiò completamente prospettiva .

La donna nell’ebraismo talmudico

Nell’opera “ il giudeo, giudaismo e giudaizzazione del  mondo Cristiano testo di fine 800 francese ( la Francia era specialista nello studio della giudeizzazione del mondo Cristiano) c’è un capitolo straordinario sulla donna nell’ebraismo  talmudico, su come la donna era vista.

Siamo alla fine dell’ottocento ed ancora non era nata la psicanalisi, ma questo grande studioso cattolico dice in sostanza, quasi piangendo, che sono  deplorevoli  le condizioni delle bambine ebree che crescono in famiglie dove i ragazzi e gli adulti uomini vengono educati.

L’insegnamento cabalista, la centralità di una certa sessualità della tradizione chassidica, frankista e sabbatiana dove, in sostanza, la perversione è pensata come via di santità: la santità attraverso il peccato.

Il grande  studioso  conclude dicendo che sono deplorevoli le condizioni in cui vivono le bambine ebree  perché appunto crescevano in un contesto culturale profondamente disturbato ,per non parlare di passi  del Talmud in cui si afferma che in sostanza sotto una certa età non sono nemmeno da pensare come vere violenze quelle compiute su una bambina.

Nel  Talmud c’è un profondissimo disprezzo per la donna in generale, anche per la donna ebrea. Non parliamo poi del disprezzo per la donna non ebrea o cristiana che è chiamata con termine ebraico anche oggi dal significato di prostituta.  L’appellativo di prostituta rimane anche se la donna cristiana si converte all’ebraismo, deve continuare ad essere chiamata prostituta.

Quindi Masson confuta il complesso edipico, spiega la storia segreta e spiega perché Freud ha dovuto rovesciare completamente tutti  i suoi studi  altrimenti sarebbe stato un uomo finito, sarebbe stata per lui la fine.

E questo castello costruito sul rovesciamento dei fatti si chiama psicanalisi.

La psicanalisi è l’annuncio di un trionfo più ampio, il trionfo dello psicologiconon nel senso diciamo tomista  o aristotelico : trionfo dello psicologico e della psicologia.

Trionfo generale che oggi dilaga ovunque: nella scuola, nei seminari, dove ormai si parla di fare psicanalisi prima di entrare in seminario per verificare la vocazione andando dallo psicanalista, preferibilmente donna ed ebrea (Papa Francesco).

 Crescente invasività della psicologia. Perché?

La crescente invasività della psicologia o dello psicologico sono il segno di una volontà di rinchiudere l’uomo nell’immanenza più assoluta in un universo dal quale non si può più evadere. Tutto è ridotto a psicologia ormai, anche a Loreto i confessionali sono diventati degli sportelli di ascolto psicologico. La chiesa dell’ascolto, il sinodo e la sinodalità.

È  sufficiente avere una piccola laurea in psicologia per esercitare la professione di psicologo che in molti casi viene anche esercitata online, la stessa sta  invadendo la chiesa disfacendo  i sacramenti.  Ne consegue che questo psicologismo ,dove tutto è psicologico, lo spirituale non trova più posto e non c’è nessuna vita eterna ad attenderci.

Una grande battaglia ci attende, una battaglia  immensa, enorme che  esige senz’altro uno studio che si impegni a capire bene le cose. Ma non  si  uscirà da questo esilio terribile, in cui ci hanno rinchiuso, solo con la cultura, con lo studio, con la falsa scienza deificata (come in  questi ultimi tre anni)  ma se ne uscirà con il fervore, con un fervore sincero che ci viene donato dall’alto se  noi ricorrendo a Maria Santissima lo chiediamo.

prof. ssa Paola Persichetti

Paola Persichetti, oltre ad essere Associazione Trilly APS  La Gente come Noi Terni e già leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con  110/110, bacio accademico e menzione d’onore.  Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.

EPIFANIA: LA GRANDE MANIFESTAZIONE DI DIO. Seguendo la Stella i Magi trovano Gesù, Salvatore anche dei Pagani

EPIFANIA: LA GRANDE MANIFESTAZIONE DI DIO. Seguendo la Stella i Magi trovano Gesù, Salvatore anche dei Pagani

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Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:
da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele.

Vangelo di San Matteo Evangelista ed Apostolo (Mt. 2, 1-6)


Nell’immagine di copertina l’Adorazione dei Magi (o Pala Strozzi): un dipinto a tempera su tavola realizzato nel 1423 da Gentile da Fabriano (Fabriano, 1370 circa – Roma 1427), che lo eseguì per il ricco banchiere fiorentino Palla Strozzi. Capolavoro del gotico internazionale, che è oggi conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze.

di prof. ssa Paola Persichetti

Abbiamo visto spuntare la sua stella

L’Epifania è il giorno in cui siamo chiamati a contemplare la realtà stupefacente di un Dio che -invece di restare rinchiuso nella sua lontana e inaccessibile infinità- decide di venire fino a noi, di rivelarsi ai nostri occhi, di donarsi alla nostra comprensione e alla nostra contemplazione. E dunque il lieto annuncio che le molte oscurità di questi tempi che hanno intristito la nostra esistenza e sporcato di sangue la terra, sono dissipate da una luce che viene dall’alto. Questa è la bella notizia dell’Epifania: la grande festa della manifestazione di Dio.

Festa dell’Epifania

La festa dell’Epifania vuole preservare il popolo da alcuni malintesi e fuorvianti interpretazioni i disegni di Dio, soprattutto quando le ideologie dominanti influenzano la lettura della storia sacra. Anche il Natale è la manifestazione -l’epifania autentica e sostanziale- di un Dio che, per farsi conoscere ed amare, addirittura si fa uomo diventando un nostro fratello. Ciò che è avvenuto nella notte di Betlemme, non ha  avuto però risonanza nella società.

Uno potrebbe dedurre che la salvezza di Dio deve sempre restare nascosta, avvolta nell’oscurità e nel nascondimento; e quindi – si può arrivare a pensare – che anche l’azione della chiesa (che tale salvezza custodisce ed annuncia) deve essere il più possibile sotterranea: non deve cioè farsi sentire troppo all’esterno, non deve disturbare gli altri, deve umilmente mimetizzarsi entro la scena mondana.

L’Epifania  ci dice il contrario: nell’episodio dei Magi, il re, le autorità, l’intera Gerusalemme, i responsabili della cultura, vengono tutti raggiunti e messi in inquietudine dal messaggio che viene dal cielo. Certamente, Dio ha iniziato e si è rivelato all’inizio ai più semplici e più umili: è questo il significato del Natale.

Ma il fine della sua redenzione è che non resti nascosta e quasi clandestina: questo è il significato dell’Epifania che oggi la chiesa dovrebbe gridare fuori dal politicamente corretto. Il Vangelo di Matteo ci esorta a dire nella luce quello che ci viene detto nelle tenebre e a predicare sui tetti quello che viene ascoltato all’orecchio. Sono le stesse parole di Gesù che ci prospettano il programma epifanico, che è vincolante nell’azione pastorale della chiesa, e l’impegno Epifanico  di ogni battezzato.

La vera missione evocazione di ogni battezzato è quella di diventare un forte e chiaro annunciatore di Cristo e del suo regno.

Saremo in errore, considerare che ciò che è avvenuto a Betlemme (dove gli angeli hanno parlato soltanto ai pastori, poveri e analfabeti) potrebbe  indurre qualcuno a ritenere che i ricchi-ricchi non solo di censo, ma anche di cultura, di informazione, di potere, di fama-non siano tra i destinatari della missione del figlio di Dio . È vero che essi non sono tra i più favoriti e i più facilitati a capire il Vangelo, lo stesso Gesù nel Vangelo di Matteo benedice il padre perché ha tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le ha rivelate ai piccoli.

Ma la vicenda dei Magi – che arrivano ad adorare il Messia, pur essendo così benestanti da poter portare oro in  regalo e così istruiti da sapere scrutare e interpretare il corso degli astri- ci dice che nessuno è escluso irrimediabilmente dalla misericordia di quel Dio “il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità”(1Tm 2,4).

Lo stesso Gesù nel Vangelo di Luca ci dice che tutto è possibile a Dio  (capitolo 19); e così ha dato speranza persino ai potenti orgogliosi, ai danarosi sazi e insaziabili,  agli intellettuali pieni di sé, al patto che si mettano alla sequela dei Magi e, abbandonata la loro opulenta desolazione, si pongano seriamente in cammino verso Betlemme.

L’insegnamento dell’Epifania non è soltanto una provvidenziale luce sul Natale ma è un suo organico e necessario completamento.

Storicità dell’arrivo dei Magi a Betlemme

L’arrivo dei Magi a Betlemme è un fatto realmente accaduto e allo stesso tempo pieno di simboli. In questo episodio avviene l’incontro tra la fede e la ragione, l’unità tra l’intelligenza umana e la grazia divina, il rovesciamento delle gerarchie del mondo.

A Natale il verbo eterno che nasce come uomo a Betlemme, si manifesta innanzitutto al popolo di Israele, conformemente al progetto di Dio che chiama alla salvezza per primi i discendenti di Abramo, a cui il salvatore era stato promesso; in secondo luogo si manifesta anche ai popoli pagani, anche a loro e li chiama a riconoscere, raccogliere e adorare l’unico salvatore del mondo. In quella carovana di uomini illustri venuti dall’oriente e guidati dalla stella siamo rappresentati tutti noi, discendenti di un mondo escluso dall’antica alleanza e, in loro, chiamato a quella nuova. L’Epifania è la nostra festa, cerchiamo dunque di capirne qualcosa di più.

Contorni temporali

La venuta dei Magi e la Natività vengono associate e collocate  in un breve arco di tempo che non è quello storico. Dobbiamo porre tra i due episodi un anno e mezzo o due anni di distanza.

Matteo infatti ci dice che i Magi trovarono il bambino e sua madre in una casa: evidentemente avevano lasciato la grotta della Natività e, non potendosi rimettere in viaggio con un neonato, si erano stabiliti in un’abitazione di Betlemme, dove probabilmente avevano ancora dei parenti; più chiaramente ci dice che il re Erode, dopo essersi informato circa il tempo del loro viaggio, dopo la partenza dei Magi fa uccidere i bambini di Betlemme dai due anni in giù (Matteo 2,16): questa dunque doveva essere all’incirca l’età di Gesù al momento della visita dei Magi.

Chi sono i Magi?

Magi è la traslitterazione del termine persiano antico magūsh, passato  al greco màgos. Si tratta di un titolo riferito specificatamente ai sacerdoti dello Zoroastrismo tipici dell’impero persiano. In Erodoto la parola magoi era associata a personaggi dell’aristocrazia della Media ed, in particolare, ai sacerdoti astronomi della religione zoroastriana, che erano anche ritenuti capaci di uccidere i demoni e ridurli in schiavitù.

Sappiamo anzitutto che vengono da oriente , determinazione  piuttosto vaga, che indica semplicemente l’essere stranieri: infatti poiché ad Occidente Israele ha soltanto il mare, chiunque arrivi da fuori, viene da oriente. Quindi più che un’indicazione geografica si tratta di una chiara collocazione etnica e religiosa: I Magi sono non ebrei, quindi sono stranieri quanto all’etnia e pagani quanto alla religione.

Il vocabolo “Magi” ha origine persiana, legato molto probabilmente alla dottrina del madzdeismo, si identifica con una classe di studiosi, di sapienti, e secondo le abitudini dell’epoca, oggetto di studio sono la religione, la filosofia, l’astronomia, e ogni genere di sapienza. È possibile ritenere che fossero, se non proprio dei sovrani, dei personaggi altolocati, dato che solo i ricchi e potenti potevano permettersi di dedicarsi a tempo pieno agli studi così da essere definiti Magi , e poter finanziare un’impresa  così dispendiosa come il lungo viaggio di una carovana di uomini, bestiame e vettovaglie.

Fin dai primi secoli del cristianesimo ai Magi sono stati associati gli atteggiamenti positivi della ricerca della luce spirituale e del rifiuto delle tenebre: addirittura si riteneva che con la loro opera avessero contribuito a cacciare i demoni verso gli inferi. E, poiché erano sacerdoti, sebbene zoroastriani, seguendo la stella e raggiungendo il neonato il Re di  Israele, lo avrebbero anche riconosciuto come Dio, anzi, come l’unico Dio venerato anche dalla rivelazione zoroastriana.

Quindi i Magi sarebbero arrivati presso la mangiatoia di Betlemme con piena coscienza dell’importanza religiosa e cosmica della nascita del Cristo. Nel Vangelo di Matteo, i Magi sarebbero state le prime autorità religiose ad adorare il Cristo.

Fonti storiche

Gran parte degli esegeti contemporanei, Influenzati dai criteri interpretativi della scuola critica di origine illuminista e protestante, vedono l’episodio dell’adorazione dei Magi come un racconto simbolico, inventato a bella posta per illustrare la chiamata dei pagani alla fede in Gesù alla pari con gli ebrei.

La parola Magi è una carta di identità ben conosciuta nell’antichità. Quasi 500 anni prima che l’apostolo Matteo  scrivesse il suo Vangelo, ne parla anche lo storico greco Erodoto, che li descrive come una delle sei tribù dei medi, un antico popolo Iraniano stanziato in gran parte dell’odierno Iran centrale e occidentale a sud del Mar Caspio. Essi precisamente costituivano la casta sacerdotale ed erano perciò sacerdoti della religione Mazdea (Credevano nel Dio unico Ahura Mazda), Il cui culto fu riformato nel VI secolo a.C. da Zarathustra . Coltivavano anche l’astronomia ed erano dediti all’interpretazione dei sogni, come attestano fonti storiche riguardanti, ad esempio, l’imperatore persiano Serse.

La credibilità storica dell’episodio trova il suo punto di forza proprio nel fatto di comparire nel Vangelo di Matteo. Come noto, il testo di San Matteo è rivolto direttamente agli ebrei, per convincerli che Gesù è il Messia promesso ad Israele, e più degli altri vuole mostrare la continuità tra antico e il nuovo testamento: sarebbe pertanto inconcepibile che proprio Matteo mette in bella vista che Gesù è il salvatore anche dei pagani.

Astronomi messi in viaggio seguendo una stella

In quanto astronomi è dunque plausibile che si siano messi in viaggio seguendo una stella. Tra l’altro, nel loro credo si parla di un messia o soccorritore, nato da una vergine e annunziato da una stella, destinato a salvare il mondo. A tal proposito lo storico Franco Cardini  scrive: “Matteo, povero pubblicano, dei Magi Mazdei non doveva sapere un bel niente o quasi: com’è che con tanta  sostanziale esattezza ha mostrato reminiscenze che noi conosciamo soltanto dall’Avesta, giuntoci  peraltro attraverso redazioni tardive e non anteriori comunque al III secolo d.C.?“.

L’Avesta è, potremmo dire, la Bibbia, ossia il testo della rivelazione, di quella religione.

La maggior parte delle nostre conoscenze tradizionali sui  Magi deriva da due fonti: la traslazione delle loro supposte reliquie da Milano a Colonia , voluta da Federico Barbarossa nel 1164, e il testo del domenicano Giacomo da Varazze, vescovo di Genova alla fine del 200 e autore della Legenda Aurea, testo composto tra il 1260 e il 1298 anno della morte dell’autore.

C’è un altro elemento su cui è importante soffermarsi che è l’astro che guida i Magi.

Che cos’è era dunque la stella dei Magi? Gli studi più recenti attestati anche da Benedetto XVI nel suo libro sull’infanzia di Gesù, portano a ritenere che si sia trattato di fenomeni celesti realmente avvenuti tra il 7 e il 4 a.C. (che sarebbe poi l’epoca dell’effettiva nascita di Gesù), come l’allineamento di alcuni pianeti ( Giove e Saturno, soprattutto) nella  costellazione dei pesci, con un conseguente effetto ottico di straordinaria brillantezza.

Il percorso dei Magi e Marco Polo

Nel milione di Marco Polo, vero e proprio capolavoro enciclopedico che offre una conoscenza etnografica, geografica e botanica dell’Asia medievale agli europei contemporanei e futuri, troviamo preziose informazioni relative al percorso dei Magi. Quando Marco Polo passa per la città di Saba, l’attuale Saveh, a sud ovest di Teheran, racconta stupefatto di aver visitato, condotto dalla popolazione locale, la tomba dei Magi i cui corpi apparivano incorrotti.

I Magi Tornarono ai loro paesi per un’altra strada

Avvertiti in sogno tornarono ai loro paesi per un’altra strada: abituati ad interpretare i segni del cielo astronomico e aperti a quelli del trascendente, pieni della loro sapienza umana e della grazia del Dio fattosi uomo finalmente incontrato, affronteranno un viaggio di ritorno diverso e più lungo. Una volta conosciuto il vero re non possono più assecondare le malvagie intenzioni del piccolo sovrano mediorientale, Erode, e decidono di tornare alle loro terre senza passare più dai dintorni di Gerico. L’incontro con il salvatore cambia definitivamente i loro cuori, niente è più come prima, neanche la strada del ritorno.

Il destino errante dei Magi non si sarebbe interrotto con il ritorno al loro paese-“per un’altra strada“, come scrive Matteo. Sarebbe proseguito anche dopo la loro morte, avvenuta, secondo una leggenda, a Gerusalemme, dove dopo la risurrezione di Gesù essi sarebbero tornati per testimoniare la fede.

È necessario imparare dai Magi a viaggiare per vie impervie, difficili ma scelte con intelligenza e senso pratico: I Magi scelsero questo tragitto piuttosto lungo anche per il fatto che garantiva sufficienti punti di rifornimento, siti commerciali e un margine di rischio più ridotto.

Il significato di questa festa, evento storico realmente accaduto, è avvalorato anche  da numerosi elementi simbolici che ci aprono al vero significato di questa festa.

  • Il primo simbolo è l’incontro e il dialogo tra la fede e la ragione, rappresentato dal lungo e faticoso pellegrinaggio dei Magi verso la casa di Betlemme. I Magi sono gli studiosi che unendo la sincera apertura della mente del cuore, scevri da pregiudizi, con l’indagine scientifica più avanzata di quel tempo, cioè i movimenti astronomici, si lasciano alle spalle loro idoli-le false divinità dell’epoca, ma anche gli idoli dello scientismo moderno-e non temono di inginocchiarsi davanti all’unico vero Dio fatto uomo, divenendo così il prototipo dell’uomo vero, che è razionale credente insieme, senza nessuna contraddizione.
  • Il secondo simbolo la speciale la stella che guida i Magi a Betlemme, rappresenta la luce dell’umana intelligenza e la luce della grazia divina che brillando insieme conducono l’uomo a riconoscere in quel bambino il vero Dio e ad adorarlo senza complessi.
  • Terzo simbolo sono i doni che i Magi portano al bambino che sono stati riconosciuti da tutta la tradizione cristiana come simboli della triplice dignità di colui che essi sono venuti ad adorare: l’incenso è il profumo che si brucia per onorare la divinità, dunque è il riconoscimento che quel bambino è Dio venuto nel mondo; l’oro è l’omaggio che si fa ai re, e dunque il riconoscimento che è nato l’unico vero sovrano dell’intero universo; la mirra è l’unguento con cui si dà degna sepoltura ai defunti di riguardo, dunque con esso si onora anzitempo quella morte che darà la vita al mondo.

A differenza dei sacerdoti e degli scribi che dovrebbero essere i garanti e i testimoni accreditati della nascita del Messia, che rimangono chiusi nel palazzo di Erode a fare congetture per togliere di mezzo il bambino, i Magi (sapienti) venuti dall’oriente accorrono a Betlemme.

Avvertiti in sogno di non ritornare da Erode, fecero ritorno alla loro patria per un’altra strada. Scoperto l’inganno Erode si infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme di età inferiore ai due anni dando luogo alla strage degli innocenti, ma Giuseppe avvertito anticipatamente in un sogno, fuggì in Egitto con la famiglia.

La tomba dei Magi

Nel transetto della basilica romanica di Sant’Eustorgio a Milano si trova la cappella dei Magi, in cui è conservato un colossale sarcofago di pietra vuoto, risalente al tardo impero romano: la tomba dei Magi. Secondo le tradizioni milanesi, la basilica sarebbe stata fatta costruita dal vescovo Eustorgio intorno all’anno 344: la volontà del vescovo era quella di esservi sepolto, dopo la sua morte, vicino ai corpi dei Magi stessi. Per questo motivo, avrebbe fatto giungere i loro resti dalla basilica di Santa Sofia a Costantinopoli (dove erano stati portati alcuni decenni prima da Santa Elena, che li aveva ritrovati durante il suo pellegrinaggio in Terrasanta).

Nel 1162 l’imperatore Federico Barbarossa fece distruggere la chiesa di Sant’Eustorgio e si impossessò delle reliquie. I corpi vennero sottratti dall’arcivescovo di colonia, Rainaldo di Dassel, in Germania, che li trasferì attraverso Lombardia, Piemonte, Borgogna, Renania, fino al duomo della città tedesca, dove ancora oggi sono conservati in un prezioso reliquiario, un’arca d’argento dorato,  Cattedrale gotica di Colonia.

Non è superfluo notare , infine, che negli anni 80 del secolo scorso le reliquie di Colonia sono state sottoposte ad esami scientifici. Ne è  risultato che i tessuti sono di tre stoffe distinte, due di damasco e una di taffettà di seta, tutte di provenienza orientale e databili tra il II e il IV secolo.

Epifania   6 Gennaio 2024  dove trovare Dio

È necessario passare dall’adorazione di un Dio che è venuto ad incontrarci prendendo una carne, alla consapevolezza che noi uomini dobbiamo incamminarci alla ricerca di colui che per primo ci ha cercati. L’umanità, che in questo tempo ha anestetizzato l’anelito verso Dio, deve risvegliarsi dando spazio a quella nostra indole, impressa nel nostro DNA, indagatrice delle cause ultime che esce dalla mortificazione e dal soffocamento perpretato dalla molteplicità e dalla prepotenza delle attrattive e delle preoccupazioni mondane.

È dall’esempio  e  dall’incitamento  che ci viene dai Magi, come dai  Magi ci viene la fiducia che possiamo anche noi conseguire il traguardo della nostra ricerca e trovare Dio.

Tutti coloro che, come i Magi, sanno guardare non solo in terra ma anche in cielo, che hanno il coraggio di lasciare le abitudini di comodità, di vita mediocre, di incoerenza morale, che non temono di sfidare la mentalità di questo mondo e non si lasciano intimidire dalle ironie di chi vive ricurvo sulla terra troveranno Dio.

Come non pensare, in una tale situazione, al compito di un vescovo nel nostro tempo? Egli si troverà sempre in conflitto con l’intelligenza dominante di coloro che si attengono a ciò che  è apparentemente sicuro: coloro che vivono e annunciano la fede della chiesa non sono e non possono essere conformi alle opinioni dominanti proprie del  nostro tempo. L’agnosticismo oggi è largamente imperante con i suoi  dogmi ed è terribilmente intollerante nei confronti di tutto ciò che lo mette in questione e mette in questione i suoi criteri.

Perciò, oggi è particolarmente pressante per un vescovo avere il coraggio di contraddire gli orientamenti dominanti. Egli deve essere valoroso saldo nella fortezza per lasciarsi colpire e nel tenere testa ai criteri delle opinioni dominanti. Il coraggio di restare fermi nella verità è inevitabilmente richiesto a coloro che il Signore manda come Agnelli in mezzo ai lupi. “Chi teme il signore non ha paura di nulla”, dice il Siracide (34,16). Il timore di Dio libera dal timore degli uomini. Rende uomini liberi.

In questo tempo di tenebre e di confusione anche all’interno della chiesa, proprio in questo contesto mi viene in mente un episodio degli inizi del cristianesimo che San Luca narra negli atti degli apostoli. Dopo il discorso di Gamaliele , che sconsigliava la violenza verso la comunità nascente dei credenti in Gesù, il sinedrio chiamò gli apostoli e li fece flagellare. San Luca continua: “ Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù. E ogni giorno… Non cessavano di insegnare e di annunciare che Gesù è il Cristo“ (Atti  capitolo 5,40) .

I successori degli apostoli devono sperare di essere ripetutamente percossi, in maniera moderna, se  non cessano di annunciare in modo udibile comprensibile il Vangelo di Gesù Cristo.

Subire gli oltraggi per lui sarà la conferma che sono stati giudicati degni di partecipare alla passione di Cristo.

I Magi  hanno seguito la stella, e così sono giunti fino a Gesù, alla grande luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. I Magi Sono diventati essi stessi stelle che brillano nel cielo della storia e ci indicano la strada. I santi sono le vere costellazioni di Dio, che illuminano le notti di questo mondo e ci guidano.

L’invito che faccio a me stessa e a tutti gli uomini di buona volontà è quello di vivere con Cristo per diventare sapienti. Solo allora diventeremo astri che precedono gli uomini e indicano loro la via giusta della vita. Prego affinché l’inquietudine di Dio per l’uomo ci tocchi in questo giorno di festa, perché possiamo tutti sperimentare la sua vicinanza e ricevere il dono della sua gioia.

In questa epifania del 2024 diventa imperativo per noi cristiani chiedere il coraggio e l’umiltà della fede pregando la nostra Madre  celeste, la Vergine Maria che mostri Gesù Cristo anche a noi, come lo ha mostrato ai Magi, come re del mondo e ci aiuti ad essere indicatori della strada che porta a  lui. Non c’è altra via per vivere in pace e nella verità in questo mondo prossimo al baratro dell’inferno.

prof. ssa Paola Persichetti

Paola Persichetti, oltre ad essere Associazione Trilly APS  La Gente come Noi Terni e già leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con  110/110, bacio accademico e menzione d’onore.  Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.